Putin è arrabbiato – da Il Fatto Quotidiano – http://www.amazon.it/dp/8877598565
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Roma, 23 nov. (Adnkronos) - Si accende la corsa per la presidenza della Figc. Il presidente federale Gabriele Gravina ha fissato la data ufficiale delle elezioni: il prossimo 3 febbraio a Roma presso l’Hotel Cavalieri A Waldorf Astoria. In attesa che Gravina, sciolga le riserve, al netto delle vicende giudiziarie, per la sua candidatura per proseguire il lavoro in Federazione, si sta muovendo qualcosa, accendendo la fantasia su ipotetici competitor del numero 1 di Via Allegri. L’idea è quella di trovare un nome forte, un ex calciatore e nelle ultime ore è emerso anche il nome di Alessandro Del Piero che sarebbe sostenuto dalle componenti tecniche, ma anche da molti club. Una candidatura che, se dovesse concretizzarsi, potrebbe cambiare gli attuali equilibri.
Del Piero questa sera era allo Juventus Stadium per seguire la sfida di rugby tra i fenomeni degli All Blacks e gli azzurri nella gara delle Autumn Nations Series. Michele Lamaro, capitano azzurro infortunato, ha consegnato nel pre-partita la maglia azzurra della nazionale proprio a Del Piero con il numero 10 ed il suo nome. “La prima cosa da fare verso i tifosi è guadagnarsi rispetto e amore e lo fai anche con la voglia di osare”, ha detto Del Piero, chissà se vorrà osare per affrontare un’altra sfida, questa volta fuori dal rettangolo di gioco.
Tel Aviv, 23 nov. (Adnkronos) - Il governo israeliano è pronto ad approvare, durante la riunione settimanale di domani, la proroga dell'ordinanza speciale che autorizza le Idf a richiamare 320.000 riservisti per un servizio di riserva esteso fino al 2 marzo 2025. Lo ha riferito il sito di notizie israeliano Walla.
"Domani, il governo approverà di nuovo l'estensione del servizio di riserva per 320.000 riservisti, le stesse persone che hanno già prestato servizio per 250 o 300 giorni. Se il governo arruolasse migliaia di giovani haredim, sarebbe possibile alleggerire il peso su coloro che prestano servizio e lavorano", ha affermato il leader dell'opposizione e membro della Knesset di Yesh Atid Yair Lapid in una dichiarazione su X.
Beirut, 23 nov. (Adnkronos/Afp) - Il Libano ha affermato che gli attacchi aerei israeliani di oggi hanno ucciso più di 55 persone, molte delle quali nel centro di Beirut, mentre il ministro della Difesa israeliano ha promesso un'azione decisa contro Hezbollah, in una telefonata con la sua controparte statunitense.
In particolare, i soccorritori hanno dichiarato che gli attacchi aerei israeliani in Libano prima dell'alba e il fuoco dei carri armati hanno ucciso 19 persone e ne hanno ferite più di 40. Un raid nel cuore di Beirut ha fatto crollare un edificio residenziale e ha scosso gli abitanti di tutta la città, causando la morte di almeno 20 persone e il ferimento di altre 66, ha reso noto il ministero della Salute libanese.
Roma, 23 nov. (Adnkronos) - "Io penso che sia come facevano gli antichi guerrieri che battevano la spada sullo scudo per intimorire l'avversario. I missili di cui Putin parla, con i quali è stato fatto un esperimento l'altro giorno, sono missili vecchi, non c'è nessuna novità. Sono missili ritoccati, insomma hanno rifatto un po' il trucco a missili che avevano per cercare di spaventare l'avversario ucraino per fare la voce grossa". Lo ha detto a '4 di sera Weekend' il vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani, parlando del missile Oreshnik, l'ultima arma utilizzata da Mosca nella guerra con l'Ucraina. "E' un'altra cosa che ha fatto l'Ucraina per cercare di arrivare poi con una posizione di forza nel momento in cui ci sarà una trattativa - spiega Tajani - La stessa cosa hanno fatto gli ucraini occupando una parte di territorio russo. Però gli ucraini sono coloro che si difendono, l'aggressore è Putin".
"Che poi Putin possa fare minacce pericolose, questo è vero - ammette il ministro - Lui è cresciuto con la cultura del Kgb: pensa che tutto si risolva con la forza e con l'uso delle forze armate. E conosce poco evidentemente lo strumento della diplomazia che è quello al quale siamo abituati noi come paese democratico. L'Occidente come realtà democratica ha altri sistemi, altre convinzioni anche perché siamo stati educati diversamente, con la cultura di De Gasperi". Quanto alla decisione degli Stati Uniti e Gran Bretagna di usare i loro missili sul territorio russo, prosegue Tajani, "io credo che gli americani abbiano reagito alla presenza di soldati nordcoreani pronti a combattere contro gli ucraini. Quella dei russi è stata una provocazione: coinvolgere un altro paese che non ha nulla a che fare con l'Ucraina, non ha mai avuto contenziosi storici con l'Ucraina, la Corea del Nord".
"La Corea del Nord - prosegue - secondo me anche senza aver informato la Cina, si è mossa per dare manforte ai russi, i quali credo hanno dato forniture energetiche, hanno pagato abbondantemente la presenza dei militari. Loro hanno bisogno di mandare fanteria a combattere perché hanno avuto già decine e decine se non centinaia di migliaia di morti. Hanno bisogno, è brutto da dire, di carne da macello. Hanno bisogno di truppe che vadano all'assalto e muoiano in combattimento. Se non sono russi è meglio per Putin perché non ha poi da fare i conti con l'opinione pubblica interna che devo dire in gran parte è favorevole a Putin, perché è abituata allo Zar, a Stalin e poi a lui".
