Quando tra fine novembre e primi di dicembre è arrivato l’avviso della presentazione del Motor Show di Bologna, in tanti tra giornalisti e addetti ai lavori si sono chiesti: “Quale MotorShow? Non era stato annullato a inizio novembre, a meno di un mese dalla sua data programmata?” Il salone dell’auto presentato il 4 dicembre 2015 è in verità quello che si terrà fra un anno. Nel 2016. In una sala della Fiera, allestita per le grandi occasioni, circa 200 persone hanno partecipato a una presentazione di un evento che, a sentire il presidente di BolognaFiere, Duccio Campagnoli, si terrà di certo, ma fra 12 mesi. Anche se per ora, a parte la Fca, non è chiaro chi sarà presente tra le case automobilistiche mondiali che fino a una decina di anni fa non mancavano a un appuntamento in Emilia, e che con la crisi mondiale del mercato sono scappate via.

Anni difficili questi per quello che era un evento importantissimo a livello mondiale. L’annullamento dell’edizione 2013, il primo dei due, fu uno choc per una città che per decenni aveva visto arrivare milioni di persone per vedere carrozzerie fiammanti e belle donne in abiti succinti a fare da cornice. Poi l’edizione del 2014, organizzata con tanto impegno, era stata certamente al di sotto dei numeri di una volta, con appena 300mila visitatori. Infine, dopo la programmazione per un nuovo Motor Show nel 2015, ecco arrivare l’ennesimo annullamento in extremis, quando già gli alberghi in regione vendevano online i pacchetti per chi voleva venire a vedere il Motor Show.

Del resto solo a maggio 2015 BolognaFiere (società partecipata in maggioranza da enti pubblici tra cui spicca la Regione Emilia Romagna), aveva comprato il marchio Motor Show dalla società francesce Gl Events. Poco tempo per prepararsi dunque? “Volevamo riuscire a fare qualcosa già in questo 2015 – ammette Campagnoli – Poi abbiamo deciso, noi assieme alle case automobilistiche, che fosse bene pensare a un Motor Show pieno, più del 2014 certamente. Del resto la stessa Fca concorda con noi che in Italia debba tornare a esserci un nuovo salone dell’auto”. Ma di fronte alla domanda sulla disponibilità degli altri  grandi marchi automobilistici a tornare in Emilia, Campagnoli ancora non fa nomi ma si dice fiducioso e “convinto” che i grandi brand  non mancheranno: “Abbiamo la conferma di Fca e poi abbiamo tanti ‘sì’ che stavano per diventare definitivi prima dell’annullamento della edizione 2015”.

Durante la presentazione in Fiera (proprio nel giorno in cui, se fosse andato in porto, si sarebbe dovuto aprire il salone dell’auto edizione 2015), è stato presentato in un video il progetto tridimensionale di quello che saranno i padiglioni il prossimo anno. A disegnarlo è stato Paolo Maldotti, architetto di fama che ha lavorato anche tra i padiglioni dell’Expo di Milano. Oltre agli spazi per le auto, ci sarà un’area dedicata alle classiche d’epoca, una alle macchine di lusso, una ai modelli più rari, un’area di ristorazione e una dedicata alla ricambistica e agli accessori. Per quanto riguarda il programma, l’idea del presidente Campagnoli e delle altre società che hanno rilevato il marchio Motor Show, è di abbandonare la competizione sulle anteprime delle automobili. Quelle saranno lasciate ai grandi saloni internazionali (Parigi, Ginevra, Francoforte): l’idea è di realizzare a Bologna un evento dove l’appassionato possa, a dicembre, ammirare e testare i nuovi modelli appena messi in commercio, per poi andarli a comprare in concessionaria nei primi sei mesi dell’anno successivo. È quello infatti il semestre più prolifico per la vendita delle quattro ruote.

Di certo, comunque andrà a finire, non si potrà dire che l’attuale gestione di BolognaFiere non stia tentando in tutti i modi di salvare il Motor Show. Campagnoli tuttavia non vuole sentire parlare di accanimento terapeutico: “Non c’è un Motor Show annullato o fallito, c’è un bel progetto sostenuto dal mondo italiano dell’auto. Un progetto che nel 2016 tornerà nel calendario dell’Oica, organizzazione dei costruttori mondiali”. Del resto ora il salone di Bologna non sembra avere concorrenti in Italia. A fine 2013 colui che era stato il creatore del Motor Show, il bolognesissimo Alfredo Cazzola, si era detto pronto a organizzare un salone dell’auto a Milano. E Bologna era sembrata spacciata. Ma poi anche Cazzola, forse scoraggiato dalla crisi del settore, sembra avere abbandonato l’idea, o quantomeno sembra averla rinviata sine die. Poi c’è il salone primaverile al parco Valentino di Torino, che però non preoccupa Campagnoli: “È una bella manifestazione di successo, ma è un’altra cosa rispetto al Motor Show”. Insomma solo fra 12 mesi si capirà se la scommessa di un Motor Show ai tempi della crisi sarà stata vinta.

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