Michelangelo Russo, il magistrato che nei prossimi giorni dovrà giudicare in Appello Vincenzo De Luca nel processo per il quale è stato condannato in primo grado e rischia la sospensione dalla carica di Governatore della Campania, fu ‘censurato’ dal Csm perché quando era procuratore aggiunto di Salerno “intraprese una sorta di guerra personale” contro il procuratore capo Luigi Apicella e il pm Gabriella Nuzzi, titolari di alcune inchieste su reati contro la pubblica amministrazione che riguardavano Vincenzo De Luca e le varianti urbanistiche del Comune di Salerno.
Inchieste sfociate nel maxi processo Ideal Standard-Sea Park tuttora in corso, relativo alla riconversione dei suoli dell’ex fabbrica di sanitari in un mai costruito parco acquatico, per il quale De Luca è imputato di concussione, il reato per il quale Rosi Bindi lo inserì nella lista degli “impresentabili” due giorni prima delle elezioni campane. Secondo il Csm, Russo nell’interessarsi alle vicende di un amico indagato in quel procedimento, l’imprenditore Antonio Maiolica, avviò una guerra interna nell’ufficio della Procura che lo portò “a non rispettare i canoni di misura ed equilibrio che ciascun magistrato deve ispirare la propria condotta”, e che trova “in più casi ragione in una concezione della fedeltà amicale e parentale che a più riprese ha sfiorato la illegalità penale”.
Gli viene però riconosciuto di aver agito per “una autentica ansia di affermazione di quella che egli riteneva la giustizia sostanziale e il bene della collettività locale”. Peraltro, l’amico del giudice in seguito è stato assolto con formula piena. Così sentenziarono i commissari della sezione disciplinare di Palazzo dei Marescialli nell’ultima delle 28 pagine del provvedimento datato 15 settembre 2007, redatto dall’estensore Elisabetta Maria Cesqui e controfirmato dal presidente Nicola Mancino. Il riferimento è ai numerosi interventi di Russo per perorare le ragioni di uno degli indagati, Antonio Maiolica, che attraverso la Cereal sas acquistò gran parte dei suoli dell’ex Ideal Standard poi sequestrati dal pm Nuzzi. Maiolica era legato a Russo da rapporti che lo steso giudice definì “di vecchia amicizia”, perché parente di una persona a lui vicina.
Sono trascorsi più di 8 anni e la censura di Russo torna clamorosamente d’attualità. Infatti l’ex procuratore, trasferito alla magistratura giudicante, l’11 dicembre presiederà il collegio di secondo grado (giudici a latere Ferrara e Cappelluzzo) di fronte al quale De Luca tornerà alla sbarra dopo la condanna in primo grado a un anno per abuso d’ufficio. Condanna scaturita dall’illegittima nomina a project manager del termovalorizzatore di Cupa Siglia di un fedelissimo ex capo staff che secondo l’accusa non aveva i requisiti per ricoprire un incarico non previsto dalla legge sugli appalti. E sul caso di Michelangelo Russo è scoppiata una polemica politico-giudiziaria, condita da iniziative parlamentari e pressanti inviti al giudice ad astenersi dal presiedere il dibattimento. La sentenza del Csm è stata recuperata dai parlamenti di Sinistra Italiana Claudio Fava ed Arturo Scotto in un’interrogazione al ministro della Giustizia Andrea Orlando. Ricostruisce minuziosamente fratture e liti della procura salernitana negli anni delle inchieste su De Luca. L’istruttoria di Palazzo dei Marescialli accertò che Russo si interessò per Maiolica insistendo “pressantemente” presso il pm Spiezia perché questi ricevesse il difensore e il consulente tecnico dell’imprenditore.
L’incontro poi avvenne, ma solo affinché Spiezia ribadisse che quel fascicolo era ormai di competenza della Nuzzi. Russo, e un altro aggiunto, Luciano Santoro, chiedevano informazioni sul procedimento “dopo che nel novembre 2004 erano state avanzate al Gip richieste di misure cautelari” (tra i destinatari anche De Luca, furono tutte respinte, ndr). Motivazioni ufficiali: esigenze di coordinamento e di scambio di informazioni per decidere su altri procedimenti collegati e di competenza delle loro sezioni. Ma secondo il Csm questa “insistenza” violava “i criteri organizzativi” della Procura salernitana, approvati all’unanimità da Palazzo dei Marescialli. Fu per queste continue richieste di Russo e Santoro che il procuratore capo dispose un blocco dell’accesso informatico al Registro generale delle notizie di reato sul procedimento 3277/02 modello 21 (il fascicolo Ideal Standard).
Un blocco che però fu violato. Il decreto di archiviazione del Gip di Napoli sugli accessi abusivi al Rege e sulla presunta fuga di notizie spiega che furono proprio le conversazioni intercettate sull’utenza di Maiolica a dimostrare l’esistenza dei suoi rapporti con Michelangelo Russo, definito una sorta di ‘consulente legale esterno’, perché suggerisce la nomina dei difensori e prova a ottenere appuntamenti con un pm. “Comportamenti la cui irrilevanza penale è stata correttamente registrata dal Gip – scrive il Csm – ma la cui evidenza quale illecito disciplinare è macroscopica”. Come è andato a finire il processo Ideal Standard? Per De Luca, l’ex sindaco De Biase e una quarantina di imputati, è ancora in corso. Per Maiolica no: la posizione dell’amico del giudice si è definita nel giugno 2013, quando è stato assolto con formula piena dall’accusa di lottizzazione abusiva.
Il pm Vincenzo Montemurro ne ha chiesto lo stralcio e l’immediata assoluzione dopo una pronuncia della Cassazione sul sequestro dei suoli favorevole all’imprenditore salernitano. Nel frattempo i Maiolica, che operavano nel campo delle produzioni da forno e che avrebbero voluto realizzare un polo alimentare sui suoli ex Ideal Standard, dopo che Sea Park aveva rinunciato al progetto del parco acquatico, sono falliti. In un intervista al Corriere del Mezzogiorno rilasciata poco dopo l’assoluzione, Antonio Maiolica ha detto: “La nostra azienda è fallita per inchieste che non hanno portato a nulla ed ho patteggiato una condanna per bancarotta fraudolenta. Ci siamo trovati in mezzo a una vicenda più grande di noi”.