Il bilancio pubblico pesantemente truccato, tanto da essere bocciato dalla Corte dei Conti, fa tremare la poltrona della presidente del Brasile Dilma Rousseff. Mercoledì sera il presidente della Camera dei deputati, Eduardo Cunha, ha infatti autorizzato a sorpresa la messa in stato di accusa (impeachment) nei confronti di Rousseff, rieletta per altri quattro anni nell’ottobre scorso. La presidente, la cui popolarità negli ultimi mesi è caduta sotto il 10%, ha reagito con “indignazione” e definito “inconsistenti e improcedibili” le motivazioni. Cioè appunto la bocciatura del bilancio 2014 e la presunta violazione, da parte del governo, della legge di responsabilità fiscale. “Non ho commesso alcun atto sbagliato, né ci sono sospetti che abbia usato irregolarmente del denaro pubblico”, ha sostenuto Rousseff.

Ma nei mesi scorsi i brasiliani sono scesi in piazza più volte per chiederne le dimissioni: in agosto a Brasilia, Rio de Janeiro e San Paolo hanno manifestato quasi 900mila persone. La presidenta è infatti implicata anche nella maxi inchiesta per corruzione Lava Jato, in cui è coinvolto il gruppo petrolifero Petrobras che stando alle accuse ha distribuito almeno 4 miliardi di dollari di mazzette al Partito dei Lavoratori, la formazione dell’ex presidente Inacio Lula da Silva e della stessa Rousseff, ex presidente del consiglio di amministrazione della società. Lo scandalo, oltre ad aver avuto pesanti ripercussioni sui lavori del Parlamento, ha frenato l’industria e ora si sta allargando anche ai servizi.

Sullo sfondo c’è il contesto economico di un Paese che, dopo anni di forte crescita che l’hanno portato nel gruppo degli emergenti più promettenti (i Brics), è caduto in profonda recessione. Secondo l’Ibge, l’istituto nazionale di statistica, nel terzo trimestre di quest’anno il Pil si è contratto del 4,5% rispetto allo stesso periodo del 2014 e dell’1,7% sui tre mesi precedenti. I consumi sono scesi dell’1,5% rispetto al trimestre precedente, il settore industriale ha segnato una contrazione dell’1,3% e l’agricoltura del 2,4%. La disoccupazione ha superato l’8% e il real è ai minimi da un anno a questa parte nei confronti del dollaro. “Una combinazione di bassi prezzi delle materie prime, contrazione di bilancio e la fine del boom del credito al consumo hanno colpito quella che un tempo era una delle economie col più alto tasso di crescita al mondo”, ha riassunto il Financial Times. Risultato: a settembre l’agenzia Standard&Poor’s ha ridotto a “spazzatura” il rating del Paese. E ora, secondo il New York Times, il procedimento di impeachment potrebbe aggravare la situazione impedendo a Rousseff di ottenere dal Parlamento il via libera alle misure di austerità necessarie.

Da parte sua, Cunha ha sottolineato che la decisione di autorizzare l’impeachment, su cui ora dovrà votare il Parlamento, è stata “puramente tecnica”. Ma i risvolti politici sono evidenti. Peraltro anche il mandato del presidente della Camera è a rischio, visto il suo coinvolgimento in Lava Jato e la scoperta di conti segreti a suo nome in Svizzera. Il gruppo del Partito dei Lavoratori alla Camera ha annunciato che voterà a favore dell’apertura di un processo contro di lui nel Consiglio di etica.

 

 

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