A tre giorni dal massacro di San Bernardino, il presidente Usa Barack Obama è tornato a chiedere al reticente Congresso di Washington di intervenire per rendere più difficile l’accesso dei cittadini statunitensi alle armi da fuoco. “Chi è inserito nella no-fly list può entrare in un negozio e acquistare un’arma. Questo è folle. Invito il Congresso a correggere la legge”, ha detto Obama nel suo messaggio del sabato, giorno in cui la polizia della città californiana ha evacuato la sede della Ups dopo l’arrivo di un pacco ritenuto sospetto perché diretto a Syed Farook, uno dei due autori della strage. Il pacco era già nelle mani del fattorino, che si è reso conto che l’indirizzo era lo stesso della coppia di killer. A quel punto è stato chiesto l’intervento degli artificieri.
“I killer hanno usato fucili d’assalto in stile militare per uccidere quante più persone possibili”, ha ricordato poi parlando dell’assalto al centro disabili. “E questo ci ricorda che in America è troppo facile per le persone pericolose mettere le mani su un’arma. Se sei troppo pericoloso per salire su un aereo lo sei anche, per definizione, per comprare una pistola”, ha proseguito il presidente. “Potremmo non essere in grado di prevenire ogni tragedia ma, come minimo indispensabile, non dovremmo rendere più facile a potenziali terroristi o criminali mettere le mani su un’arma che potrebbero usare contro gli americani”.
Proprio sabato, il New York Times ha pubblicato in prima pagina, per la prima volta dal 1920, un editoriale in cui chiede un maggiore controllo delle armi. Nell’articolo intitolato L’epidemia delle armi si definisce “un’atrocità morale e una disgrazia nazionale il fatto che i civili possano comprare illegalmente armi progettate per uccidere persone con una velocità e un’efficienza brutali“. Si chiede inoltre una riduzione “drastica” del numero di armi in mano ai privati negli Stati Uniti. Viene respinta la posizione di chi tira in ballo il secondo emendamento della Costituzione Usa che garantisce il diritto a possedere e portare armi, precisando che “nessun diritto è illimitato né immune da una regolamentazione ragionevole”.
Sulla strage di 14 persone a san Bernardino intanto indaga l’Fbi, che ha ufficializzato di seguire la pista del terrorismo. Tashfeen Malik, autrice del massacro insieme al marito, aveva infatti espresso sostegno all’Isis in un messaggio su Facebook proprio nel giorno della sparatoria. “E’ possibile che questi due attentatori siano stati radicalizzati per compiere questo atto di terrore. Se così fosse, metterebbe in evidenza una minaccia su cui ci concentriamo da anni: il pericolo di persone che soccombono a ideologie estremiste violente“, ha spiegato il presidente Usa. “Sappiamo che l’Isis e altri gruppi terroristici stanno incoraggiando attivamente le persone in tutto il mondo, e nel nostro Paese, per commettere terribili atti di violenza, spesso come lupi solitari. Anche se lavoriamo per prevenire gli attacchi, tutti noi, governo, forze dell’ordine, comunità, leader religiosi, dobbiamo impegnarci insieme per impedire alle persone di cadere vittima di queste ideologie odiose”, ha aggiunto.
Intanto gli avvocati che rappresentano la famiglia dei due aggressori hanno affermato che i parenti sono “in stato di shock totale”. I legali hanno detto che la famiglia non aveva idea che la coppia fosse capace di un simile tale attacco e ha messo in guardia dal saltare a conclusioni troppo affrettate dopo che l’Fbi ha riferito che si sta “indagando su questi orribili fatti come atto di terrorismo”. “Non c’è alcuna prova che la coppia avesse opinioni estremiste o fossero membri di un gruppo militante”, hanno spiegato gli avvocati David Chesley e Mohamed Abuershaid.