Da un lato il governo di Matteo Renzi alza da mille a 3mila euro il limite all’uso dei contanti, dall’altro il Pd, con un emendamento alla legge di Stabilità spiana la strada all’e payment e ai micropagamenti inferiori a 5 euro. La proposta di modifica, firmata dai deputati Boccadutri, Coppola, Bruno Bossio, Causi, Misiani, Losacco, Basso, Dallai, Ascani e Tentori, prevede che sia abbassato il tetto dei 30 euro sotto il quale gli esercenti possono ancora oggi rifiutare i pagamenti con bancomat e carte di credito. In pratica, se l’emendamento passa sarà possibile utilizzare la moneta di plastica anche per comprare un caffè al bar, il giornale all’edicola o pagare la lavanderia.
Ora, tecnicamente, dopo l’approvazione della Stabilità i gestori delle carte di pagamento dovrebbero definire entro aprile 2016 le regole e le misure contrattuali, anche di trasparenza, per regolare i micropagamenti e le commissioni, “che – si legge nel testo – devono essere strettamente correlati e proporzionali ai costi effettivamente sostenuti dai prestatori dei servizi di pagamento”. Ma se non si adegueranno “scatterà il limite legale dei 7 millesimi per i pagamenti con carte di debito e di 1 centesimo per quelli con carte di credito”.
Cosa significa? Dopo la barriera culturale, con gli italiani da sempre abituati ad avere le tasche piene di contanti, il secondo limite che in questi decenni ha influito sulla scarsa diffusione della moneta elettronica è stato il problema delle super commissioni bancarie applicate dai gestori delle carte di credito alle banche e che, a cascata, sono ricadute sui commercianti prima e sui consumatori dopo. Tant’è che la giungla delle commissioni interbancarie ha attirato l’attenzione di Bruxelles secondo cui questi balzelli costano ai rivenditori circa 10 miliardi di euro all’anno, mentre i clienti, oltre ai normali costi di gestione da pagare alla banca per le carte di credito (in media oltre i 35 euro annui, esclusa l’imposta di bollo di 2 euro per gli importi superiori a 77,47 euro e il costo dell’invio dell’estratto conto), si sentono ancora richiedere un costo aggiuntivo (anche del 2% sul prezzo totale) quando il pagamento avviene con la moneta di plastica.
Tra una settimana, il 9 dicembre, dovrebbe scattare lo stop alle super commissioni: entreranno, infatti, in vigore tetti imposti dall’Unione europea, pari allo 0,3% sul valore della singola transazione per le carte di credito e allo 0,2% per i bancomat e le prepagate. Non ci sarà bisogno di un provvedimento legislativo per recepire queste disposizioni previste dal regolamento Ue e le banche dovrebbero adeguarsi automaticamente. Ma nei mesi scorsi l’Associazione bancaria italiana ha spiegato che i massimali imposti dall’Ue potrebbero portare a un aumento del costo delle carte di pagamento e quindi a una penalizzazione per i possessori. Un meccanismo molto pericoloso che, nella pratica, potrebbe anche disincentivare l’utilizzo del denaro di plastica in un Paese come l’Italia, dove i pagamenti cash sono molto più diffusi che nella media Ue.