“Il tempo pieno a scuola per togliere dalla strada i nostri figli”. Questo l’appello delle mamme del quartiere Sanità di Napoli, nella speranza che venga ascoltato il loro grido di dolore e che i loro ragazzi si salvino dalla guerra di camorra che sta insanguinando i vicoli della città. In sei mesi 49 morti. Un appello raccolto da 15 parroci tra cui don Antonio Loffredo, don Giuseppe Rinaldi e padre Alex Zanotelli, che porteranno questa richiesta all’attenzione delle istituzioni in occasione della manifestazione organizzata da Un popolo in cammino in programma sabato 5 dicembre. “La gente ha detto basta e noi siamo con loro” dice a ilfattoquotidiano.it don Antonio Loffredo, parroco della Basilica di Santa Maria della Sanità. Che avverte: “Toglieremo i drappi viola in segno di lutto dalle finestre quando inizieranno ad ascoltarci”.
LA MANIFESTAZIONE DEL 5 DICEMBRE – Alla marcia per la legalità che partirà alle 10.30 da Piazza Dante parteciperanno 15 comunità parrocchiali, associazioni e movimenti del territorio, oltre a numerose scuole. Il prefetto di Napoli, Gerarda Pantalone, ha già annunciato la sua presenza. E a lei che i sacerdoti gireranno la richiesta delle mamme della Sanità. “Qualcosa è cambiato dal 6 settembre scorso – dice don Antonio – da quando è stato ucciso a soli 17 anni Genny Cesarano che era cresciuto tra questi vicoli. E qui è morto, proprio nella piazza della nostra chiesa, Santa Maria alla Sanità. Le mamme ci hanno chiesto aiuto e noi parroci abbiamo avviato un progetto per ascoltare le loro preoccupazioni, le loro idee”. Ed è stato insieme a loro che i sacerdoti hanno scritto un documento che verrà consegnato alle istituzioni per chiedere interventi semplici ma concreti nei quartieri più colpiti dalla guerra di Camorra. Forcella, Scampia, Secondigliano, Quartieri Spagnoli e San Giovanni a Teduccio, dove “servono investimenti”.
L’APPELLO DELLE MAMME – Tra le scuole del quartiere Sanità sono poche quelle che prevedono il tempo prolungato fino alle 16.30. Già estendere questo orario a tutte sarebbe un passo avanti, ma le mamme napoletane sanno che non basterebbe. “Ci hanno chiesto esplicitamente di togliere i figli dalla strada, di fare in modo che le scuole restino aperte fino alla sera, anche fino alle 19” dice a ilfattoquotidiano.it don Giuseppe Rinaldi. La richiesta c’è: solo nella parrocchia di don Giuseppe sono 200 i bambini che frequentano il doposcuola. “Ne abbiamo già parlato con una dirigente scolastica – racconta il sacerdote – alla quale abbiamo anche spiegato che questa richiesta non parte da loro mancanze. Al contrario, si riconosce in loro una funzione che va oltre l’educazione in senso stretto”. Insomma, la scuola intesa come istruzione ma anche come luogo di aggregazione diventerebbe àncora di salvezza per questi ragazzi. Non solo. Tra le idee messe nero su bianco anche quella degli ‘educatori di strada’. “Si tratta di una persona – spiega don Giuseppe – che affianca gli adolescenti o anche ragazzini più piccoli all’interno del territorio urbano. In tutti i luoghi dove i giovani si incontrano e trascorrono del tempo insieme, li supporta e li avvicina alla scuola. Lo scopo è quello del recupero sociale, della prevenzione e dell’offerta di modelli e valori alternativi”.
I DATI DI SAVE THE CHILDREN E L’INVESTIMENTO – Ma tutto questo si può fare? “Si deve fare – è la secca risposta di don Antonio Loffredo – bisogna investire lì dove c’è più bisogno. Da parte delle istituzioni scolastiche ci sarebbe anche la disponibilità, ma servono le risorse”. Anche per questo i sacerdoti stanno cercando di coinvolgere le istituzioni locali, il presidente della Regione Vincenzo De Luca e il sindaco di Napoli Luigi De Magistris. “Ci rendiamo conto – dice don Antonio – che per investire in questi quartieri forse bisognerà sottrarre risorse ad altri progetti, ma è pur vero che una madre dà la priorità al figlio più fragile”. Risale a poche settimane fa, del resto, la pubblicazione dei dati sulla dispersione scolastica raccolti da Save the children nel 6° Atlante dell’Infanzia.
