Accolta richiesta d'appello chiesta dal pubblico ministero dopo che nella sentenza di primo grado gli fu riconosciuto l'omicidio colposo. Per la tesi difensiva ha ucciso la compagna Reeva Steenkamp perché scambiata per un ladro
Fu omicidio volontario. Lo ha stabilito la Corte suprema del tribunale del Sudafrica, accogliendo la richiesta d’appello sul caso di Oscar Pistorius, l’atleta sudafricano che uccise a colpi di pistola la compagna Reeva Steenkamp: rischia una pena di almeno 15 anni. Il ricorso era stato voluto dal pubblico ministero convinto che il 29enne sudafricano abbia ucciso volontariamente la compagna e non per errore, come aveva stabilito la sentenza di primo grado.
La Corte ha definito il verdetto confuso. L’atleta sudafricano ha sempre sostenuto che la notte tra il 13 e il 14 febbraio 2013 scambiò la compagna per un ladro che si era introdotto nella sua casa a Pretoria. Ma la Corte non gli crede. “Ancora non è chiaro quale sia la versione di Oscar Pistorius. L’ha cambiata diverse volte durante il processo”, ha affermato Eric Leach, uno dei cinque giudici. “Non ho dubbi – ha poi aggiunto – che sparando i colpi l’accusato debba avere previsto che stava mettendo a rischio la vita di qualcuno”.
I giudici avevano accolto la tesi difensiva e il 21 ottobre 2014 l’avevano condannato l’atleta a 5 anni per omicidio colposo. Attualmente è agli arresti domiciliari che sta scontando a casa di uno zio. Secondo la legge sudafricana, infatti, i domiciliari scattano a un sesto della pena di cinque anni. E’ stato scarcerato nell’ottobre scorso, a meno di 3 anni dall’omicidio della compagna.
Pistorius, prima dell’omicidio della fidanzata, era diventato famoso per la sua carriera nell’atletica, nonostante l’amputazione di entrambe le gambe. Dopo aver vinto quattro titoli alle paralimpiadi, è stato il primo atleta amputato a conquistare una medaglia in una competizione per normodotati grazie all’argento nella staffetta 4×400 ai mondiali di Daegu del 2011.