Oltre un miliardo di persone si trova ancora al buio e, per di più, risiede principalmente nelle regioni più vulnerabili ai cambiamenti climatici. Gran parte della popolazione dell’Africa sub-sahariana cucina con focolai rudimentali e utilizza metodi di illuminazione inquinanti e costosi. Questo non solo comporta problemi alla salute umana e all’ambiente, ma ostacola anche l’educazione e l’integrazione di buona parte della popolazione. L’accesso all’energia è infatti uno dei pilastri riconosciuti dello sviluppo sostenibile e uno dei temi di un evento organizzato da Elettricisti Senza Frontiere su soluzioni concrete, all’interno della COP21 di Parigi. Come sostiene Jean-Louis Borloo (Energy for Africa), “non è la democrazia a portare la luce, è la luce a portare educazione e democrazia”. Parole significative in un momento storico di forti tensioni internazionali.

L’elettrificazione delle zone rurali, accompagnata dall’installazione di piccoli impianti a fonti di energia rinnovabile, e l’efficientamento di sistemi di cottura sono dunque due fattori fondamentali per coniugare mitigazione e sviluppo sostenibile, come dimostra il caso del villaggio di Safo (Niger), il cui sindaco ha presentato il progetto in corso di utilizzo di cucine più efficienti. Attività simili, costituite da semplici ma capillari interventi domestici, sono anche parte di progetti di compensazione delle emissioni, tra cui questo sviluppato da Coopi. Consentono di migliorare la qualità di vita grazie a combustioni più efficienti, riducendo sia le emissioni che la quantità di legna, trasportata spesso dalle donne.
“In Africa, ogni dollaro investito in accesso all’energia si riflette in una crescita di 15 dollari del Pil” dice Antonio Mexia, di Euelectric, che ha posto molta enfasi nel confutare le obiezioni di chi si oppone a un cambio del modello energetico, mostrando come molte soluzioni tecnologiche siano economicamente fattibili e convenienti. Insiste inoltre sulla necessità di apporre una tassa alle emissioni di CO2 a livello globale, che rifletta i costi ambientali e sociali. Francesco Venturini di Enel Green Power, il principale produttore privato di energia da fonte rinnovabile in Africa, assicura un cambio di direzione verso un business green anche nel campo energetico. Le enormi potenzialità di sfruttamento dell’energia solare e, in misura minore, della geotermia e dell’idroelettrico, lasciano presagire una diffusione sempre crescente delle rinnovabili nel Sud del Mondo. Una trasformazione che, secondo il dirigente, è fattibile a una sola condizione: una legislazione fatta di poche, semplici regole efficaci, che possano assicurare nel tempo la profittabilità agli investimenti necessari.
“Non è una transizione energetica, è una rivoluzione” dice Henri Lachmann di Schneider Electric, che ritiene fondamentale formare ed educare sia personale tecnico locale che gli utenti. In questo senso, l’elettrificazione in zone rurali è una sfida anche a livello di gestione delle reti, come sottolinea il presidente della rete elettrica francese (RTE): mini-reti elettriche intelligenti sono imprescindibili per garantire la continuità del servizio e per favorire l’installazione di impianti a energia rinnovabile. Proprio perché queste zone sono tecnologicamente vergini, i progetti realizzati risultano all’avanguardia: ad esempio, gli utenti pagano la bolletta con il cellulare, e la gestione delle reti avviene digitalmente. Da questo punto di vista, si aprono sfide e opportunità molto interessanti per il settore privato.
Per chiudere, segnaliamo la presentazione dell’aereo a propulsione esclusivamente solare, Solar Impulse, impegnato nel giro del mondo senza necessità di rifornirsi, come prova della fattibilità e dell’esigenza di un radicale cambio del mondo dei trasporti. Secondo il presidente Piccard, se nel campo dell’informazione e tecnologia si sono fatti passi da giganti, a livello di gestione dell’energia utilizziamo ancora metodi molto arretrati: dall’eccessivo consumo energetico di edifici mal isolati, alla dipendenza pressoché totale dai combustibili fossili dei mezzi di trasporto. “La responsabilità – dice Piccard – è da cercarsi soprattutto nei governi, che mostrano poca propensione a implementare normative pratiche contro lo spreco energetico.”
La Cop21 è anche questo: soluzioni concrete proposti da società civile e settore privato, che reclamano ai governi più sforzi per dare un supporto politico e finanziario.
di Daniele Viganò, delegato alla Cop21
Italian Climate Network
Il movimento per il clima
Ambiente & Veleni - 2 Dicembre 2015
Cop21, a Parigi per illuminare l’Africa: oltre un miliardo di persone senza elettricità
Oltre un miliardo di persone si trova ancora al buio e, per di più, risiede principalmente nelle regioni più vulnerabili ai cambiamenti climatici. Gran parte della popolazione dell’Africa sub-sahariana cucina con focolai rudimentali e utilizza metodi di illuminazione inquinanti e costosi. Questo non solo comporta problemi alla salute umana e all’ambiente, ma ostacola anche l’educazione e l’integrazione di buona parte della popolazione. L’accesso all’energia è infatti uno dei pilastri riconosciuti dello sviluppo sostenibile e uno dei temi di un evento organizzato da Elettricisti Senza Frontiere su soluzioni concrete, all’interno della COP21 di Parigi. Come sostiene Jean-Louis Borloo (Energy for Africa), “non è la democrazia a portare la luce, è la luce a portare educazione e democrazia”. Parole significative in un momento storico di forti tensioni internazionali.
