X Factor, e lo abbiamo scritto più volte, è un grande spettacolo televisivo. E fin qui siamo d’accordo tutti. Ma se l’obiettivo principale del format creato da Simon Cowell è scovare la popstar del futuro, allora l’unica puntata che veramente conta è quella degli inediti, con i concorrenti alle prese per la prima volta con un pezzo davvero loro, mai cantato prima da altri. Ecco perché, dunque, la puntata andata in onda ieri su SkyUno va analizzata in maniera differente rispetto al solito, tralasciando gli aspetti puramente televisivi e soffermandosi, per una volta, su quelli musicali.
Per la cronaca, gli ultimi eliminati prima della finalissima del Forum di Assago di giovedì prossimo sono stati i Moseek, raffinata band della squadra di Fedez, che sono usciti sconfitti dal ballottaggio (con tanto di tilt) con Enrica (team Skin). Detto ciò, adesso occupiamoci dei brani inediti, che probabilmente da oggi faranno capolino nelle classifiche di iTunes e degli altri store digitali.
Ai blocchi di partenza della semifinale si erano presentati in cinque: Davide e Giosada (team Elio), Urban Strangers e Moseek (Fedez) e Enrica (Skin). Senza concorrenti, dopo l’eliminazione sacrosanta dell’acerbo Luca, il malcapitato Mika, che ha ancora una volta dimostrato di essere un ottimo personaggio televisivo ma un mediocre giudice. Premessa indispensabile: gli inediti di XFactor sono raramente indimenticabili. È così da sempre: vuoi perché sono spesso scritti dagli stessi concorrenti (ancora poco maturi per partorire qualcosa di notevole), vuoi perché altrettanto spesso sono rimasugli di autori famosi che non ha voluto nessuno prima e che quindi vengono affidati ai giovani virgulti da talent.
Però, perché un però c’è quasi sempre, ieri sera qualcosa di quantomeno efficace dal punto di vista musicale si è sentito. A cominciare dagli Urban Strangers, favoritissimi per la vittoria finale, gli unici, forse, che quest’anno mettono d’accordo quasi tutti, persino sui social. I due ragazzetti dalla faccia pulita ma allo stesso tempo inquietante sono bravi assai, riescono a trasformare qualsiasi pezzo in qualcosa di personale, originale e facilmente riconoscibile. Il loro stile è già bello che formato e, se seguiti come Dio comanda dopo l’avventura di X Factor, potrebbero togliersi qualche soddisfazione nel panorama discografico italiano. Il loro inedito si chiama Runaway e può essere considerato come la summa di quanto abbiamo ascoltato in questi mesi di talent. Niente chitarra acustica, ma un bel po’ di sintetizzatori e una dose massiccia di sound contemporaneo e di respiro internazionale. Funziona assai, il brano, e se dovessimo avventurarci in un paragone con qualcuno di già affermato, il primo nome che ci verrebbe in mente sarebbe quello degli Years and Years, il trio elettronico inglese che ha spopolato con King. A dodici ore dalla loro esibizione live sul palco dell’X Factor Arena di Crescenzago, il video su YouTube è stato visto più di 26mila persone, vincendo per ampio distacco la sfida con gli altri concorrenti.
Il secondo inedito per qualità di scrittura e musica “catchy” (permetteteci questo orrido anglicismo), è stato quello di Davide. Il pezzo si chiama Soul Trigger e il testo è forse il migliore del lotto. Il sound è soul, perché la voce di Davide è soul che più soul non si può. E il brano è dedicato alla Sicilia, terra natale del concorrente guidato da Elio. “Cantala in siciliano, allora”, diranno i nostri piccoli lettori. Eh, ma provate a venderla voi, una canzone soul in siciliano. Che poi, se proprio dobbiamo dirla tutta, la collocazione discografica di Shorty è tutto fuorché facile nel panorama italiano. Visualizzazioni su Youtube (a 12 ore dal live di ieri sera): poco più di 11mila.
Enrica, l’unica superstite della squadra di Skin, ha cantato “I found you”, scritta per lei proprio dalla leader degli Skunk Anansie. Il sound c’è e funziona, ma il testo è di una banalità sconcertante, soprattutto se consideriamo che Skin nella sua carriera ha scritto decisamente di meglio. Lei sa stare sul palco, sembra piacere molto ma poi, puntualmente, va a finire al ballottaggio. Probabilmente perché a votare sono perlopiù le ragazzine, che prediligono spesso e volentieri il “bello che non balla”. Visualizzazioni su YouTube: 8.400.
Ed eccoci al caso più strano di questa edizione, tal Giosada. È belloccio e lo sa benissimo. Ha una voce potente e non fa nulla per tenerla a bada. L’inedito, presentato da Elio come una grande ballata anni Sessanta, è l’unico in italiano e si chiama “Il rimpianto di te”. È un pezzo scritto dallo stesso Giosada, con un ritocco al testo addirittura di Pacifico. Ecco, l’intervento di un paroliere di grande spessore non è servito a salvare un brano che sa di vecchio, sia nel testo che nella musica. E poi, caro Elio, perché hai fatto strillare per due mesi il tuo concorrente se poi, nella serata più importante, gli hai affidato un inedito piatto, lento, noioso, con qualche botta di vita piazzata qui e là solo per far sfogare la “canna” di Giosada? È molto quotato, il giovane barese, e il motivo è che è assai caruccio. Basta? Non basta? Discussione antica, nel mondo della musica. Ma di sicuro è bastato per portarlo in finale e probabilmente sarà lui a contendere agli Urban Strangers la vittoria finale. Onde evitare che questa evenienza accada, giovedì prossimo sarebbe il caso di sequestrare gli smartphone alle ragazzine tra i 13 e i 18 anni. Visualizzazioni su YouTube: 15mila.
Altra delusione rispetto alle attese è stato l’inedito dei Moseek. Elliott è un brano dalle belle sonorità, molto in linea con lo stile della band, ma il testo è piatto, povero, basico. Profondità zero, frasette banali ripetute ad libitum in un ritornello che non è orecchiabile quanto basta da renderlo virale. Sono stati eliminati come da attese e un po’ dispiace, perché una band così raffinata (e commercialmente appetibile) in Italia non c’è. Ma c’è ancora da lavorare, e tanto, perché le lacune tecniche della pur magnetica cantante potrebbero penalizzarli oltre i loro stessi demeriti. Visualizzazioni su YouTube: 11mila.