La Finanza ha perquisito le sedi della banca online del gruppo Ubi nell'ambito di un’inchiesta del pm Elio Ramondini. Nel mirino le operazioni di quattro società con sedi nei paradisi fiscali, che hanno movimentato 16 milioni negli ultimi due anni. Coinvolti 12 funzionari e un broker. Ma il decreto approvato dal governo il 13 novembre depenalizza la mancata verifica della clientela
Sui conti di Iw Bank, la banca on line del gruppo Ubi, sono transitati negli ultimi due anni circa 16 milioni di euro di quattro società con sedi in paradisi fiscali come le Bahamas e le Cayman. Per questo il pubblico ministero di Milano Elio Ramondini indaga su 12 funzionari della banca popolare e un broker, con l’ipotesi di reato di violazione delle norme antiriciclaggio: secondo l’accusa non hanno fatto adeguate verifiche sui clienti. Per questo il pm ha mandato oggi le Fiamme Gialle del Nucleo valutario a perquisire gli uffici di Milano, Varese e Brescia dell’istituto. L’inchiesta è partita da un’ispezione dell’Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d’Italia condotta nel 2013, a seguito della quale sono state segnalate oltre 100mila posizioni, ossia conti correnti ‘sospetti’.
In soccorso dei tredici iscritti nel registro degli indagati potrebbe però arrivare il decreto approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri il 13 novembre, che depenalizza il mancato rispetto degli obblighi in materia di “prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo“. Se il testo passerà così com’è, infatti, non sarà più reato la mancata “verifica della clientela”, ora obbligatoria quando quando “vi è sospetto di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo” e quando i clienti “eseguono operazioni occasionali disposte dai clienti che comportino la trasmissione o la movimentazione di mezzi di pagamento di importo pari o superiore a 15.000 euro”.
Anche nel giugno dello scorso anno i finanzieri si erano presentati nelle sedi di Iw Bank, ma quel blitz si inseriva nell’ambito di un’altra inchiesta: quella della procura di Bergamo per ostacolo all’attività di vigilanza. Tra gli indagati anche il presidente di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli e il presidente del consiglio di gestione di Ubi-Banca Franco Polotti, oltre al presidente del consiglio di sorveglianza Andrea Moltrasio, che secondo i pm hanno messo in campo, all’insaputa della vigilanza, un “sistema di regole tale da predeterminare i vertici“ della popolare.