Cronaca

Tangenti Capri, l’agendina del maresciallo con “interventi affettuosi” a ufficiali e politici: “Rischio uso per ricattare”

L'ex comandante della stazione dell'isola la chiamava scherzosamente "la mia assicurazione sulla vita". All'interno sono segnati i presunti favori a superiori e figure istituzionali: soggiorni alberghieri, cene, ormeggi di barche, acquisti di orologi

L’ex comandante dei carabinieri di Capri Michele Sansonne la chiamava, scherzosamente, “la mia assicurazione sulla vita in caso di problemi”. Era l’agendina sulla quale il sottufficiale ha annotato minuziosamente tutti gli “interventi affettuosi” (così li definisce in un’intercettazione) per alti ufficiali dell’Arma o altre figure istituzionali: soggiorni alberghieri, cene in ristoranti, ormeggi di imbarcazioni, acquisti di orologi. Per ognuno veniva segnato il nome del beneficiato, la data, la spesa fatta. Perché un giorno, forse, quelle cortesie potevano tornare utili. Perché quella lista, afferma la Procura di Napoli, poteva assumere in futuro una “finalità larvatamente ricattatoria”.

L’agendina dei piaceri” è spuntata fuori dalle carte dell’inchiesta su un giro di tangenti a Capri, nella quale Sansonne è indagato per corruzione e rivelazione del segreto d’ufficio insieme a un imprenditore del trasporto marittimo. Viene citata dai pm Giuseppina Loreto, Celestina Carrano ed Henry John Woodcock nel ricorso al Riesame col quale il pool Mani Pulite partenopeo, diretto dall’aggiunto Alfonso D’Avino, torna a chiedere per Sansonne, sospeso dal servizio il 7 novembre, la misura della custodia cautelare in carcere. Il gip Ludovica Mancini l’ha negata, ritenendo congrua la sospensione dai pubblici uffici per un anno.

Il taccuino è stato rinvenuto e sequestrato durante una perquisizione a gennaio, alle prime avvisaglie delle indagini condotte dai militari del Noe. Poco tempo dopo Sansonne è stato destituito dall’incarico e trasferito alla scuola dei Marescialli e Brigadieri di Firenze. In quelle poche settimane le cimici degli inquirenti hanno intercettato gli sfoghi dell’ex comandante con il capitano della compagnia di Sorrento e suo diretto superiore Leonardo Colasuonno: Sansonne temeva – scrivono i pm – che quel libretto di annotazioni, redatto per “tenere memoria delle cortesie fatte e al momento opportuno chiedere una forma di ricambio… diventasse di pubblico dominio e urtasse la suscettibilità degli ignari soggetti fruitori dell’intervento affettuoso”.

In caserma, però, quell’agenda non era un mistero. Sansonne ne avrebbe parlato a più riprese coi suoi sottoposti, e sono proprio loro, sentiti nel corso delle indagini, a dare notizie sul contenuto degli appunti e sui destinatari dei piaceri. L’ex vicecomandante Leo Bufo: “Sansonne mi disse in maniera scherzosa che quell’agenda rappresentava la sua assicurazione sulla vita in caso di problemi. Ci annotava le cortesie, a suo dire ‘istituzionali’, con dovizia di particolari in ordine al suo interessamento presso ristoranti o strutture alberghiere o altre attività commerciali”. Il maresciallo Ferdinando Varriale: “Sansonne mi disse di aver fatto cortesie ad alti ufficiali dei carabinieri, a magistrati, a sottosegretari alla Difesa. Mi ha ribadito più volte che li annotava nella prospettiva di renderli palesi nel caso gli fosse capitato qualcosa”. L’appuntato Michele Chimienti: “A Sansonne si rivolgevano per ‘trovare’ disponibilità sull’isola in periodi di forte affluenza turistica”.

Sansonne è stato per quasi 15 anni comandante dei carabinieri sull’isola azzurra. Con quegli “interventi affettuosi”, si legge nel ricorso del pm al Riesame, avrebbe acquisito “un potere contrattuale” che gli sarebbe tornato utile anche nei rapporti con il comando generale dell’Arma. Infatti, nonostante l’indagine per corruzione nota da gennaio, è stato trasferito a Firenze in un ruolo di prestigio – addetto all’ufficio logistico della scuola Sottufficiali – e gli è stato concesso un comodo  alloggio: “E’ proprio la forza contrattuale di Sansonne, insieme al grado rivestito, a far sì che la sospensione dai pubblici uffici non assicuri in alcun modo, anzi mette concretamente a rischio, il pericolo di inquinamento probatorio”.