Montaggio di alto livello e SuperSimo, che ha dato al programma il solito tocco scanzonato e “gagliardo”: il risultato? Una televisione di qualità, moderna ed efficace
Tronisti senza trono, senza sopracciglia spinzettate o pettorali depilati che esplodono sotto magliette strizzatissime. Ragazzi normali, belli e meno belli, che nella vita fanno gli agricoltori o gli allevatori e che si sono messi in gioco per “coltivare l’amore”. Sono stati loro i protagonisti de Il contadino cerca moglie, il programma condotto da Simona Ventura su FoxLife che martedì sera ha chiuso i battenti con la puntata finale e le relative scelte.
È la risposta bucolica e ironica a Uomini e Donne, la riscossa della gente “normale” rispetto ai bambolotti tutti uguali che, tra una serata in discoteca e una paparazzata sui giornali di gossip, hanno impervesato in tv negli ultimi anni. È proprio questo il punto di forza del programma di FoxLife, un format originale che ha avuto in Simona Ventura la conduttrice ideale. SuperSimo, che da qualche tempo si è reinventata freelance di successo tra Rai, La7 e Sky, ha dato al programma il solito tocco scanzonato e “gagliardo” che le è proprio, riuscendo a conciliare la forza narrativa del racconto televisivo e un piglio aggressivo che rende i suoi programmi pieni di ritmo, a prescindere dai gusti personali sul suo modo di fare televisione.
Il contadino cerca moglie è sicuramente un esperimento riuscito, e il merito è anche di un montaggio di alto livello, in linea con il nuovo modo di fare tv nel solco di Pechino Express, MasterChef e di altri talent, docureality o adventure game di successo. Gli scenari bucolici, poi, sono qualcosa di antico ma contemporaneamente di inedito per la tv dei giorni nostri, e un campo di grano o un frutteto, ripresi con perizia, sembravano qualcosa di rivoluzionario, visto l’andazzo.
Manolo, Pietro, Giuseppe, Dario e Giorgio hanno fatto le loro scelte: qualcuna è andata bene, con tanto di lieto fine, altre meno. Ma in fondo le nascenti storie d’amore dei protagonisti sono solo una nota a margine di un prodotto televisivo che è stato ben altro. Anche se lo slogan della trasmissione, ripetuto come un mantra dalla Ventura, era “coltiviamo l’amore”, alla fine della fiera possiamo dire che la coltura più riuscita è stata quella di una televisione di qualità, moderna ed efficace. Come troppo spesso accade negli ultimi tempi, la buona tv è destinata a pochi eletti, cioè gli abbonati Sky (che non sono poi così pochi, in realtà, ma rispetto alla platea generalista sono una goccia nel mare).
È questo il dato principale che realtà come il “Contadino” sottolineano in tutto la sua evidenza: per guardare un programma di qualità (anche nazionalpopolare, che non è una parolaccia, sia chiaro) tocca pagare un abbonamento. È un dato di fatto con cui fare i conti. Ma più che noi telespettatori, i conti dovrebbero farli i signori dei canali in chiaro, troppo spesso timorosi e pavidi quando si chiede un guizzo di creatività e una giusta dose di rischio.
Simona Ventura esce rafforzata dall’esperienza de Il Contadino cerca moglie. Dopo la fine dell’esperienza come giudice di XFactor, la Panterona di Chivasso c’ha messo un po’ di tempo per ritrovare la propria dimensione televisiva. Spiaceva, e lo abbiamo scritto più volte, vederla relegata ai margini della tv che conta (per scelta sua, magari, ma il risultato non cambia). Ebbene, Il Contadino ci ha restituito la Ventura dei tempi migliori, con la differenza che, adesso, ha dimostrato di poter essere protagonista anche nella nuova televisione, distinta e distante da quella delle Isole dei tempi d’oro o di Quelli che il calcio.
E in un momento in cui andiamo a cercare il nuovo personaggio televisivo chissà dove, con risultati spesso assai deludenti (Skin docet), fa piacere constatare che SuperSimo (che in passato abbiamo anche criticato, e con una certa ferocia) è viva e lotta insieme a noi. Ne sentivamo la mancanza. Assai.