L’elettrificazione delle zone rurali, accompagnata dall’installazione di piccoli impianti a fonti di energia rinnovabile, e l’efficientamento di sistemi di cottura sono dunque due fattori fondamentali per coniugare mitigazione e sviluppo sostenibile, come dimostra il caso del villaggio di Safo (Niger), il cui sindaco ha presentato il progetto in corso di utilizzo di cucine più efficienti. Attività simili, costituite da semplici ma capillari interventi domestici, sono anche parte di progetti di compensazione delle emissioni, tra cui questo sviluppato da Coopi. Consentono di migliorare la qualità di vita grazie a combustioni più efficienti, riducendo sia le emissioni che la quantità di legna, trasportata spesso dalle donne.
“In Africa, ogni dollaro investito in accesso all’energia si riflette in una crescita di 15 dollari del Pil” dice Antonio Mexia, di Euelectric, che ha posto molta enfasi nel confutare le obiezioni di chi si oppone a un cambio del modello energetico, mostrando come molte soluzioni tecnologiche siano economicamente fattibili e convenienti. Insiste inoltre sulla necessità di apporre una tassa alle emissioni di CO2 a livello globale, che rifletta i costi ambientali e sociali. Francesco Venturini di Enel Green Power, il principale produttore privato di energia da fonte rinnovabile in Africa, assicura un cambio di direzione verso un business green anche nel campo energetico. Le enormi potenzialità di sfruttamento dell’energia solare e, in misura minore, della geotermia e dell’idroelettrico, lasciano presagire una diffusione sempre crescente delle rinnovabili nel Sud del Mondo. Una trasformazione che, secondo il dirigente, è fattibile a una sola condizione: una legislazione fatta di poche, semplici regole efficaci, che possano assicurare nel tempo la profittabilità agli investimenti necessari.
“Non è una transizione energetica, è una rivoluzione” dice Henri Lachmann di Schneider Electric, che ritiene fondamentale formare ed educare sia personale tecnico locale che gli utenti. In questo senso, l’elettrificazione in zone rurali è una sfida anche a livello di gestione delle reti, come sottolinea il presidente della rete elettrica francese (RTE): mini-reti elettriche intelligenti sono imprescindibili per garantire la continuità del servizio e per favorire l’installazione di impianti a energia rinnovabile. Proprio perché queste zone sono tecnologicamente vergini, i progetti realizzati risultano all’avanguardia: ad esempio, gli utenti pagano la bolletta con il cellulare, e la gestione delle reti avviene digitalmente. Da questo punto di vista, si aprono sfide e opportunità molto interessanti per il settore privato.
Per chiudere, segnaliamo la presentazione dell’aereo a propulsione esclusivamente solare, Solar Impulse, impegnato nel giro del mondo senza necessità di rifornirsi, come prova della fattibilità e dell’esigenza di un radicale cambio del mondo dei trasporti. Secondo il presidente Piccard, se nel campo dell’informazione e tecnologia si sono fatti passi da giganti, a livello di gestione dell’energia utilizziamo ancora metodi molto arretrati: dall’eccessivo consumo energetico di edifici mal isolati, alla dipendenza pressoché totale dai combustibili fossili dei mezzi di trasporto. “La responsabilità – dice Piccard – è da cercarsi soprattutto nei governi, che mostrano poca propensione a implementare normative pratiche contro lo spreco energetico.”
La Cop21 è anche questo: soluzioni concrete proposti da società civile e settore privato, che reclamano ai governi più sforzi per dare un supporto politico e finanziario.
di Daniele Viganò, delegato alla Cop21
Articolo Precedente
Rifiuti Livorno, il manager che salvò Aamps: “Un casino puttano. Concordato? La politica non potrà rompere i coglioni”
Articolo Successivo
Cop21 a Parigi, aumentano le emissioni di ipocrisia
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Usa: “Telefonata Trump-Putin? Pace mai così vicina”. “Il tycoon pensa a riconoscere la Crimea come russa”. Armi, l’Ue vuole altri 40 miliardi dai “volenterosi”
Mondo
Contro Trump il Canada si fa scudo anche con la corona: “Noi e Regno Unito sovrani sotto lo stesso re”
Mondo
Scontro a distanza Francia-Usa. “Ridateci la statua della libertà”, “Non parli tedesco grazie a noi”
Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".