“Siamo la prima generazione che può eradicare la povertà estrema ma anche l’ultima generazione che può invertire la rotta rispetto al cambiamento climatico”: queste le parole di Ahmad Alhendawi, inviato speciale per i giovani delle Nazioni Unite, durante il “Youth and Future Generations Day”, l’iniziativa che ha portato i giovani al centro della quarta giornata della COP21, la Conferenza sui cambiamenti climatici, in corso a Parigi, organizzata da Youngo (Youth Non-Governmental Organizations to the Unfccc), il Un Joint Framework Initiative on Children, il Youth and Climate Change e il Segretariato dell’Unfccc.
Lo scopo è stato proprio quello di dare importanza alla partecipazione attiva giovanile per combattere il cambiamento climatico. Alhendawi ha evidenziato anche come i giovani siano gli “agenti di cambiamento” grazie alle qualità che li contraddistinguono: creatività, apertura mentale, voglia di cooperare, capacità di coinvolgimento e convinzione che niente è impossibile.
Hanno dato il loro contributo durante l’evento anche il ministro francese per l’Ecologia, Sviluppo Sostenibile e Energia Ségolène Royal e il Segretario Esecutivo dell’Unfccc Christiana Figueres. Quest’ultima in particolar modo ha ringraziato calorosamente tutti i giovani per il loro contributo nella lotta al cambiamento climatico e ha definito la loro azione come il “cambiamento intenzionale più forte” (“the biggest intentional shift”) nella storia del genere umano.
Secondo Christiana Figueres soltanto i giovani saranno in grado di cambiare lo status quo dell’attuale situazione in cui versa il nostro Pianeta e di mettere un freno al cambiamento climatico: perciò dovrebbero essere coinvolti maggiormente nei processi decisionali di questa COP.
Secondo i giovani, questa COP non dovrà essere ricordata come una delle tante conferenze che si sono succedute nel corso degli anni, ma dovrà essere “La COP”, la conferenza per eccellenza in cui dovrà emergere un nuovo percorso per sconfiggere il problema dei cambiamenti climatici. Questo nuovo percorso, parte da noi: abbiamo tutti il dovere di diventare “climate-neutral”: dobbiamo essere noi gli agenti del cambiamento. Giorno dopo giorno dobbiamo scegliere consapevolmente cosa comprare, che mezzi di trasporto utilizzare e soprattutto chi votare.
Tutti questi concetti sono stati approfonditi anche nel corso della COY (Conference of Youth), tenutasi nel weekend precedente l’inizio della COP21, tra il 26 e 28 Novembre, durante la quale i giovani hanno gridato al mondo intero che “nobody has the right to gamble with our future”, incentivando tutti i partecipanti a lottare durante i negoziati e mettere pressione ai leader al fine di raggiungere un accordo ambizioso. Durante la COY, alla quale erano presenti anche delegati giovanili dell’Italian Climate Network, è stato redatto un Manifesto nel quale sono stati esposti i punti principali e le linee guida per un’azione climatica globale, che è stato poi consegnato al Presidente Francese Francois Hollande, al Ministro degli Affari Esteri Laurent Fabius e al l’inviato per la gioventù del Segretario Generale dell’UN Ahmad Alhendawi.
La giornata del 3 dicembre di questa COP è stata caratterizzata anche da iniziative non ufficiali, come il flash-mob organizzato da Youngo, in cui decine di ragazzi si sono sdraiati per terra per protestare contro la proposta di alcuni paesi sviluppati di togliere il riferimento ai diritti umani dall’articolo 2 dell’accordo di Parigi. La giornata dei giovani alla COP21 ha inoltre rappresentato l’opportunità per condividere le esperienze del Forum Giovani dell’Unesco e di molti progetti delle Ong internazionali in Ghana, Canada, Australia e Nepal.
Per anni si parlerà della COP21 di Parigi, ma noi non dobbiamo limitarci soltanto a dire ciò che è successo. Dobbiamo invece raccontare di come noi in prima persona abbiamo scritto la storia della COP21: quella che ha rappresentato la prima vera svolta per salvare il Pianeta.
di Violetta Vivarelli e Francesca Guarnieri della Delegazione Giovanile di Italian Climate Network