Il primo Giubileo tematico della storia della Chiesa, in cui la misericordia, parola chiave del pontificato di Francesco, viene proposta al mondo intero come missione cui tendere. 15 anni dopo Wojtyla, Francesco aprirà la porta santa. Nonostante la rivoluzione del suo pontificato, i temi restano gli stessi. Eccoli, uno per uno
Mafiosi, corrotti, abortisti e carcerati. È a loro che Papa Francesco spalanca le porte sante del Giubileo straordinario della misericordia dall’8 dicembre 2015 al 20 novembre 2016. Annunciato a sorpresa esattamente due anni dopo l’elezione al pontificato di Bergoglio e aperto al compimento dei suoi primi 1000 giorni sulla cattedra di Pietro, l’Anno Santo di Francesco, il trentesimo della storia della Chiesa cattolica, ha delle caratteristiche inedite e alcune similitudini con quello del 2000.
2000-2015 – Quello di Bergoglio è innanzitutto un Giubileo straordinario, cioè indetto in anticipo rispetto alla cadenza canonica dei 25 anni come era stato quello del 1983 voluto da san Giovanni Paolo II per i 1950 anni dalla resurrezione di Gesù. Un Anno Santo preparato in soli 9 mesi. È anche il primo Giubileo tematico della storia della Chiesa dove la misericordia, parola chiave del pontificato di Francesco, viene proposta al mondo intero come missione cui tendere. È in questa chiave che si devono leggere i due Sinodi dei vescovi sulla famiglia con le aperture, caso per caso, alla comunione per i divorziati risposati. Quello di Bergoglio è anche il “Giubileo delle periferie” perché prevede, in modo assolutamente inedito, che in ogni cattedrale e santuario del mondo ci sia una porta santa.
Ordinario era stato, invece, quello del 2000, che celebrava i due millenni dalla nascita di Gesù. Dopo un cammino di preparazione durato ben tre anni, il Grande Giubileo, come lo volle chiamare il Papa polacco, arrivò come coronamento del lungo pontificato di san Giovanni Paolo II, durato 27 anni. Al momento della sua elezione sulla cattedra di Pietro, infatti, il 16 ottobre 1978, il cardinale primate di Cracovia Stefan Wyszynski disse a Wojtyla: “Se il Signore ti ha chiamato, tu devi introdurre la Chiesa nel terzo millennio”. Il passaggio del Papa polacco, anziano e affetto da tempo dal morbo di Parkinson, attraverso la porta santa di San Pietro, la notte di Natale del 1999, simboleggiò proprio l’ingresso del cattolicesimo nel suo terzo millennio di vita con la speranza che il mondo avrebbe conosciuto finalmente un tempo di pace.
“TERZA GUERRA MONDIALE A PEZZI” – Proprio per contribuire alla pacificazione del pianeta, durante il 2000 Wojtyla volle compiere un pellegrinaggio altamente significativo in Terra Santa. A Betlemme il Papa baciò una piccola zolla di terra riconoscendo lo Stato Palestinese allora governato da Yasser Arafat. Nella sua tappa a Gerusalemme Giovanni Paolo II riaffermò la necessità del dialogo tra tutte le religioni e al Muro del Pianto fece un mea culpa per i peccati commessi dai cattolici nei confronti degli ebrei: “Noi siamo profondamente addolorati per il comportamento di quanti nel corso della storia hanno fatto soffrire i figli di Abramo, e chiedendo perdono vogliamo impegnarci in un’autentica fraternità con il popolo dell’alleanza”. Il Giubileo del 2015, invece, si apre in quella che Bergoglio ha più volte definito una vera e propria “Terza guerra mondiale a pezzi” con il nome di Dio usato come giustificazione della violenza. Per Francesco una vera e propria “bestemmia”.
ISIS – Aprendo la porta santa del 2000 Wojtyla sperava davvero che quell’evento avrebbe contribuito a inaugurare un secolo che, a differenza del precedente, sarebbe stato segnato dall’assenza di guerre. Ma gli attentati terroristici dell’11 settembre 2001 e il Secondo conflitto in Iraq cancellarono le speranze del Papa che non fece mancare il suo forte appello in favore della pace: “Io appartengo a quella generazione che ha vissuto la Seconda guerra mondiale ed è sopravvissuta. Ho il dovere di dire a tutti i giovani, a quelli più giovani di me, che non hanno avuto quest’esperienza: mai più la guerra!”. Quello di Francesco, invece, è il primo Giubileo ai tempi dell’Isis che inizia dopo le stragi terroristiche di Parigi. Aprendo la prima porta santa nella cattedrale di Bangui in anticipo rispetto a quella della Basilica Vaticana, il Papa ha rivolto un appello a tutti coloro che “usano ingiustamente le armi di questo mondo: deponete questi strumenti di morte; armatevi piuttosto della giustizia, dell’amore e della misericordia, autentiche garanzie di pace”.
