Metal detector all’ingresso, tiratori scelti sui tetti e 700 agenti a presidiare la piazza. E’ una Prima della Scala blindata quella che va in scena quest’anno a Milano dopo gli attacchi di Parigi. Ma nonostante il rischio attentati “non ci faremo chiudere in casa”, ha detto il premier Matteo Renzi presente insieme alla moglie Agnese per assistere alla Giovanna d’Arco di Giuseppe Verdi, che torna alla Scala dopo 150 anni dall’ultima rappresentazione, diretta dal maestro Riccardo Chailly. L’opera è stata molto apprezzata dal pubblico che alla fine ha applaudito per oltre dieci minuti. Nessuna contestazione, dunque. Anzi, più volte si è chiuso il sipario ma per l’ovazione è stato riaperto. Oltre al premier hanno partecipato all’apertura della stagione anche il sindaco Giuliano Pisapia e il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini.
Come da tradizione, non sono mancate le contestazioni pacifiche fuori dal teatro organizzate dai centri sociali e dai sindacati. I militanti del “Cantiere” hanno allestito una passerella (un tappeto rosso con un camerino) in piazza per simulare una sfilata di moda con protagonisti i precari e gli antagonisti. Alcuni esponenti della Confederazione Unitaria di Base hanno acceso fumogeni davanti a Palazzo Marino scandendo slogan contro la guerra e in memoria delle vittime dell’amianto. Tra le persone decedute per questo motivo negli anni passati ci sarebbero stati anche anche alcuni dipendenti del teatro che hanno inalato le polveri prima dei lavori di bonifica. Ad accompagnare i fumogeni, una banda di ottoni. C’è stato qualche momento di tensione, ma tutto si è svolto senza incidenti.
Con la sua presenza il premier ha voluto lanciare un messaggio anche in vista dell’apertura dell’Anno Santo: “Non dobbiamo sottovalutare niente, ma non ci faremo rinchiudere in casa. Sarebbe la risposta più sbagliata – ha proseguito – a ciò che sta avvenendo”. “Oggi è un giorno di festa e il messaggio che voglio dare agli italiani anche per il Giubileo è quello del coraggio perché viviamo una stagione difficile”. Ha detto il presidente del Consiglio rispondendo alla domanda sulle misure di sicurezza straordinarie al Piermarini. “La cultura da questo punto di vista è un elemento di forza possente – ha concluso – dai piccoli teatri di periferia fino alla Scala”.
L’apertura della stagione lirica è stata un’occasione per parlare anche del futuro di Milano. Giuseppe Sala avrebbe, infatti, ribadito nell’incontro con Renzi la disponibilità a candidarsi per la corsa a Palazzo Marino, sostenendo che le primarie possono essere un’occasione importante a patto che siano una vera chance di condivisione di impegni per la città e non siano utilizzate strumentalmente per partite nazionale. All’incontro riservato, prima dell’appuntamento alla Scala, ha partecipato anche il ministro Maurizio Martina.
Cronaca
Prima della Scala, Renzi presente tra misure di sicurezza eccezionali e (poche) proteste. “Non ci faremo chiudere in casa”
Metal detector all'ingresso e tiratori scelti sui tetti per l'apertura della stagione lirica. Manifestazione in piazza dei centri sociali e dei sindacati, ma nessun incidente. Grande successo per la Giovanna d'Arco diretta dal maestro Riccardo Chailly
Metal detector all’ingresso, tiratori scelti sui tetti e 700 agenti a presidiare la piazza. E’ una Prima della Scala blindata quella che va in scena quest’anno a Milano dopo gli attacchi di Parigi. Ma nonostante il rischio attentati “non ci faremo chiudere in casa”, ha detto il premier Matteo Renzi presente insieme alla moglie Agnese per assistere alla Giovanna d’Arco di Giuseppe Verdi, che torna alla Scala dopo 150 anni dall’ultima rappresentazione, diretta dal maestro Riccardo Chailly. L’opera è stata molto apprezzata dal pubblico che alla fine ha applaudito per oltre dieci minuti. Nessuna contestazione, dunque. Anzi, più volte si è chiuso il sipario ma per l’ovazione è stato riaperto. Oltre al premier hanno partecipato all’apertura della stagione anche il sindaco Giuliano Pisapia e il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini.
Come da tradizione, non sono mancate le contestazioni pacifiche fuori dal teatro organizzate dai centri sociali e dai sindacati. I militanti del “Cantiere” hanno allestito una passerella (un tappeto rosso con un camerino) in piazza per simulare una sfilata di moda con protagonisti i precari e gli antagonisti. Alcuni esponenti della Confederazione Unitaria di Base hanno acceso fumogeni davanti a Palazzo Marino scandendo slogan contro la guerra e in memoria delle vittime dell’amianto. Tra le persone decedute per questo motivo negli anni passati ci sarebbero stati anche anche alcuni dipendenti del teatro che hanno inalato le polveri prima dei lavori di bonifica. Ad accompagnare i fumogeni, una banda di ottoni. C’è stato qualche momento di tensione, ma tutto si è svolto senza incidenti.
