“Le conseguenze di un concordato preventivo su lavoratori e indotto? Tutto è nelle mani di un commissario: la politica non potrà intromettersi a rompere i coglioni. In Aamps trovai un casino puttano, trecento lavoratori e nessuno spazzino: alla fine però riuscii a salvare l’azienda senza far spendere un euro al Comune”. Parole e musica di Angelo Rosi, il manager umbro che già salvò il cantiere navale e nel 2012 fu richiamato a Livorno dall’allora sindaco Pd Alessandro Cosimi per evitare il crac dell’azienda municipalizzata. L’amministratore unico – allora accusato dai sindacati di gestire l’azienda in maniera “autoritaria” – rimase in sella all’azienda per circa un anno. In quei 350 giorni riuscì a far firmare ai 200 creditori un piano di rientro dal debito di 24 milioni di euro in 4 anni a interessi zero: “L’ho salvata, ora me ne vado”. A due anni di distanza Aamps è tornata a un passo dal baratro.
Rosi, se l’aspettava che Aamps tornasse a un passo dal fallimento?
Non sono sorpreso. Quando fui chiamato a Livorno stava più o meno succedendo ciò che sta accadendo oggi: si stavano per portare i libri in tribunale.
Ha parlato recentemente con l’ex sindaco Alessandro Cosimi?
Siamo rimasti in buoni rapporti, a volte ci sentiamo. Ma recentemente non l’ho sentito.
Lei riuscì a far firmare a duecento creditori un piano di rientro dal debito di 24 milioni di euro in 4 anni, a interessi zero. Sembrava che la sua “cura da cavallo” fosse riuscita a portare Aamps fuori dalla tempesta, e invece…
Il mio intervento era riuscito a imprimere il giusto cambio di marcia e alla fine l’azienda non si trovava più in stato d’insolvenza. Quando però ho lasciato Livorno la mia cura è stata immediatamente sospesa e le cose sono iniziate a peggiorare nuovamente: eccone i risultati.
Qual è il male reale di Aamps?
La gestione, nel senso più ampio del termine: l’azienda avrebbe tutte le potenzialità per fare 2-3 milioni d’euro di utili. Tutto dipende però da chi guida la società. Se a me fanno guidare una Ferrari il gran premio non lo vinco di certo. E’ però anche una questione di organico, delle poche competenze e dei tanti presunti malati.
Lei affermò che Aamps “è come il Cottolengo” e parlò di persone che dichiaravano di non poter stare al pubblico e che invece la sera facevano i dj…
Sì, c’erano dipendenti che dichiaravano di non poter alzare oggetti più pesanti di 250 grammi. Su 300 persone ce n’erano una sessantina dichiarati parzialmente invalidi: nella realtà quelli che avevano reali problematiche di questo tipo erano solo 8-9. Queste cose hanno pensato tantissimo sui conti. A un certo punto chiesi se l’azienda fosse una società per azioni o un ammortizzatore sociale. In azienda trovai poi 11 quadri e 4 dirigenti, ma nessuno spazzino.
Un’azienda di 300 dipendenti senza spazzini?
Sembra impossibile ma di spazzini non ce n’è neanche uno. Il servizio di spazzamento è esternalizzato e per Aamps è un costo notevole. Presso le isole ecologiche avevamo dei contratti con ditte esterne per movimentare il materiale. Insomma, era un casino puttano, detto in termini brutali. Ma lasciamo perdere, guardi….
Il suo rapporto con i sindacalisti è stato burrascoso, l’accusarono di avere una gestione autoritaria.
La madre dei cretini è sempre incinta. I sindacati difendono solo quelli che non hanno bisogno di essere difesi.
Sui conti di Aamps è in atto una guerra politica senza esclusione di colpi. Il Movimento 5 Stelle parla ad esempio di 42 milioni di euro di debiti generati dalla gestione Pd.
Queste sono cazzate, tante persone non sanno neanche di cosa si parla. O meglio, sicuramente potrebbero esserci anche una quarantina di milioni iscritti a passivo però bisogna vedere anche quanti ne sono iscritti in attivo. Non possiamo guardare un bilancio a metà e far vedere solo ciò che fa comodo: anch’io quando arrivai a Livorno sentii sparate del genere: a dirle erano persone con cultura generale vicina allo zero.
Per salvare Aamps nel 2016 servirebbe una ricapitalizzazione di circa 7 milioni di euro, una cifra che la giunta ritiene insostenibile.
Di questo non saprei dire, andrebbe analizzato attentamente il bilancio. Io posso solo dire di aver salvato Aamps senza chiedere un euro al Comune: tutti i costi della gestione sono stati pagati con le risorse dell’azienda. Punto.
Lei parla di nessun costo però sul suo compenso da circa 230mila euro lordi scoppiarono infinite polemiche (e sono anche arrivati gli ispettori del ministero).
Le dirò, è stato un prezzo di favore. E’ un errore valutare un manager per quello che costa, bisogna considerarlo per quello che rende. Io ho salvato l’azienda dal fallimento.
La giunta Nogarin ha scelto la strada del concordato preventivo. Lo farebbe anche lei?
Io percorsi la strada del concordato stragiudiziale. Il concordato preventivo metterà in seria difficoltà le aziende dell’indotto.
Oggi quanto riesce a ottenere un creditore grazie al concordato preventivo?
Fino a qualche mese fa si poteva offrire il 20% del credito spettato ma anche l’1-2%: sono comunque passati i tempi in cui si doveva proporre obbligatoriamente almeno il 40%.
Nogarin assicura che i dipendenti Aamps non perderanno il posto.
Beh, bisognerà vedere come agirà il commissario che dovrà gestire la faccenda perché i poteri saranno tutti nelle sue mani: la politica non potrà intromettersi a rompere i coglioni.
Tornerebbe a lavorare Livorno?
No, basta, grazie. Ho già salvato Richard Ginori, Cantiere navale fratelli Orlando e poi Aamps: può bastare. E poi ho 70 anni.