Quando tramite un amico regalai all’allora ministro Willer Bordon la freeplay, gli dissi che era il simbolo della rinascita. Allora una multinazionale aveva impedito la sua commercializzazione in Italia. Io ne acquistavo tante in un negozio di commercio equo e solidale in Svizzera dove abitavo. Era la radiolina di Mandela, così soprannominata, perché il suo brevetto divenne famoso dopo che Nelson la volle distribuire a tutti i sudafricani affinché la sua voce potesse arrivare fin nel più sperduto villaggio.

La freeplay va a manovella o con energia solare. Adesso è oggetto di largo consumo ed è facile procurarsela in rete. Allora, parliamo circa del 2000, era oggetto simbolico, introvabile in Italia, e caratterizzava un po’ coloro che credendo nel protocollo di Kyoto, si spingevano a mostrare la concretezza della “sostenibilità”. Con la Cop21 siamo arrivati al dunque. Simbolicamente nulla, meglio dell’opera di Truffaut, L’ultimo metrò, può rendere chiara l’immagine del punto in cui siamo. Dai media emerge chiara la situazione da ultimatum in cui si trova il nostro pianeta e soprattutto quanto sia inconsistente ciò che uscirà fuori dalla Cop21, perché i numeri e le statistiche parlano chiaro: siamo fuori tempo massimo.

Anche il protocollo di Kyoto nel ’97 aveva suonato la campanellina dei supplementari. Adesso, possiamo agire solo noi. Ognuno di noi, indipendentemente dai nostri governanti, anche al di fuori delle regole. Spesso già lo facciamo, ma adesso è arrivato il momento di esagerare. Ognuno di noi ha un modo semplice di contribuire a garantire futuro, con il suo personale stile di vita. I nostri figli spesso ci superano e ce lo ricordano quando punzecchiano la nostra pigrizia o la nostra sciatteria. Eppure siamo pronti a scendere in piazza, spesso per protestare su tante cose, ma oggi è arrivato il momento di salire sull’ultimo metrò.

I decaloghi ed i prontuari sulle piccole regole da seguire sono tanti e ognuno riesce a chiarire scientificamente come dobbiamo agire. Solo il nostro comportamento quotidiano fatto di scelte giuste e boicottaggi personali, costringerà tutti a rapide ristrutturazioni aziendali, a diversificazione di prodotti, a lanci di novità alla portata di tutti, come fece Mandela con la Freeplay. Non serve organizzazione, serve piuttosto la volontà personale. Un giro di manovella e il mondo entra nella tua tenda. Un raggio di sole e tutto rinasce. Forza, signore e signori, rimbocchiamoci le maniche e sporchiamocele di futuro! Che durante la Cop21 blaterino e fingano di prendere decisioni… Noi intanto impediamo questo “suicidio” agendo per primi e senza aspettare che anche gli altri lo facciano. Quando Nelson Mandela distribuì le radioline, alcuni lo criticarono dicendo: la gente ha bisogno di cibo, non di musica. Lui, “l’invincibile”, non perse tempo a discutere, invase il suo Paese di libertà.

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