ABORTO – Cuore del Grande Giubileo del 2000 fu la Giornata mondiale della gioventù che si tenne a Tor Vergata nel mese di agosto radunando attorno a Wojtyla 2 milioni di giovani. A loro san Giovanni Paolo II volle affidare il mandato di difendere la vita in ogni sua forma: “Oggi siete qui convenuti per affermare che nel nuovo secolo voi non vi presterete a essere strumenti di violenza e distruzione; difenderete la pace, pagando anche di persona se necessario. Voi non vi rassegnerete a un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi difenderete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti”. La difesa della vita è anche al centro dell’Anno Santo voluto da Bergoglio. Il Papa, infatti, ha concesso “a tutti i sacerdoti per l’Anno Giubilare la facoltà di assolvere dal peccato di aborto quanti lo hanno procurato e pentiti di cuore ne chiedono il perdono”.
PEDOFILIA – Nel 2000 lo scandalo della pedofilia del clero doveva ancora scoppiare nella sua ampia portata mondiale. Sarebbe esploso appena due anni dopo nella diocesi di Boston, ma successivamente, sotto il pontificato di Benedetto XVI, sarebbe apparso chiaramente che il fenomeno non riguardava soltanto gli Stati Uniti, dove non a caso Francesco ha chiesto nuovamente perdono e ha incontrato alcune vittime: “Provo vergogna per quello che è successo”.
MAFIA – Un anno dopo le stragi mafiose nelle quali avevano perso la vita i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Wojtyla, in uno storico discorso pronunciato a braccio nella Valle dei Templi di Agrigento, aveva chiesto ai mafiosi di convertirsi: “Dio ha detto una volta: non uccidere. Non può uomo, qualsiasi umana agglomerazione, mafia, non può cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio”. Francesco, dopo aver scomunicato i mafiosi, nel Giubileo si rivolge “in modo particolare agli uomini e alle donne che appartengono a un gruppo criminale, qualunque esso sia. Per il vostro bene – è l’appello di Bergoglio – vi chiedo di cambiare vita. Ve lo chiedo nel nome del Figlio di Dio che, pur combattendo il peccato, non ha mai rifiutato nessun peccatore. Non cadete nella terribile trappola di pensare che la vita dipende dal denaro e che di fronte a esso tutto il resto diventa privo di valore e di dignità. È solo un’illusione. Non portiamo il denaro con noi nell’al di là. Il denaro non ci dà la vera felicità. La violenza usata per ammassare soldi che grondano sangue non rende potenti né immortali. Per tutti, presto o tardi, viene il giudizio di Dio a cui nessuno potrà sfuggire”.
AMNISTIA – Nel 2000 in occasione del Giubileo nelle carceri, celebrato dal Papa polacco nell’Istituto penitenziario di Regina Coeli, Wojtyla chiese un “segno di clemenza, attraverso una riduzione della pena”. Identica cosa auspica nel suo Anno Santo Francesco: “Il Giubileo ha sempre costituito l’opportunità di una grande amnistia, destinata a coinvolgere tante persone che, pur meritevoli di pena, hanno tuttavia preso coscienza dell’ingiustizia compiuta e desiderano sinceramente inserirsi di nuovo nella società portando il loro contributo onesto”. Bergoglio ha deciso che nelle cappelle delle carceri i detenuti “potranno ottenere l’indulgenza, e ogni volta che passeranno per la porta della loro cella, rivolgendo il pensiero e la preghiera al Padre, possa questo gesto significare per loro il passaggio della porta santa, perché la misericordia di Dio, capace di trasformare i cuori, è anche in grado di trasformare le sbarre in esperienza di libertà“.
“GIUBILEO DELLA CRICCA” – Secondo alcuni osservatori l’Anno Santo del 2000 divenne ben presto anche il “Giubileo della cricca” con un “luna park mediatico” duramente condannato dall’allora cardinale Joseph Ratzinger, sotto la regia dell’attuale arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe e di uomini come l’ex provveditore alle Opere pubbliche del Lazio Angelo Balducci, il costruttore Diego Anemone, entrambi coinvolti nell’inchiesta sulla “cricca della Ferratella”, l’ex numero uno della Protezione civile Guido Bertolaso e l’ex ministro berlusconiano Pietro Lunardi. Proprio per evitare di fare il bis, Bergoglio non ha costituito una struttura ad hoc per l’organizzazione dell’Anno Santo, così come non ha voluto che fossero messe in cantiere grandi opere, ma ha affidato la regia dell’evento al Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione presieduto da monsignor Rino Fisichella.
VATILEAKS 2 – Ma quello di Francesco è anche il primo Giubileo dopo gli scandali di Vatileaks 2 e il processo penale ai tre presunti corvi, monsignor Lucio Angel Vallejo Balda, Francesca Chaouqui e Nicola Maio, e ai giornalisti Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi che nei loro libri, “Avarizia” e “Via crucis”, hanno pubblicato documenti riservati del Papa. Se saranno condannati ci sarà misericordia anche per loro con la grazia di Bergoglio?
Twitter: @FrancescoGrana