Dopo i “no comment”, ora è ufficiale: l’italiana Snam comprerà dalla norvegese Statoil la sua quota del 20% nella compagnia che realizzerà il gasdotto Tap. Quello destinato a trasportare il gas naturale dal giacimento di Shah Deniz II in Azerbaijan fino all’Europa, con approdo finale a Melendugno, in provincia di Lecce. L’accordo di esclusiva sottoscritto martedì prevede che l’azienda guidata da Carlo Malacarne paghi 130 milioni di euro per le azioni della Trans Adriatic Pipeline Ag. In questo modo la società milanese partecipata dalla Cassa depositi e prestiti e dall’Eni diventa uno dei principali azionisti del progetto, contestato dagli enti locali e dalla regione Puglia, accanto a British Petroleum e Socar (società di Stato dell’Azerbaijan), che hanno anch’esse il 20%. La società che realizza infrastrutture per il trasporto del gas, inoltre, subentrerà ai norvegesi nel prestito da 78 milioni concesso dagli azionisti alla stessa Tap e “in tutti i diritti e gli impegni per la realizzazione del progetto”.
“Tap è decisivo per la diversificazione delle forniture di gas in Europa attraverso lo sviluppo del Corridoio Sud come nuova importante direttrice dei flussi di gas dall’Azerbaijan e potenzialmente da altri Paesi produttori”, ha detto Malacarne. “L’ingresso nel progetto consentirà di consolidare il ruolo primario di Snam e delle infrastrutture italiane nel facilitare maggiore competitività tra le fonti e rafforzare la sicurezza degli approvvigionamenti per il sistema gas europeo”. Con l’accordo di esclusiva, Snam e Statoil si impegnano a procedere con l’operazione di compravendita della quota di Statoil in Tap, salvo l’esercizio, entro 15 giorni, da parte degli altri azionisti di Tap, dei diritti di prelazione e co-vendita nonché l’approvazione del consiglio di amministrazione. La chiusura dell’operazione è attesa entro la fine del 2015.
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Tap, l’italiana Snam compra il 20% della società del gasdotto da Statoil per 130 milioni di euro
La compagnia partecipata da Cassa depositi e prestiti e Eni subentra ai norvegesi diventando uno dei maggiori azionisti del progetto. Il metanodotto dovrebbe approdare in Puglia
Dopo i “no comment”, ora è ufficiale: l’italiana Snam comprerà dalla norvegese Statoil la sua quota del 20% nella compagnia che realizzerà il gasdotto Tap. Quello destinato a trasportare il gas naturale dal giacimento di Shah Deniz II in Azerbaijan fino all’Europa, con approdo finale a Melendugno, in provincia di Lecce. L’accordo di esclusiva sottoscritto martedì prevede che l’azienda guidata da Carlo Malacarne paghi 130 milioni di euro per le azioni della Trans Adriatic Pipeline Ag. In questo modo la società milanese partecipata dalla Cassa depositi e prestiti e dall’Eni diventa uno dei principali azionisti del progetto, contestato dagli enti locali e dalla regione Puglia, accanto a British Petroleum e Socar (società di Stato dell’Azerbaijan), che hanno anch’esse il 20%. La società che realizza infrastrutture per il trasporto del gas, inoltre, subentrerà ai norvegesi nel prestito da 78 milioni concesso dagli azionisti alla stessa Tap e “in tutti i diritti e gli impegni per la realizzazione del progetto”.
“Tap è decisivo per la diversificazione delle forniture di gas in Europa attraverso lo sviluppo del Corridoio Sud come nuova importante direttrice dei flussi di gas dall’Azerbaijan e potenzialmente da altri Paesi produttori”, ha detto Malacarne. “L’ingresso nel progetto consentirà di consolidare il ruolo primario di Snam e delle infrastrutture italiane nel facilitare maggiore competitività tra le fonti e rafforzare la sicurezza degli approvvigionamenti per il sistema gas europeo”. Con l’accordo di esclusiva, Snam e Statoil si impegnano a procedere con l’operazione di compravendita della quota di Statoil in Tap, salvo l’esercizio, entro 15 giorni, da parte degli altri azionisti di Tap, dei diritti di prelazione e co-vendita nonché l’approvazione del consiglio di amministrazione. La chiusura dell’operazione è attesa entro la fine del 2015.
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Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "È quello che abbiamo chiesto. Ma capire è una parola inutile. Io non capisco niente e chi ci capisce è bravo. Si chiede, si fa e si combatte per ottenere rispetto. Capire no, mi spiace. Magari, capire qualcosa mi piacerebbe". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni a palazzo Chigi ai cronisti che le chiedono se la giornalista potrà avere altre visite da parte dell'ambasciata.
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - Nella telefonata di ieri "avrei preferito notizie più rassicuranti da parte sua e invece le domande che ho fatto... glielo ho chiesto io, non me lo stava dicendo, le ho chiesto se ha un cuscino pulito su cui appoggiare la testa e mi ha detto 'mamma, non ho un cuscino, né un materasso'". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni a palazzo Chigi.
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "No, dopo ieri nessun'altra telefonata". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, ai cronisti dopo l'incontro a palazzo Chigi con la premier Giorgia Meloni. "Le telefonate non sono frequenti. E' stata la seconda dopo la prima in cui mi ha detto che era stata arrestata, poi c'è stato l'incontro con l'ambasciatrice, ieri è stato proprio un regalo inaspettato. Arrivano così inaspettate" le telefonate "quando vogliono loro. Quindi io sono lì solo ad aspettare".
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "Questo incontro mi ha fatto bene, mi ha aiutato, avevo bisogno di guardarsi negli occhi, anche tra mamme, su cose di questo genere...". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, lasciando palazzo Chigi dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni.
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "Cerca di essere un soldato Cecilia, cerco di esserlo io. Però le condizioni carcerarie per una ragazza di 29 anni, che non ha compiuto nulla, devono essere quelle che non la possano segnare per tutta la vita". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni a palazzo Chigi.
"Poi se pensiamo a giorni o altro... io rispetto i tempi che mi diranno, ma le condizioni devono essere quelle di non segnare una ragazza che è solo un'eccellenza italiana, non lo sono solo il vino e i cotechini". Le hanno detto qualcosa sui tempi? "Qualche cosa - ha risposto -, ma cose molto generiche, su cui adesso certo attendo notizie più precise".
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "La prima cosa sono condizioni più dignitose di vita carceraria e poi decisioni importanti e di forza del nostro Paese per ragionare sul rientro in Italia, di cui io non piango, non frigno e non chiedo tempi, perché sono realtà molto particolari". Lo ha detto Elisabetta Vernoni, mamma di Cecilia Sala, dopo l'incontro a palazzo Chigi con la premier Giorgia Meloni.
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "Adesso, assolutamente, le condizioni carcerarie di mia figlia". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni a palazzo Chigi ai cronisti che le chiedono quali siano le sua maggiori preoccupazioni. "Lì non esistono le celle singole, esistono le celle di detenzione per i detenuti comuni e poi le celle di punizione, diciamo, e lei è in una di queste evidentemente: se uno dorme per terra, fa pensare che sia così...".