Gli amici dell’Ncd ci tengono alla riservatezza. Soprattutto quando devono prendere decisioni importanti. Ad esempio chi eleggere presidente della Repubblica o risolvere le beghe siciliane. E allora, cosa di meglio di una caserma? Sicura e ben protetta, chiusa agli occhi indiscreti, riservata appunto per definizione. Magari con qualche comodità in più di quelle rese disponibili ai semplici fantaccini. Come la Pio IX, la caserma albergo, circolo ufficiali, foresteria di Roma (vicino a Termini) dove, come vi abbiamo raccontato nei giorni scorsi, dorme e non solo un consistente drappello di politici, dal senatore Roberto Formigoni a Gioacchino Alfano al viceministro Riccardo Nencini.
Lontano dai luoghi deputati della politica, in questa caserma alla fine di gennaio 2015 a ridosso dell’elezione di Sergio Mattarella, si riunisce un pezzo consistente dell’Ncd di Angelino Alfano. Ci sono lo stesso Alfano (Angelino) e il suo omonimo, Gioacchino Alfano, sottosegretario alla Difesa, che fa da padrone di casa vivendo stabilmente alla Pio IX in un minialloggio che può ospitare fino a quattro persone e costa la bellezza di 7 euro al giorno. Alfano (Gioacchino) è noto per essersi lamentato perché con lo stipendio di parlamentare non arriva a fine mese: “Con quattro figli e il mutuo non ce la faccio”, disse. A fine gennaio nella caserma c’erano molti pezzi grossi del partitino alfaniano. Ma non tutti: da buoni eredi della Democrazia cristiana avevano messo in piedi le correnti prima ancora del partito.
Di sicuro c’erano i sottosegretari Simona Vicari (Sviluppo economico) e Giuseppe Castiglione (Agricoltura), il capogruppo Renato Schifani. Quasi tutti siciliani come il capo Angelino, escluso l’anfitrione Gioacchino residente in provincia di Napoli. In totale una ventina di politici raccolti in una saletta della caserma che, a questo punto, non è più soltanto un economico resort (con costi in buona parte a carico dello Stato), ma anche una sede non ufficiale del partito dei due Alfano. Gioacchino Alfano, con il suo nutrito seguito di collaboratori, è forse la più visibile delle numerose presenze “irregolari” del Pio IX. Spesso lo raggiungono amici, parenti e compagni di squadra della nazionale di calcio dei parlamentari. Di solito il martedì, dopo gli allenamenti. Essendo un inquilino del Pio IX è normale che pure le ricorrenze più intime si festeggino in caserma. Con colleghi di partito e non solo. Un anno fa, il Natale è stato celebrato in quelle che dovrebbero essere le austere sale di un castrum.
D’altronde come dargli torto? Un pranzo attovagliato alla caserma Pio IX costa come due panini e una bibita al bar. Un primo senza fronzoli costa 3,5 euro. Se lo volete con un ragù di spada andiamo su, a 4,50 euro. I secondi sono un po’ più cari: un’orata alla griglia viene 6,60, come la frittura di gamberi e calamari. Ci sono anche piatti per i “ciliaci” (è scritto così). E se non volete sforare il budget esiste sempre un classico a prezzo fisso: 10 euro per primo, secondo, dolce, caffè, acqua minerale. A questi prezzi è chiaro che i bagordi vadano consumati qui. Al ricevimento di Natale c’erano una quindicina di ospiti. Più o meno gli stessi, oltre ai due Alfano. C’era anche Barbara Saltamartini, oggi felicemente approdata alla Lega Nord, dopo aver lasciato gli alfaniani per protesta contro l’elezione di Mattarella.
A settembre di quest’anno altro convivio. Ancora una riunione di partito. Sempre nella stessa caserma. All’ordine del giorno i problemi della Sicilia, feudo alfaniano (Angelino). C’è naturalmente il fedele Castiglione, nel frattempo indagato per turbativa d’asta per il Centro di accoglienza di Mineo. Sono presenti vari sindaci siciliani, Maurizio Lupi, gli Alfano naturalmente. Si dice che il piatto forte della riunione sia stata la zizzona di Battipaglia, mozzarella di bufala dall’inconfondibile forma che le dà il nome. A farla arrivare è naturalmente Alfano (Gioacchino), il cui bacino elettorale comprende anche la zona di produzione della celebrata leccornia casearia. Dicono che le mozzarelle di bufala arrivino spesso fresche fresche alla caserma romana dalle zone di produzione. Talvolta approfittando di un passaggio di qualche mezzo militare che si trova a percorrere quell’itinerario.
Naturalmente è solo una delle tante voci che si sentono in una caserma dove forse non tutti sono a loro agio con quei papaveri che entrano ed escono come fossero in un albergo, ma pagano meno di uno studente in un dormitorio universitario. Per la suite, il già citato Formigoni, sempre dell’Ncd, spende 39,40 euro compresa la colazione. Abbiamo contattato Alfano (Gioacchino), che forse a breve ci fornirà una sua versione dei fatti, e anche l’altro Alfano (Angelino), che ha preferito non rispondere. Castiglione ha ascoltato la domanda al telefono e, capita la questione, ha messo giù.
Da Il Fatto Quotidiano del 4 dicembre 2015
Politica
Roma, Complesso Pio IX. Nella caserma organizzate cene, feste e riunioni di Ncd
Anche il ministro Alfano alle serate nella foresteria, dove i politici oltre a pernottare mangiano con pochi spiccioli. Il padrone di casa (a 7 euro al giorno d'affitto) è Gioacchino Alfano, sottosegretario alla Difesa, insieme con Formigoni e Nencini. Presenti anche i sottosegretari Castiglione e Schifani. In totale una ventina si riunivano in una sala che non è più soltanto un economico resort (con costi in buona parte a carico dello Stato), ma anche una sede non ufficiale del partito
Gli amici dell’Ncd ci tengono alla riservatezza. Soprattutto quando devono prendere decisioni importanti. Ad esempio chi eleggere presidente della Repubblica o risolvere le beghe siciliane. E allora, cosa di meglio di una caserma? Sicura e ben protetta, chiusa agli occhi indiscreti, riservata appunto per definizione. Magari con qualche comodità in più di quelle rese disponibili ai semplici fantaccini. Come la Pio IX, la caserma albergo, circolo ufficiali, foresteria di Roma (vicino a Termini) dove, come vi abbiamo raccontato nei giorni scorsi, dorme e non solo un consistente drappello di politici, dal senatore Roberto Formigoni a Gioacchino Alfano al viceministro Riccardo Nencini.
Lontano dai luoghi deputati della politica, in questa caserma alla fine di gennaio 2015 a ridosso dell’elezione di Sergio Mattarella, si riunisce un pezzo consistente dell’Ncd di Angelino Alfano. Ci sono lo stesso Alfano (Angelino) e il suo omonimo, Gioacchino Alfano, sottosegretario alla Difesa, che fa da padrone di casa vivendo stabilmente alla Pio IX in un minialloggio che può ospitare fino a quattro persone e costa la bellezza di 7 euro al giorno. Alfano (Gioacchino) è noto per essersi lamentato perché con lo stipendio di parlamentare non arriva a fine mese: “Con quattro figli e il mutuo non ce la faccio”, disse. A fine gennaio nella caserma c’erano molti pezzi grossi del partitino alfaniano. Ma non tutti: da buoni eredi della Democrazia cristiana avevano messo in piedi le correnti prima ancora del partito.
Di sicuro c’erano i sottosegretari Simona Vicari (Sviluppo economico) e Giuseppe Castiglione (Agricoltura), il capogruppo Renato Schifani. Quasi tutti siciliani come il capo Angelino, escluso l’anfitrione Gioacchino residente in provincia di Napoli. In totale una ventina di politici raccolti in una saletta della caserma che, a questo punto, non è più soltanto un economico resort (con costi in buona parte a carico dello Stato), ma anche una sede non ufficiale del partito dei due Alfano. Gioacchino Alfano, con il suo nutrito seguito di collaboratori, è forse la più visibile delle numerose presenze “irregolari” del Pio IX. Spesso lo raggiungono amici, parenti e compagni di squadra della nazionale di calcio dei parlamentari. Di solito il martedì, dopo gli allenamenti. Essendo un inquilino del Pio IX è normale che pure le ricorrenze più intime si festeggino in caserma. Con colleghi di partito e non solo. Un anno fa, il Natale è stato celebrato in quelle che dovrebbero essere le austere sale di un castrum.
D’altronde come dargli torto? Un pranzo attovagliato alla caserma Pio IX costa come due panini e una bibita al bar. Un primo senza fronzoli costa 3,5 euro. Se lo volete con un ragù di spada andiamo su, a 4,50 euro. I secondi sono un po’ più cari: un’orata alla griglia viene 6,60, come la frittura di gamberi e calamari. Ci sono anche piatti per i “ciliaci” (è scritto così). E se non volete sforare il budget esiste sempre un classico a prezzo fisso: 10 euro per primo, secondo, dolce, caffè, acqua minerale. A questi prezzi è chiaro che i bagordi vadano consumati qui. Al ricevimento di Natale c’erano una quindicina di ospiti. Più o meno gli stessi, oltre ai due Alfano. C’era anche Barbara Saltamartini, oggi felicemente approdata alla Lega Nord, dopo aver lasciato gli alfaniani per protesta contro l’elezione di Mattarella.