In Campania il fenomeno riguarda il 20% dei ragazzi mentre la spesa pro capite per servizi sociali destinata a famiglie con minori è di soli 42 euro; qui solo 1 bambino, su 10 che frequentano la scuola primaria, ha il tempo pieno a scuola. Proprio nel quartiere Sanità è aperto uno dei due ‘Punti luce’ che l’associazione gestisce nel Napoletano e che accoglie 190 minori. Dati non positivi anche per il tempo pieno. Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione la Campania è in coda con solo il 7 per cento delle classi che ne usufruiscono. Ed è emblematico che proprio dalla Sanità parta questa richiesta di attenzioni. E di diritti. “Credo che stiamo vivendo un momento importante – conclude don Antonio – perché rispetto a qualche anno fa oggi anche in questi quartieri tutti, le mamme in primis, hanno capito quanto la scuola sia importante. Oggi ce lo chiedono loro. Noi le ascoltiamo. E il Governo deve aiutarle”.
Cronaca
Camorra, l’appello di mamme e sacerdoti dei quartieri a rischio: “Tempo pieno a scuola per togliere i ragazzi dalla strada”
A Napoli 15 parroci tra cui don Antonio Loffredo, don Giuseppe Rinaldi e padre Alex Zanotelli hanno accolto la richiesta delle donne delle zone più a rischio della città e faranno da tramite con le istituzioni durante la marcia che si terrà domenica 5 dicembre: "Per investire in questi quartieri forse bisognerà sottrarre risorse ad altri progetti, ma è pur vero che una madre dà la priorità al figlio più fragile"
“Il tempo pieno a scuola per togliere dalla strada i nostri figli”. Questo l’appello delle mamme del quartiere Sanità di Napoli, nella speranza che venga ascoltato il loro grido di dolore e che i loro ragazzi si salvino dalla guerra di camorra che sta insanguinando i vicoli della città. In sei mesi 49 morti. Un appello raccolto da 15 parroci tra cui don Antonio Loffredo, don Giuseppe Rinaldi e padre Alex Zanotelli, che porteranno questa richiesta all’attenzione delle istituzioni in occasione della manifestazione organizzata da Un popolo in cammino in programma sabato 5 dicembre. “La gente ha detto basta e noi siamo con loro” dice a ilfattoquotidiano.it don Antonio Loffredo, parroco della Basilica di Santa Maria della Sanità. Che avverte: “Toglieremo i drappi viola in segno di lutto dalle finestre quando inizieranno ad ascoltarci”.
LA MANIFESTAZIONE DEL 5 DICEMBRE – Alla marcia per la legalità che partirà alle 10.30 da Piazza Dante parteciperanno 15 comunità parrocchiali, associazioni e movimenti del territorio, oltre a numerose scuole. Il prefetto di Napoli, Gerarda Pantalone, ha già annunciato la sua presenza. E a lei che i sacerdoti gireranno la richiesta delle mamme della Sanità. “Qualcosa è cambiato dal 6 settembre scorso – dice don Antonio – da quando è stato ucciso a soli 17 anni Genny Cesarano che era cresciuto tra questi vicoli. E qui è morto, proprio nella piazza della nostra chiesa, Santa Maria alla Sanità. Le mamme ci hanno chiesto aiuto e noi parroci abbiamo avviato un progetto per ascoltare le loro preoccupazioni, le loro idee”. Ed è stato insieme a loro che i sacerdoti hanno scritto un documento che verrà consegnato alle istituzioni per chiedere interventi semplici ma concreti nei quartieri più colpiti dalla guerra di Camorra. Forcella, Scampia, Secondigliano, Quartieri Spagnoli e San Giovanni a Teduccio, dove “servono investimenti”.