"Al vertice di Varsavia di qualche giorno fa, dei cinque paesi più importanti dell'Europa, l'Italia, la Polonia, la Francia, la Germania, la Spagna più il Regno Unito - sottolinea Tajani - abbiamo deciso di continuare a lavorare insieme per difendere il diritto internazionale e lavorare insieme anche con la nuova amministrazione degli Stati Uniti per cercare di trovare una soluzione, la pace che tutti quanti vogliamo e che non può che essere una pace giusta. Una pace che non significhi la resa dell'Ucraina di fronte all'aggressione russa".
Roma, 23 nov. (Adnkronos) - "Bisogna vedere le carte, cioè cercare di capire per quale motivo si è arrivati a questa decisione da parte della Corte. Noi la rispettiamo, però dobbiamo tener conto che la Corte deve svolgere soltanto un ruolo giuridico, non un ruolo politico". Lo ha detto a '4 di sera Weekend' il vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani, commentando la decisione della Corte Penale Internazionale di emettere un mandato d'arresto contro Netanyahu. "In questo momento -ha aggiunto- serve grande prudenza perché non credo che il mandato di arresto per Netanyahu e per l'ex ministro della difesa sia un passaggio utile che favorisca la pace e il cessate il fuoco".
La decisione della Cpi "semmai fa indispettire Israele - spiega il ministro - Netanyahu non verrà mai arrestato perché non andrà in nessun paese in questo momento, essendoci la guerra in corso in Israele, ma rimarrà in Israele. Se va negli Stati Uniti, gli Usa non riconoscono la Corte, quindi non c'è alcun pericolo sostanziale per lui. È una scelta politica, ripeto, noi decideremo insieme ai nostri alleati il da farsi, tant'è che lunedì e martedì si svolgerà il G7 esteri a Fiuggi. Ne parleremo con i nostri alleati, porremo il problema, vedremo se si potrà arrivare ad una posizione comune e, come Occidente, decidere il da farsi".
""L'unica cosa che noi politicamente dobbiamo dire - sottolinea Tajani - è che non si può assimilare Netanyahu, che è il presidente del Consiglio di un paese democratico dove ha vinto le elezioni ed è stato eletto dal popolo israeliano, al capo di una organizzazione terroristica. Cioè all'uomo che ha pensato e organizzato la strage degli israeliani il 7 ottobre dell'anno scorso. Questo è per noi un aspetto politicamente di grande rilievo". Quanto alle parole di Salvini, secondo cui se Netanyahu venisse in Italia sarebbe il benvenuto, Tajani è netto: "La posizione dell'Italia, del governo italiano su questa vicenda è la posizione del presidente del Consiglio, che il ministro degli Esteri ha il dovere di attuare anche perché poi il ministro degli Esteri condivide la posizione del presidente del Consiglio. Le opinioni di Salvini sono legittime ma parla in quanto capo di partito. La posizione del governo è quella del presidente del Consiglio e del ministro degli Esteri".
Roma, 23 nov. (Adnkronos) - "Mi auguro che si possa arrivare ad un cessate il fuoco che chiuda questa stagione di guerra, almeno in Libano. Le trattative sono in corso, non so se l'Iran effettivamente vuole raggiungere il cessate il fuoco, ma bisogna fare di tutto perché si raggiunga questo obiettivo". Lo ha detto a '4 di sera Weekend' il vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani, aggiungendo che "questo naturalmente metterebbe in maggior sicurezza i nostri militari che si muovono sotto le bandiere dell'Unifil, cioè delle Nazioni Unite. Hanno dei bunker dove potersi proteggere e fortunatamente i quattro militari sono stati feriti leggermente".
"Lunedì incontrerò il ministro degli esteri del Libano - prosegue Tajani -che sarà qui a Roma e gli ribadirò che i militari italiani non si toccano. Le truppe Hezbollah non sono l'esercito regolare libanese, sono truppe che di fatto rispondono più all'Iran che al Libano. Sono le truppe armate del Partito di Dio, sono un'organizzazione praticamente semiterroristica che ha attaccato fino ad oggi lo Stato di Israele. L'Unifil stava in mezzo tra israeliani e Hezbollah proprio per impedire che ci fosse il peggioramento della situazione che invece c'è stato. E' chiaro che stando in mezzo rischiano di essere colpiti da una parte e dall'altra".
"Noi siamo stati espliciti con il governo israeliano che ci ha garantito il massimo impegno - dichiara il ministro - perché i nostri militari non vengano colpiti da parte israeliana. Con Hezbollah è impossibile parlare perché non è un'organizzazione statale, è un'organizzazione di fatto terroristica. Non so se hanno voluto intimidire i nostri militari oppure se non sono capaci di utilizzare le armi che hanno, che sono armi fornite dall'Iran. Certamente la situazione è quella che è, bisogna lavorare assolutamente per il cessate il fuoco. Noi sosteniamo la posizione americana che punta veramente a trovare un accordo. Poi si lavorerà per trovare un cessate il fuoco a Gaza perché la situazione è veramente preoccupante in tutta l'area".
Washington, 23 nov. (Adnkronos/Afp) - Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania hanno espresso "seria preoccupazione" per i piani dell'Iran di lanciare una serie di nuove centrifughe per il suo programma nucleare, esortando Teheran a riprendere i contatti con l'organismo di controllo nucleare delle Nazioni Unite.
L'annuncio dell'Iran è arrivato dopo che le quattro potenze occidentali hanno presentato una mozione di censura contro la repubblica islamica al consiglio dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea).
Cosa implicano le due scelte che ti proponiamo: