“Maestra chi è quel signore vestito di verde con in mano il presepe?”. Chissà come avranno spiegato, stamattina, i docenti della scuola di Rozzano la presenza di Matteo Salvini nei corridoi dell’istituto. Stamattina il leader della Lega Nord, dopo la polemica sui canti di Natale negati dal preside, è arrivato in via Milano con un presepe in mano ma non si è fermato davanti ai cancelli della scuola. Ha fatto di più.
Ha varcato la soglia della scuola, mentre i ragazzi e i loro docenti stavano facendo lezione. Ha girato per i corridoi, ha parlato con docenti e collaboratori scolastici.
Salvini oggi si è presentato alla scuola di Rozzano per fare propaganda politica come hanno fatto Maria Stella Gelmini e Ignazio La Russa. Hanno conquistato l’attenzione mediatica. Hanno fatto accendere le telecamere sulla scuola. E lo hanno voluto fare di lunedì, quando ci sono i ragazzini in classe; quando un bambino di 6 o 7 anni sta imparando a leggere e scrivere; quando una maestra sta insegnando i Babilonesi; quando un “bidello” sta tenendo in ordine il corridoio; quando un preside sta ascoltando un genitore o cercando di trovare un finanziamento per un progetto.
Perché il leader della Lega Nord non si è presentato ieri davanti alla scuola? Perché non è andato a lezioni terminate tra le aule? Chi ha permesso al leader di un partito di mettere il piede a scuola, in presenza dei bambini? Il ministero dell’Istruzione lascia che qualsiasi leader politico faccia ingresso quando e come vuole in una scuola? Avanti di questo passo ne avremo uno al giorno! Nessuno può negare a un politico di fare un comizio, una visita in una struttura pubblica, ma c’è un limite a tutto e questo limite si chiama rispetto.
Salvini non può scambiare una scuola per un campo rom: lì (anche se a qualcuno può non piacere) può andare quando vuole, ma a scuola ci sono dei bambini. Stamattina racconta un quotidiano “la presenza dei giornalisti e dei curiosi ha creato disagi agli studenti e alcuni insegnanti hanno tirato giù le tapparelle per tutelare i bambini delle elementari”. Il leader della Lega sarebbe felice se alla scuola dei suoi figli si presentassero Nichi Vendola o Ignazio Marino mentre stanno imparando i Sumeri?
Noi maestri abbiamo solo un compito: insegnare ai nostri ragazzi a essere degli onesti cittadini, degli uomini e delle donne che si appassioneranno alla Politica, perché qualcuno di noi ha insegnato loro il valore della democrazia, studiando Atene o la nascita dell’Unione Europea dopo la Guerra.
A noi insegnanti interessa parlare loro di Aldo Moro e Peppino Impastato, il 9 maggio; di Altiero Spinelli che nessuno più ricorda. Vogliamo entrare in aula e spiegare loro chi era don Luigi Sturzo. A noi docenti interessa raccontare ai nostri ragazzi di Nelson Mandela e di Martin Luther King.
A noi insegnanti, non interessano le vostre propagande, i vostri comizi. Soprattutto se fatti durante una lezione. Perché per noi stare in aula è sacro. Per piacere, lasciate stare i bambini.