L’APPELLO DELLE MAMME – Tra le scuole del quartiere Sanità sono poche quelle che prevedono il tempo prolungato fino alle 16.30. Già estendere questo orario a tutte sarebbe un passo avanti, ma le mamme napoletane sanno che non basterebbe. “Ci hanno chiesto esplicitamente di togliere i figli dalla strada, di fare in modo che le scuole restino aperte fino alla sera, anche fino alle 19” dice a ilfattoquotidiano.it don Giuseppe Rinaldi. La richiesta c’è: solo nella parrocchia di don Giuseppe sono 200 i bambini che frequentano il doposcuola. “Ne abbiamo già parlato con una dirigente scolastica – racconta il sacerdote – alla quale abbiamo anche spiegato che questa richiesta non parte da loro mancanze. Al contrario, si riconosce in loro una funzione che va oltre l’educazione in senso stretto”. Insomma, la scuola intesa come istruzione ma anche come luogo di aggregazione diventerebbe àncora di salvezza per questi ragazzi. Non solo. Tra le idee messe nero su bianco anche quella degli ‘educatori di strada’. “Si tratta di una persona – spiega don Giuseppe – che affianca gli adolescenti o anche ragazzini più piccoli all’interno del territorio urbano. In tutti i luoghi dove i giovani si incontrano e trascorrono del tempo insieme, li supporta e li avvicina alla scuola. Lo scopo è quello del recupero sociale, della prevenzione e dell’offerta di modelli e valori alternativi”.
I DATI DI SAVE THE CHILDREN E L’INVESTIMENTO – Ma tutto questo si può fare? “Si deve fare – è la secca risposta di don Antonio Loffredo – bisogna investire lì dove c’è più bisogno. Da parte delle istituzioni scolastiche ci sarebbe anche la disponibilità, ma servono le risorse”. Anche per questo i sacerdoti stanno cercando di coinvolgere le istituzioni locali, il presidente della Regione Vincenzo De Luca e il sindaco di Napoli Luigi De Magistris. “Ci rendiamo conto – dice don Antonio – che per investire in questi quartieri forse bisognerà sottrarre risorse ad altri progetti, ma è pur vero che una madre dà la priorità al figlio più fragile”. Risale a poche settimane fa, del resto, la pubblicazione dei dati sulla dispersione scolastica raccolti da Save the children nel 6° Atlante dell’Infanzia.
In Campania il fenomeno riguarda il 20% dei ragazzi mentre la spesa pro capite per servizi sociali destinata a famiglie con minori è di soli 42 euro; qui solo 1 bambino, su 10 che frequentano la scuola primaria, ha il tempo pieno a scuola. Proprio nel quartiere Sanità è aperto uno dei due ‘Punti luce’ che l’associazione gestisce nel Napoletano e che accoglie 190 minori. Dati non positivi anche per il tempo pieno. Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione la Campania è in coda con solo il 7 per cento delle classi che ne usufruiscono. Ed è emblematico che proprio dalla Sanità parta questa richiesta di attenzioni. E di diritti. “Credo che stiamo vivendo un momento importante – conclude don Antonio – perché rispetto a qualche anno fa oggi anche in questi quartieri tutti, le mamme in primis, hanno capito quanto la scuola sia importante. Oggi ce lo chiedono loro. Noi le ascoltiamo. E il Governo deve aiutarle”.
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Napoli, 13 mar. (Adnkronos/Labitalia) - In una Campania in crescita, ma ancora segnata dal fenomeno della fuga di talenti, il legame tra formazione universitaria e sviluppo economico diventa cruciale. Se ne è discusso presso la Sala D’Amato dell’Unione Industriale Napoli, durante l’evento 'Muoversi nelle professioni e sul territorio', promosso dalla Luiss e dedicato alle lauree magistrali dell’Ateneo.
“La Luiss lavora in prima linea per costruire corsi di laurea magistrale strettamente legati alle necessità del mercato del lavoro. Pur avendo sede a Roma, dedichiamo particolare attenzione alla Campania, seconda regione di provenienza dei nostri studenti e territorio ricco di opportunità nei settori chiave come turismo, agroalimentare e aerospazio. Il nostro obiettivo è collaborare con le imprese campane affinché i nostri studenti possano realizzarsi professionalmente all’interno di esse, raggiungendo posizioni apicali”, ha spiegato Enzo Peruffo, Dean della Graduate School Luiss e responsabile dello sviluppo dei percorsi magistrali dell’Ateneo.
Durante l’incontro sono state illustrate anche le caratteristiche dell’offerta formativa Luiss: “E' importante farsi guidare dalle proprie passioni e dai propri interessi, ma anche essere pronti a sviluppare nuove competenze trasversali, saper dialogare con l’intelligenza artificiale con solide competenze verticali e lavorare sulle life skills, le cosiddette competenze della vita. Solo così si potranno affrontare le trasformazioni attuali e future. Per noi è fondamentale interagire con tutte le realtà del territorio, da cui traiamo spunto per disegnare un’offerta formativa sempre più aderente alle esigenze del mercato del lavoro. Il nostro obiettivo è formare studenti altamente preparati, motivati e appassionati, in grado non solo di entrare nel mondo del lavoro, ma di costruire percorsi di carriera soddisfacenti e di successo”.
Roma, 13 mar. (Adnkronos/Labitalia) - Si è conclusa oggi la terza edizione del Welfare day evento di riferimento per il mondo del welfare aziendale, organizzato da Comunicazione Italiana in collaborazione con Pluxee Italia, player globale leader nei benefit aziendali e nell’employee engagement. La giornata, ospitata presso Palazzo dell’Informazione in Roma e trasmessa in diretta su www.comunicazioneitaliana.tv, ha offerto spunti concreti su come le imprese possano integrare il welfare nelle proprie strategie, favorendo sostenibilità, engagement dei dipendenti e innovazione.
L'evento si è aperto con il Keynote Speech di Pluxee Italia, in cui Anna Maria Mazzini e Tommaso Palermo - rispettivamente Chief Growth Officer e Managing Director di Pluxee Italia - hanno evidenziato come il welfare aziendale stia evolvendo in una strategia collettiva, guidata dalla digitalizzazione e dalla crescente personalizzazione dei servizi. Attraverso dati e case study, è emerso come la tecnologia stia rivoluzionando la gestione del benessere dei dipendenti, rendendolo più accessibile ed efficace. Durante l’evento Pluxee ha presentato anche la nuova piattaforma welfare: un’innovazione che amplia l’offerta dei servizi offerti, basata su flessibilità, accessibilità e ampiezza del network.
Nel corso delle tre sessioni talk show, con la partecipazione di Chro, welfare manager e altre figure hr chiave di aziende del Paese, sono stati affrontati alcuni dei temi più rilevanti per il futuro del welfare. Nel primo, 'Welfare strategico: l’alleanza tra hr e business e la creazione di valore sostenibile', con la conduzione di Esther Intile di Enel Group, è stato approfondito il legame tra il welfare aziendale e la sostenibilità delle imprese. Tra i punti emersi, la necessità di un approccio integrato tra hr e business per massimizzare l’impatto positivo del welfare sulla produttività e sulla retention dei talenti.
Nel secondo panel, “Il ruolo dei benefit aziendali all'interno della strategia di welfare”, si è discusso di come i benefit siano passati da strumenti standardizzati a soluzioni sempre più personalizzate, grazie all’ascolto attivo delle esigenze dei dipendenti e all’uso di piattaforme digitali. Relatori e relatrici hanno sottolineato l'importanza di costruire un ecosistema aziendale basato sulla flessibilità e sull’inclusione, ma hanno anche posto l’accento su una criticità diffusa: troppi dipendenti non conoscono o non sfruttano i benefit a loro disposizione. Servono quindi strategie di comunicazione più efficaci per favorire un reale engagement.
Il terzo e ultimo talk show, “La centralità del welfare nelle strategie di attraction e retention”, ha posto l’attenzione sulla crescente importanza del welfare come strumento di attrazione e fidelizzazione dei talenti. Tra le best practice emerse, il rafforzamento di benefit legati alla salute, al sostegno alla genitorialità e al benessere psicologico, aspetti ormai fondamentali per le nuove generazioni di lavoratori.
