L’appello di Snoq (Se non ora quando, ndr) parte da un assunto che condivido: “rifiutiamo di considerare la maternità surrogata un atto di libertà o d’amore”. Sono infatti la libertà e l’amore i vessilli dei supporter della Gpa (Gestazione per altri) commerciale, libertà delle madri surrogate e amore dei genitori committenti.
Ma libertà qui è volutamente confusa o sinceramente identificata con liberalizzazione. Sarebbe insensato dire che le donne hanno conquistato il diritto di voto e ora possono venderlo secondo la loro autodeterminazione. Eppure si invoca lo slogan femminista “l’utero è mio e lo gestisco io”, che certo non significa “lo vendo io” ma così viene distorto, per far apparire pacifico che donne di altri paesi si prestino per soldi (ma la parte più grande dell’affare va alle agenzie di mediazione e alle cliniche) a coronare i desideri di genitorialità di persone del primo mondo, coppie eterosessuali o uomini gay.
Così si vorrebbe sorvolare su un complicato groviglio di questioni: per evitare che la madre surrogata voglia tenere il figlio per sé, si ricorre sempre più spesso all’ovocita di un’altra donna, con buona pace della pericolosità degli interventi; si assume che il patrimonio genetico sia sigillo di proprietà, così la madre surrogata viene annullata come madre, tanto che alcuni propongono di chiamarla solo “portatrice”. Si sono verificati casi di abbandono del neonato perché disabile, solo per dirne alcuni. Tuttavia si mette la società di fronte al fatto compiuto: chi oserà mettere in adozione il bambino o la bambina ormai nati (su ordinazione)? I suoi prevalenti interessi sono di essere accolto o accolta.
Faccio parte di un’associazione lesbica che dal 2012 ha preso una posizione contraria alla Gpa commerciale e favorevole alla Gpa gratuita, perché questa può darsi solo in una relazione di fiducia e di responsabilità: faccio un/a figlio/a per qualcuna/o di cui mi fido e che non può farne senza di me, ma senza compensi, quindi davvero come dono. Nonostante l’appello di Snoq non consideri la Gpa gratuita, lo firmerò perché è esplicitamente a favore dei diritti di lesbiche e gay, dunque non può essere strumentalizzato dagli integralisti cattolici, ma si esprime contro la mercificazione dell’umano. Occorre cogliere le differenze tra chi fa una donazione di seme e chi fa una Gpa, che comprende fertilizzazione, impianto, gestazione, parto. Essere madre e padre non sono la stessa cosa. Possiamo essere lesbiche e gay ottimi genitori, ma questo non significa automaticamente che ogni mezzo è legittimo per diventarli.