“Ho deciso di indire un Giubileo Straordinario, che abbia al suo centro la Misericordia di Dio. Sarà un Anno Santo della Misericordia”. Sono le parole pronunciate da papa Francesco il 13 marzo 2015 quando ha indetto il Giubileo della Misericordia.
Da quel giorno, come accaduto con i grandi eventi vissuti nel passato, la città di Roma ha iniziato i lavori per prepararsi allontanando dagli occhi di turisti e pellegrini i segni del degrado che, come rughe, segnano il suo volto. Solo di recente si sono aperti i primi cantieri, anche se alcune attività di pulizia e bonifica erano iniziate subito dopo l’annuncio del Pontefice. “Ci sono persone a Roma – ha scritto Roberto Saviano l’8 ottobre scorso – che le istituzioni vorrebbero far sparire come la polvere. Sono le famiglie rom che vivono ai margini della Capitale, in baracche fatiscenti. Eppure quelle baracche sono casa. L’unica per i loro figli”.
Nella Capitale da una decina di anni vivono stabilmente circa 2.500 persone rom che abitano in insediamenti di fortuna. In una città di quasi 3 milioni di abitanti il “granello di polvere” rappresenta lo 0,09% della popolazione e dal 2007, per “spazzarlo” dalla città si sono spesi decine di milioni di euro. Dopo il 13 marzo si è assistito a una impennata degli sgomberi forzati e centinaia di famiglie rom, con i rispettivi bambini, hanno visto le loro abitazioni distrutte dalle ruspe comunali.
Incontrai Maria nel corso dello sgombero di Val d’Ala l’estate di due anni fa. Davanti alla baracca abbattuta dalla ruspa comunale non una lacrima, ma solo un sorriso amaro: “Negli ultimi anni io e la mia famiglia siamo stati sgomberati tante volte, anche nel giro di poco tempo. La polizia arriva, distrugge le nostre baracche, distrugge le nostre tende, distrugge i nostri materassi. E noi rimaniamo senza niente, senza idee sul nostro destino, esattamente come oggi”. Maria lavora come colf a ore e prima di recarsi al lavoro “cambia pelle” per allontanare la puzza di fumo di cui la vita all’aperto ti impregna. Quel giorno di luglio non ebbe il tempo di farlo perché impegnata a raccogliere le poche cose che gli restavano sul prato che gli operatori del Comune intendevano “bonificare”. Una bonifica annunciata sui social con trionfalismo dal presidente del Municipio.
“Il Giubileo inizierà l’8 dicembre – ha continuato Saviano – e sembra che entro quella data si voglia far pulizia degli insediamenti informali in cui i rom vivono, togliendo il problema dalla vista, ma senza affrontarlo, senza provare a risolverlo”. Dall’annuncio di papa Francesco all’inizio del Giubileo gli sgomberi a Roma sono triplicati rispetto al periodo precedente, arrivando alla media record di 10 sgomberi al mese. Sgomberi che violano le convenzioni internazionali, che vengono realizzati in assenza delle garanzie previste dalla legge, che spostano il problema dietro l’angolo, che utilizzano ingenti risorse economiche pubbliche, che spazzano la polvere sotto il tappeto.
Non importa poi se gli “scarti” sono materiali o umani. L’importante è allontanarli dai percorsi giubilari. Per questo l’Associazione 21 luglio ha lanciato l’appello Peccato Capitale, al quale hanno già aderito decine di organizzazioni oltre a Roberto Saviano, Piotta, Sabina Guzzanti, Ascanio Celestini, Alex Zanotelli. E’ stato proprio il missionario comboniano a dichiarare: “Non voglio che questo diventi il Giubileo del folclore, del turismo, del businness, ma il Giubileo che metta al primo posto le persone. E’ chiaro che a Roma all’ultimo posto ci sono i rom, maltrattati ed emarginati”.
Nell’appello viene chiesta al Commissario straordinario Tronca una moratoria degli sgomberi forzati – quelli che non rispondono ai criteri di legalità – durante il periodo del Giubileo e l’attivazione, dopo le elezioni del nuovo sindaco, di un tavolo volto a individuare soluzioni alternative per il “granello di polvere” che in questi anni ci siamo limitati a spazzare lontano dai nostri occhi. Un’iniziativa di buon senso che altre città europee hanno già intrapreso con successo. Ma a Roma da anni il buon senso non è di casa e già nell’Anno Santo del 2000 qualcuno parlò di “Giubileo nero degli zingari” per le straordinarie misure di sgomberi ed espulsioni promosse dal sindaco di allora. Sarà così anche questa volta?