Il rischio c’è tutto. Le aziende potranno fare pagare ai lavoratori i propri errori gestionali. L’avvertimento arriva dall’Europa, e più precisamente dalla Germania: a parlare è l’avvocato giuslavorista Gerald Wiedebusch. Il tema è quello lanciato dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti: una retribuzione basata non più sull’orario, ma sui risultati. Il governo si muove in questa direzione, come ha fatto capire il responsabile economico del Pd Filippo Taddei, con l’imminente disegno di legge sul lavoro agile, lo smart working. Anche se la partita vera, quella sul salario legato ai risultati, con ogni probabilità si giocherà nella riforma della contrattazione.
Prima di procedere per la sua strada, comunque, il governo dovrebbe guardare a quella Germania che Matteo Renzi ha sempre indicato come il modello in tema di lavoro. Qui, anche la parte fissa della retribuzione può essere legata ai risultati. “Sì, c’è il rischio che anche i dipendenti paghino per una strategia sbagliata del management”, spiega l’avvocato Wiedebusch a ilfattoquotidiano.it. D’altra parte, i tedeschi hanno studiato delle soluzioni per la salvaguardia dei lavoratori. “I salari a cottimo – prosegue il giuslavorista – di solito includono un livello minimo garantito di salario che deve essere pagato anche se il numero di pezzi prodotti sta calando per una cattiva situazione degli ordini”. E ancora: “Non è permessa una riduzione dei salari legata a un calo di fatturato o di profitti“. In Germania, ricorda l’avvocato, i dipendenti sono poi garantiti dal salario minimo legale, uno strumento che manca all’Italia, anche se il governo Renzi punta a introdurlo anche nel nostro Paese.
“Nella maggioranza dei casi di salario legato alla produttività, nella retribuzione questo criterio si mescola a quello dell’orario di lavoro – aggiunge Wiedebusch – Ma in generale, è anche possibile un salario basato solo sulla produttività”. Tra questi tipi di contratto, l’avvocato spiega che quello più comune è quello a cottimo, una parola che Poletti non vuole usare, ma che di fatto rappresenta la traduzione pratica della sua idea. “La base del salario è la mole di lavoro svolta dal dipendente – chiarisce il giuslavorista tedesco – Per esempio, i parametri che misurano il lavoro possono essere il numero di pezzi prodotti, il peso, la superficie, la distanza, la lunghezza”.
Ma chi decide questi parametri? “La regolazione del salario – prosegue l’avvocato – fa parte degli accordi tra impresa e lavoratore e non può essere portata avanti solo dall’azienda. Ma se il rapporto di lavoro è soggetto a contrattazione collettiva, allora questa sostituisce l’accordo individuale”. In Germania, insomma, anche i sindacati hanno voce in capitolo. Non solo. Tutto ciò che riguarda il lavoro agile in senso stretto, cioè il telelavoro, la reperibilità fuori orario, l’uso di cellulari aziendali, “è soggetto a codeterminazione da parte del consiglio di fabbrica. Se in azienda esiste questo organismo, l’impresa non può realizzare condizioni di smart working senza l’accordo con il consiglio di fabbrica”.
A questo punto, restano da capire le intenzioni del governo al riguardo. Le parole di Poletti hanno trovato subito il favore del Pd, che ha parlato per bocca di Taddei: “Una parte dello stipendio può essere riproporzionato sulla base della produttività”. E ha annunciato un collegato alla legge di Stabilità sul lavoro agile, affidato alla penna del giuslavorista Maurizio Del Conte. Il professore, contattato da ilfattoquotidiano.it, non è voluto entrare nel merito del provvedimento, ma ha precisato che nel testo “non si parlerà di retribuzione. Il discorso di Poletti era legato a un passaggio ulteriore, relativo alla modalità del modello retributivo, che si interseca con il lavoro agile ma non si esaurisce con quello”. Il punto di incontro sta nel fatto che “il lavoro agile presuppone un’organizzazione del lavoro capace anche di valutare i risultati, ma questa non è la parte normativa, è la parte di organizzazione del lavoro che sta alle imprese realizzare”. Insomma, la parola passerà alle aziende. E con tutta probabilità l’assist sarà fornito dallo stesso governo, che si prepara a riformare la contrattazione: l’idea è dare più rilevanza agli accordi aziendali e, di conseguenza, più potere alle imprese.
