“Signori, scusate il disturbo. Dovete lasciare la struttura, c’è una situazione estrema”. L’insolita richiesta agli ospiti del Baur au Lac di Zurigo è arrivata alle sei del mattino. Ad annunciarla ai presenti nella hall, il direttore del lussuoso hotel svizzero da 650 dollari a notte. In quel momento, come accaduto sei mesi fa nello stesso 5 stelle, gli uomini della polizia cantonale, entrati da un ingresso secondario con mandati di arresto in mano, stavano bussando alle porte delle camere di una dozzina di attuali o ex alti funzionari Fifa accusati di “associazione a delinquere, riciclaggio di denaro sporco e frode”. Tra i fermati ci sono anche il presidente della Confederazione Sudamericana, Huan Angel Napout, e il numero uno della Concacaf Alfredo Hawit, a capo della confederazione che guida il calcio del Nord e Centroamerica oltre a quello caraibico.
Come riportato dal New York Times, si tratta di una nuova tranche della maxi-inchiesta che a maggio ha incrinato la governance del massimo organismo calcistico: nel corso delle indagini il pubblico ministero del distretto est di New York ha accertato che il sospetto di aver accettato tangenti “si è esteso anche a queste persone”. Secondo gli inquirenti il giro di mazzette avrebbe riguardato la vendita dei diritti di marketing legati a tornei di calcio in America Latina e a partite di qualificazione per i Mondiali, reati almeno in parte concordati e preparati negli Stati Uniti e compiuti con versamenti attraverso banche statunitensi.
Gli arresti sono stati compiuti a poche ore dalla seconda giornata di riunione del Comitato esecutivo Fifa per discutere le riforme della governance a sei mesi di distanza dal terremoto che ha scosso la federazione. Ora arriva una seconda operazione di polizia, corposa nei numeri come quella di maggio, quando mancano ormai poche settimane all’elezione del successore di Sepp Blatter, solo sfiorato dalle indagini penali statunitensi che hanno interessato molti papaveri della Fifa ma non l’ex capo indiscusso del calcio mondiale. Blatter sta ora scontando una sospensione di novanta giorni come il presidente dell’Uefa Michel Platini, che sembrava il candidato principe per la sua successione, per una inchiesta svizzera su presunti fondi illeciti che il capo della Fifa avrebbe messo a disposizione del francese nel febbraio 2011.
L’Ufficio federale di giustizia svizzera ha fatto sapere che la polizia svolgerà in giornata “audizioni relative alle domande d’arresto delle autorità statunitensi”. Se gli indagati accetteranno d’essere estradati, si applicherà una procedura semplificata che renderà immediata la richiesta del pubblico ministero newyorchese. Altrimenti, lo stesso Ufg chiederà agli Stati Uniti di presentare una domanda formale entro 40 giorni. Nella prima parte dell’operazione, quella del 27 maggio scorso, solo Jeffrey Webb e José Maria Marin hanno acconsentito all’estradizione semplificata e sono stati consegnati alle autorità americane il 15 luglio e il 3 novembre. “Eugenio Figueredo, Eduardo Li, Julio Rocha, Costas Takkas e Rafael Esquivel si sono invece opposti e i loro ricorsi sono pendenti dinanzi al Tribunale penale federale”, ha spiegato in una nota l’Ufg. L’Ufficio federale di giustizia svizzera informa inoltre che sulla base di quattro rogatorie sono stati bloccati in varie banche svizzere, dopo l’acquisizione della pertinente documentazione, una serie di conti attraverso i quali sarebbero transitate le tangenti.