C'è anche il nome del presidente della Fondazione Fiera di Milano, secondo l'Espresso, tra i 27mila emersi nelle carte dell'inchiesta della Procura di Forlì. Accertamenti anche su altri personaggi dell'economia, della politica e dello spettacolo. Indagini già chiuse su Vasco Rossi: "Aveva fatto rientrare 3 milioni di euro dalla Repubblica del Titato regolarmente, grazie allo scudo fiscale di Tremonti"
C’è anche quello di Benito Benedini, presidente della Fondazione che controlla la Fiera di Milano, tra i circa 27mila nomi emersi nelle carte delle indagini della Guardia di Finanza e della Procura di Forlì sul denaro esportato a San Marino. A scrivere i dettagli dell’inchiesta è l’Espresso, nel prossimo numero. Nella lunga lista ci sono personaggi dell’economia, ma anche della politica e dello spettacolo. A Benedini, alla guida di diverse grandi società, i magistrati contestano depositi per circa 4 milioni di euro, depositati in banche della Repubblica del Titano in periodi fino a 5 anni. Il manager milanese, che è stato già sentito dalla Procura emiliana, ha spiegato che erano redditi personali, non dichiarati al fisco italiano solo inizialmente, ma poi regolarizzati grazie allo scudo fiscale del 2009-2010, varato dall’allora ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Come in tutti i casi di questo tipo, spiega l’Espresso in un’anticipazione, l’inchiesta continua, per verificare la provenienza dei fondi, risalire ad altri conti e confermare la regolarità del condono.
Tra le altre personalità coinvolte compare Giacchino Gabbuti, manager romano che ha gestito tra l’altro le società municipalizzate Atac e Roma Patrimonio durante il mandato da sindaco di Gianni Alemanno. Ma in questa inchiesta rientra anche la perquisizione a casa di Vasco Rossi, anche se in questo caso le fiamme gialle hanno già concluso le loro indagini accertando che il rocker di Zocca aveva sì trasferito 3 milioni di euro a San Marino, ma poi li aveva fatti rientrare con lo scudo di Tremonti.
E ancora. Tra i nomi pubblicati dall’Espresso ci sono Franco Lazzarini, manager genovese delle assicurazioni Ital Brokers, ritenuto vicino all’ex presidente della Regione Liguria Claudio Brulando, e Gerardo Segat, dirigente della Tax & Finance che assisteva Bee nella trattativa per l’acquisto del 48 per cento del Milan di Berlusconi.