A settembre di quest’anno altro convivio. Ancora una riunione di partito. Sempre nella stessa caserma. All’ordine del giorno i problemi della Sicilia, feudo alfaniano (Angelino). C’è naturalmente il fedele Castiglione, nel frattempo indagato per turbativa d’asta per il Centro di accoglienza di Mineo. Sono presenti vari sindaci siciliani, Maurizio Lupi, gli Alfano naturalmente. Si dice che il piatto forte della riunione sia stata la zizzona di Battipaglia, mozzarella di bufala dall’inconfondibile forma che le dà il nome. A farla arrivare è naturalmente Alfano (Gioacchino), il cui bacino elettorale comprende anche la zona di produzione della celebrata leccornia casearia. Dicono che le mozzarelle di bufala arrivino spesso fresche fresche alla caserma romana dalle zone di produzione. Talvolta approfittando di un passaggio di qualche mezzo militare che si trova a percorrere quell’itinerario.
Naturalmente è solo una delle tante voci che si sentono in una caserma dove forse non tutti sono a loro agio con quei papaveri che entrano ed escono come fossero in un albergo, ma pagano meno di uno studente in un dormitorio universitario. Per la suite, il già citato Formigoni, sempre dell’Ncd, spende 39,40 euro compresa la colazione. Abbiamo contattato Alfano (Gioacchino), che forse a breve ci fornirà una sua versione dei fatti, e anche l’altro Alfano (Angelino), che ha preferito non rispondere. Castiglione ha ascoltato la domanda al telefono e, capita la questione, ha messo giù.
Da Il Fatto Quotidiano del 4 dicembre 2015
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Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Il Segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato alla Cbs che ci sarà un aumento dei casi di detenzione simili a quello del manifestante filo-palestinese Mahmoud Khalil. "Ogni giorno, ormai - ha aggiunto - approviamo revoche di visti e anche di Green Card".
"Devi fare certe dichiarazioni", ha spiegato a proposito dei non cittadini che arrivano negli Stati Uniti. "Se ci dici, quando fai domanda per un visto, che stai arrivando negli Stati Uniti per partecipare a eventi pro-Hamas che vanno contro gli interessi della politica estera... Se ci avessi detto che lo avresti fatto, non ti avremmo mai dato il visto".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - Hezbollah ha condannato in una dichiarazione gli attacchi americani contro obiettivi Houthi nello Yemen. "Affermiamo la nostra piena solidarietà nei confronti del coraggioso Yemen e chiediamo a tutti i popoli liberi del mondo e a tutte le forze di resistenza nella nostra regione e nel mondo di unirsi per contrastare il progetto sionista americano contro i popoli della nostra nazione", ha scritto in una nota il Partito di Dio.
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi americani in Yemen sono "un avvertimento per gli Houthi e per tutti i terroristi". Lo ha detto a Fox News il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus, sottolineando che "questa non è l'amministrazione Biden. Se colpisci gli Stati Uniti, il presidente Trump risponderà. Il presidente Trump sta ripristinando la leadership e la deterrenza americana in Medio Oriente".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Steve Witkoff, ha definito "inaccettabili" le ultime richieste di Hamas in merito al cessate il fuoco a Gaza. Riferendosi alla conferenza del Cairo di inizio mese, l'inviato statunitense per il Medio Oriente ha detto alla Cnn di aver "trascorso quasi sette ore e mezza al summit arabo, dove abbiamo avuto conversazioni davvero positive, che descriverei come un punto di svolta, se non fosse stato per la risposta di Hamas".
Hamas avrebbe insistito affinché i negoziati per un cessate il fuoco permanente iniziassero lo stesso giorno del prossimo rilascio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Secondo Al Jazeera, Hamas ha anche chiesto che, una volta approvato l'accordo, i valichi di frontiera verso Gaza venissero aperti, consentendo l'ingresso degli aiuti umanitari prima del rilascio di Edan Alexander e dei corpi di quattro ostaggi. Inoltre, il gruppo ha chiesto la rimozione dei posti di blocco lungo il corridoio di Netzarim e l'ingresso senza restrizioni per i residenti di Gaza che tornano dall'estero attraverso il valico di Rafah.
"Abbiamo trascorso parecchio tempo a parlare di una proposta di ponte che avrebbe visto il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e anche, tra l'altro, il rilascio di un numero considerevole di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane", ha detto Witkoff. "Pensavo che la proposta fosse convincente: gli israeliani ne erano stati informati e avvisati in anticipo". "C'è un'opportunità per Hamas, ma si sta esaurendo rapidamente", ha continuato Witkoff. " Con quello che è successo ieri con gli Houthi, ciò che è successo con il nostro ordine di attacco, incoraggerei Hamas a diventare molto più ragionevole di quanto non sia stato finora".
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.