Lavoro & Precari
Lavoro agile, giuslavorista tedesco: “I dipendenti rischiano di pagare gli errori dell’azienda”
Il governo Renzi studia l'idea di legare la retribuzione non più all'orario, ma ai risultati. Gerald Wiedebusch spiega che in Germania questa possibilità c'è, ma i salari "a cottimo" includono un livello minimo garantito e non è permesso tagliarli se cala il fatturato. I parametri di misura della produttività, poi, sono decisi interpellando i sindacati
Il rischio c’è tutto. Le aziende potranno fare pagare ai lavoratori i propri errori gestionali. L’avvertimento arriva dall’Europa, e più precisamente dalla Germania: a parlare è l’avvocato giuslavorista Gerald Wiedebusch. Il tema è quello lanciato dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti: una retribuzione basata non più sull’orario, ma sui risultati. Il governo si muove in questa direzione, come ha fatto capire il responsabile economico del Pd Filippo Taddei, con l’imminente disegno di legge sul lavoro agile, lo smart working. Anche se la partita vera, quella sul salario legato ai risultati, con ogni probabilità si giocherà nella riforma della contrattazione.
Prima di procedere per la sua strada, comunque, il governo dovrebbe guardare a quella Germania che Matteo Renzi ha sempre indicato come il modello in tema di lavoro. Qui, anche la parte fissa della retribuzione può essere legata ai risultati. “Sì, c’è il rischio che anche i dipendenti paghino per una strategia sbagliata del management”, spiega l’avvocato Wiedebusch a ilfattoquotidiano.it. D’altra parte, i tedeschi hanno studiato delle soluzioni per la salvaguardia dei lavoratori. “I salari a cottimo – prosegue il giuslavorista – di solito includono un livello minimo garantito di salario che deve essere pagato anche se il numero di pezzi prodotti sta calando per una cattiva situazione degli ordini”. E ancora: “Non è permessa una riduzione dei salari legata a un calo di fatturato o di profitti“. In Germania, ricorda l’avvocato, i dipendenti sono poi garantiti dal salario minimo legale, uno strumento che manca all’Italia, anche se il governo Renzi punta a introdurlo anche nel nostro Paese.
“Nella maggioranza dei casi di salario legato alla produttività, nella retribuzione questo criterio si mescola a quello dell’orario di lavoro – aggiunge Wiedebusch – Ma in generale, è anche possibile un salario basato solo sulla produttività”. Tra questi tipi di contratto, l’avvocato spiega che quello più comune è quello a cottimo, una parola che Poletti non vuole usare, ma che di fatto rappresenta la traduzione pratica della sua idea. “La base del salario è la mole di lavoro svolta dal dipendente – chiarisce il giuslavorista tedesco – Per esempio, i parametri che misurano il lavoro possono essere il numero di pezzi prodotti, il peso, la superficie, la distanza, la lunghezza”.
Ma chi decide questi parametri? “La regolazione del salario – prosegue l’avvocato – fa parte degli accordi tra impresa e lavoratore e non può essere portata avanti solo dall’azienda. Ma se il rapporto di lavoro è soggetto a contrattazione collettiva, allora questa sostituisce l’accordo individuale”. In Germania, insomma, anche i sindacati hanno voce in capitolo. Non solo. Tutto ciò che riguarda il lavoro agile in senso stretto, cioè il telelavoro, la reperibilità fuori orario, l’uso di cellulari aziendali, “è soggetto a codeterminazione da parte del consiglio di fabbrica. Se in azienda esiste questo organismo, l’impresa non può realizzare condizioni di smart working senza l’accordo con il consiglio di fabbrica”.
A questo punto, restano da capire le intenzioni del governo al riguardo. Le parole di Poletti hanno trovato subito il favore del Pd, che ha parlato per bocca di Taddei: “Una parte dello stipendio può essere riproporzionato sulla base della produttività”. E ha annunciato un collegato alla legge di Stabilità sul lavoro agile, affidato alla penna del giuslavorista Maurizio Del Conte. Il professore, contattato da ilfattoquotidiano.it, non è voluto entrare nel merito del provvedimento, ma ha precisato che nel testo “non si parlerà di retribuzione. Il discorso di Poletti era legato a un passaggio ulteriore, relativo alla modalità del modello retributivo, che si interseca con il lavoro agile ma non si esaurisce con quello”. Il punto di incontro sta nel fatto che “il lavoro agile presuppone un’organizzazione del lavoro capace anche di valutare i risultati, ma questa non è la parte normativa, è la parte di organizzazione del lavoro che sta alle imprese realizzare”. Insomma, la parola passerà alle aziende. E con tutta probabilità l’assist sarà fornito dallo stesso governo, che si prepara a riformare la contrattazione: l’idea è dare più rilevanza agli accordi aziendali e, di conseguenza, più potere alle imprese.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".