Con la sua presenza il premier ha voluto lanciare un messaggio anche in vista dell’apertura dell’Anno Santo: “Non dobbiamo sottovalutare niente, ma non ci faremo rinchiudere in casa. Sarebbe la risposta più sbagliata – ha proseguito – a ciò che sta avvenendo”. “Oggi è un giorno di festa e il messaggio che voglio dare agli italiani anche per il Giubileo è quello del coraggio perché viviamo una stagione difficile”. Ha detto il presidente del Consiglio rispondendo alla domanda sulle misure di sicurezza straordinarie al Piermarini. “La cultura da questo punto di vista è un elemento di forza possente – ha concluso – dai piccoli teatri di periferia fino alla Scala”.
L’apertura della stagione lirica è stata un’occasione per parlare anche del futuro di Milano. Giuseppe Sala avrebbe, infatti, ribadito nell’incontro con Renzi la disponibilità a candidarsi per la corsa a Palazzo Marino, sostenendo che le primarie possono essere un’occasione importante a patto che siano una vera chance di condivisione di impegni per la città e non siano utilizzate strumentalmente per partite nazionale. All’incontro riservato, prima dell’appuntamento alla Scala, ha partecipato anche il ministro Maurizio Martina.
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Genova, 18 mar. (Adnkronos) - Tragedia nella notte a Genova in via Galliano, nel quartiere di Sestri Ponente, dove un ragazzo di 29 anni è morto in un incendio nell'appartamento in cui abitava. L'incendio ha coinvolto 15 persone di cui quattro rimaste ferite, la più grave la madre del 29enne, ricoverata in codice rosso al San Martino. Altre tre persone sono state ricoverate in codice giallo all'ospedale di Villa Scassi. Sul posto la polizia che indaga sulla dinamica.
Dalle prime informazioni si sarebbe trattato di un gesto volontario del giovane che si sarebbe dato fuoco.
Milano, 17 mar. (Adnkronos Salute) - Bergamo, 18 marzo 2020: una lunga colonna di camion militari sfila nella notte. Sono una decina in una città spettrale, le strade svuotate dal lockdown decretato ormai in tutta Italia per provare ad arginare i contagi. A bordo di ciascun veicolo ci sono le bare delle vittime di un virus prima di allora sconosciuto, Sars-CoV-2, in uscita dal Cimitero monumentale.
Quell'immagine - dalla città divenuta uno degli epicentri della prima, tragica ondata di Covid - farà il giro del mondo diventando uno dei simboli iconici della pandemia. Il convoglio imboccava la circonvallazione direzione autostrada, per raggiungere le città italiane che in quei giorni drammatici accettarono di accogliere i defunti destinati alla cremazione. Gli impianti orobici non bastavano più, i morti erano troppi. Sono passati 5 anni da quegli scatti che hanno sconvolto l'Italia, un anniversario tondo che si celebrerà domani. Perché il 18 marzo, il giorno delle bare di Bergamo, è diventato la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus.
La ricorrenza, istituita il 17 marzo 2021, verrà onorata anche quest'anno. I vescovi della regione hanno annunciato che "le campane di tutti i campanili della Lombardia" suoneranno "a lutto alle 12 di martedì 18 marzo" per "invitare al ricordo, alla preghiera e alla speranza". "A 5 anni dalla fase più acuta della pandemia continuiamo a pregare e a invitare a pregare per i morti e per le famiglie", e "perché tutti possiamo trovare buone ragioni per superare la sofferenza senza dimenticare la lezione di quella tragedia". A Bergamo il punto di partenza delle celebrazioni previste per domani sarà sempre lo stesso: il Cimitero Monumentale, la chiesa di Ognissanti. Si torna dove partirono i camion, per non dimenticare. Esattamente 2 mesi fa, il Comune si era ritrovato a dover precisare numeri e destinazioni di quei veicoli militari con il loro triste carico, ferita mai chiusa, per sgombrare il campo da qualunque eventuale revisione storica. I camion che quel 18 marzo 2020 partirono dal cimitero di Bergamo furono 8 "con 73 persone, divisi in tre carovane: una verso Bologna con 34 defunti, una verso Modena con 31 defunti e una a Varese con 8 defunti".
E la cerimonia dei 5 anni, alla quale sarà presente il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, sarà ispirata proprio al tema della memoria e a quello della 'scoperta'. La memoria, ha spiegato nei giorni scorsi l'amministrazione comunale di Bergamo, "come atto necessario per onorare e rispettare chi non c'è più e quanto vissuto". La scoperta "come necessità di rielaborare, in una dimensione di comunità la più ampia possibile, l'esperienza collettiva e individuale che il Covid ha rappresentato".
Quest'anno è stato progettato un percorso che attraversa "tre luoghi particolarmente significativi per la città": oltre al Cimitero monumentale, Palazzo Frizzoni che ospiterà il racconto dei cittadini con le testimonianze raccolte in un podcast e il Bosco della Memoria (Parco della Trucca) che esalterà "le parole delle giovani generazioni attraverso un'azione di memoria". La Chiesa di Ognissanti sarà svuotata dai banchi "per rievocare la stessa situazione che nel 2020 la vide trasformata in una camera mortuaria". Installazioni, mostre fotografiche, momenti di ascolto e partecipazione attiva, sono le iniziative scelte per ricordare. Perché la memoria, come evidenziato nella presentazione della Giornata, "è la base per ricostruire".
Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.