Gli errori del portiere granata padelli e del giallorosso Rudiger decidono una gara che prima non aveva regalato emozioni. Per Garcia un punto per non sprofondare in vista della Champions. Ventura si accontenta
Padelli dà una mano alla Roma, Rudiger la affossa. Due episodi in mezzo a novanta minuti tanto combattuti quanto poveri di emozioni decidono la partita. E portano a dieci i punti recuperati dalla Juve sui giallorossi. Sembravano un gruzzoletto quasi da gestire, e invece quel +1 attuale fa suonare l’allarme rosso. Garcia ha vinto solo una delle ultime cinque partite di campionato, nessuna delle ultime tre. Per la tredicesima volta in 15 giornate i giallorossi subiscono almeno un gol. A Torino accade in pieno recupero, quando tutto sembra ormai deciso: Rudiger accompagna un pallone in area invece di spazzare costringendo Manolas ad atterrare Belotti, bravo a infilarsi tra i due. Maxi Lopez batte Szcezsny dal dischetto firmando il decimo punto granata ottenuto in rimonta. Risultato giusto per quanto accaduto in campo, visto che anche il vantaggio della Roma è viziato da un errore: Pjanic batte una punizione che avrebbe voluto essere un cross, sfiorano tutti ma non tocca nessuno e Padelli va fuori posizione. Settimo gol stagionale per il bosniaco, ancora da calcio piazzato. Dev’essere un anno di grazia: ormai accade anche quando non cerca la porta.
O anche nella coda di partite senza brio, come quella di Torino. Pjanic è uno dei peggiori in campo in una Roma troppo spesso portata a saltare il centrocampo per cercare di innescare Dzeko, Iago Falque e Gervinho. Peccato che non accada praticamente mai nel corso del primo tempo, chiuso dai giallorossi con zero tiri verso Padelli. Dopo un avvio targato Baselli e Acquah, bravi a terrorizzare Florenzi e Digne sugli esterni, Garcia ordina ai suoi di alzare il baricentro e la risposta è positiva almeno in termini di dominio territoriale. Il pressing manda spesso in bambola il palleggio dei granata all’avvio dell’azione ma non produce mai nulla di davvero pericoloso. Non serve neanche la velocità di Iturbe, spedito in campo al posto di Gervinho, fermato da un infortunio muscolare che potrebbe costargli il Bate Borisov. La pressione alta però è un pericolo quando non funziona e la Roma deve stringere la mano a Belotti per aver sprecato un contropiede pulito. Il primo tempo è tutto qui e in un’altra occasione per l’ex attaccante del Palermo salvata da Szcezsny in apertura.
Tiri verso Padelli, invece: zero. Il primo tentativo è di Nainggolan dopo 49 minuti. Prima che Bruno Peres aggredisca un paio di volte con la sua velocità e la partita si incattivisca notevolmente. Ma di emozioni, neanche a parlarne. Dzeko e Iturbe di testa, un paio di folate ancora del brasiliano. Pareggio giusto e per niente spettacolare. Ma la punizione innocua di Pjanic accende il finale. Dolce per il Torino e amaro per la Roma che continua a versare in stato comatoso, lontana parente di una squadra che punta allo scudetto. E c’è la qualificazione in Champions da conquistare tra pochi giorni: la possibile svolta o la mazzata definitiva.