La sfida è coniugare ascolto e personalizzazione, superando l’approccio one-size-fits-all e costruendo soluzioni di welfare sempre più dinamiche, scalabili e in linea con le nuove esigenze del mondo del lavoro. Un welfare aziendale davvero efficace non solo migliora il benessere di lavoratori e lavoratrici, ma genera un impatto positivo sull'intera organizzazione, contribuendo alla sostenibilità e alla crescita nel lungo periodo. Durante l’evento hanno condiviso la loro esperienza le seguenti aziende: Altergon Italia, Atac, Eidosmedia, Fater, Fedegroup, Fendi, Hewlett Packard Enterprise, Philip Morris International, Procter & Gamble, Rheinmetall Italia, Ria Money Transfer e Tim. L’evento potrà a breve essere riascoltato su www.comunicazione.tv. L’appuntamento con il Welfare day si rinnova per il 2026, con l’obiettivo di continuare a tracciare il futuro del welfare aziendale in Italia.
Milano, 13 mar. (Adnkronos) - "Procederemo a tutelare la reputazione e l’onorabilità dello studio legale Giarda nelle opportune sedi competenti, come, del resto, già avvenuto in passato nei confronti dello stesso avvocato Massimo Lovati, confidando che questa vicenda possa finalmente trovare la giusta definizione, da tempo auspicata anche dal fondatore dello studio". Gli avvocati Fabio ed Enrico Giarda, ex difensori di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, replicano così alle affermazioni del difensore di Andrea Sempio, nuovamente indagato per il delitto di Garlasco, che ha sostenuto che "l'indagine del 2017 è stata frutto di una macchinazione".
Dichiarazioni ritenute dai fratelli Giarda "del tutto gratuite e gravemente lesive. L'avvocato Lovati evidentemente dimentica che la denuncia a suo tempo presentata nel 2017 da Andrea Sempio nei confronti dello studio legale Giarda e degli investigatori incaricati è stata archiviata nel 2020 dal gip di Milano, che nella sua ordinanza ha certificato l’assoluta correttezza dell’attività di raccolta e successiva estrazione dai reperti".
Milano, 13 mar. (Adnkronos) - "Il mercato domestico è in leggera crescita, sia a volume che a valore. Noi siamo cresciuti un po’ più del mercato, abbiamo guadagnato un +2,6 contro il 2% del mercato". Lo afferma Renato Roca, country manager di Findus Italia, all’evento ‘100%: il nostro percorso di sostenibilità’, organizzato oggi a Milano da Findus per celebrare il traguardo del 100% di prodotti ittici certificati Msc e Asc.
“L'Italia non è un Paese da grandissime crescite nel food nel largo consumo - spiega Roca - però è un mercato che sta continuando a dare una buona soddisfazione da quando siamo usciti dai periodi un po’ tesi della grande morsa inflattiva del 2022 e 2023. Dal 2024 il mercato si è normalizzato, anche grazie a iniziative, come la nostra, di comunicazione, di riposizionamento prezzi, che hanno un po’ smosso le acque. Siamo quindi molto fiduciosi”.
Come sottolineato anche all’incontro con la stampa organizzato oggi all'Acquario civico di Milano, quello del surgelato è un settore che “intercetta una serie di trend, come quello dell'anti spreco ma anche dell’attenzione alle abitudini alimentari. Il nostro portafoglio prodotti è composto all'80% da pesce e vegetali e adesso abbiamo anche il pollo - conclude il country manager di Findus Italia - Quello che è confortante come dato è che il mercato ha riacquistato l'1% delle famiglie che erano uscite, noi abbiamo riacquisito 2 punti di penetrazione tra le famiglie acquirenti e il pesce, in particolare, ne ha acquisiti 4”.
Milano, 13 mar. (Adnkronos) - "Il mercato domestico è in leggera crescita, sia a volume che a valore. Noi siamo cresciuti un po’ più del mercato, abbiamo guadagnato un +2,6 contro il 2% del mercato". Lo afferma Renato Roca, country manager di Findus Italia, all’evento ‘100%: il nostro percorso di sostenibilità’, organizzato oggi a Milano da Findus per celebrare il traguardo del 100% di prodotti ittici certificati Msc e Asc.
“L'Italia non è un Paese da grandissime crescite nel food nel largo consumo - spiega Roca - però è un mercato che sta continuando a dare una buona soddisfazione da quando siamo usciti dai periodi un po’ tesi della grande morsa inflattiva del 2022 e 2023. Dal 2024 il mercato si è normalizzato, anche grazie a iniziative, come la nostra, di comunicazione, di riposizionamento prezzi, che hanno un po’ smosso le acque. Siamo quindi molto fiduciosi”.
Come sottolineato anche all’incontro con la stampa organizzato oggi all'Acquario civico di Milano, quello del surgelato è un settore che “intercetta una serie di trend, come quello dell'anti spreco ma anche dell’attenzione alle abitudini alimentari. Il nostro portafoglio prodotti è composto all'80% da pesce e vegetali e adesso abbiamo anche il pollo - conclude il country manager di Findus Italia - Quello che è confortante come dato è che il mercato ha riacquistato l'1% delle famiglie che erano uscite, noi abbiamo riacquisito 2 punti di penetrazione tra le famiglie acquirenti e il pesce, in particolare, ne ha acquisiti 4”.
Roma, 13 mar. - (Adnkronos) - Quella di oggi, per il governatore Francesco Rocca, è “una bella giornata, che ci ricorda da un lato quanto è bello vivere e rappresentare questa regione, ma soprattutto l’importanza di essere accompagnati in questo viaggio e in questo anno particolare, che è un’occasione che non possiamo perdere, fra Giubileo e l’Expo di Osaka. Sono grato al Niaf per la capacità di custodire l’elemento valoriale con la necessità di andare oltre ai confini. Questa è la conseguenza naturale di valori che non si è mai persa: la comunità italoamericana non deve perdere le sue radici, la consapevolezza, e l’orgoglio di essere italiani”.
“I 20 milioni di italoamericani sono i migliori ambasciatori dell’Italia nel mondo - afferma il presidente Niaf Robert Allegrini - e nel nostro 50mo anniversario non potevamo che scegliere il Lazio: abbiamo voluto condividere l’occasione con la regione che ospita la capitale d’Italia, non potevamo fare altrimenti, per dimostrare che il Lazio non è solo il Colosseo e la Fontana di Trevi ma che è una Regione che guarda al futuro”. Un legame quello con il Lazio che si fa anche con il cibo ma non solo. Un piatto su tutti: le Fettuccine alla Alfredo: “Poter portare a Washington Mario Mozzetti del ristorante Alfredo alla Scrofa, uno dei più grandi ambasciatori del Lazio negli Stati Uniti e di avere l'opportunità qua a Roma di andare al ristorante dove è nato questo piatto iconico per me è un motivo di grande soddisfazione”. Per Mario Mozzetti, “è un vero sogno andare alla convention Niaf di Washington e portare le fettuccine alla Alfredo. Portare questo piatto è un orgoglio anche a livello storico: portare Alfredo alla Scrofa negli Stati Uniti significa raccontare la storia che collega idealmente, ma non solo, l’Italia e gli Stati Uniti”.
Roma, 13 mar. - (Adnkronos) - Il Lazio è “Regione d’Onore Niaf 2025”. Un evento che ricade nel 50mo anniversario della National Italian American foundation, la più grande associazione di italoamericani. Lo slogan è chiaro: “All you need is Lazio”, fra sapori autentici, la storia incisa nella pietra, meraviglie naturali, benessere e relax, arte e artigianato, la magia del cinema, innovazione e aerospazio, eccellenza accademica e un patrimonio culturale unico. “È un grande riconoscimento - afferma Roberta Angelilli, vicepresidente e assessore a Sviluppo economico, Commercio, Artigianato, Industria, Internazionalizzazione della Regione Lazio - in cui saremo protagonisti a 360 gradi. Saranno coinvolte 20 startup e pmi innovative oltre a 18 grandi imprese che saranno attori protagonisti. Non è solo un grande evento ma è una vera missione di sistema. Ma non ci saranno solo le imprese: saranno coinvolte anche università e centri di ricerca. Startup. Gli obiettivi, netti e chiari - prosegue Angelilli - sono un piano di networking per una forte connessione con le imprese. L’altra sfida è l’ attrazione degli investimenti”. Per Amedeo Teti, capo Dipartimento per il Mercato del Mimit, “la Regione Lazio merita questa posizione di Regione d’onore. Il Lazio è da sempre attrattore di grandi investimenti. Secondo il Financial Times poi solo nel 2024 l’Italia ha attratto 35,5 miliardi di investimenti e ha creato 36mila posti di lavoro”.