Calcio

Stati Uniti, i taglialegna dell’Oregon vincono la Mayor League Soccer: senza campioni, ma con un tifo ‘europeo’

I Portland Timbers hanno battuto in finale i Columbus Crew del fratello di Higuain: per loro primo storico titolo grazie a una rosa senza big (Giovinco, Pirlo, Lampard e gli altri giocano in altri lidi), ma con un tifo spettacolare

Nel calcio non sempre vince la squadra più forte. Football o soccer? Quest’ultimo per favore. Negli Usa, precisamente nella MLS, la massima serie statunitense, a vincere il campionato sono stati i Portland Timbers che domenica hanno sconfitto nella finale play off i Colombus Crew, favoriti sin dall’inizio per la vittoria al titolo. In Europa è pensiero diffuso che il calcio americano sia un goffo tentativo da parte degli statunitensi di riprodurre la magia del calcio laddove la sua cultura è praticamente inesistente. Se c’è del vero nell’affermare che la MLS è dominata da un lato da calciatori sconosciuti, mentre dall’altro da vecchie stelle del calcio europeo, è altrettanto vero che negli Stati Uniti esistono persone veramente appassionate e interessate nei confronti del calcio. Anche in MLS c’è il tifo organizzato e i supporters statunitensi seguono tutte le trasferte della propria squadra spesso con coreografie spettacolari e cori chiassosi.

I tifosi dei Portland Timbers ad esempio sono una delle tifoserie più pittoresche e calorose di tutto il Paese. La loro fama è infatti cresciuta con il passare degli anni (nonostante i Timbers partecipino alla MLS soltanto dal 2011) e oggi tutti li conoscono come la Timbers Army, l’armata dei Portland Timbers. Entrare al Providence Park di Portland, è come entrare nella tana del tifo estremo statunitense, perché la Timbers Army è capace di accogliere i propri giocatori con le coreografie più pazze. A supportare e a coordinare la Curva di questa realtà è Joey Webber, meglio conosciuto come Timber Joey (Joey il boscaiolo).

Si tratta di un taglialegna che rappresenta al meglio la città di Portland dentro ai rettangoli di gioco. Per secoli infatti gli abitanti della città dell’Oregon hanno lavorato la legna, proprio per questo Timber Joey è un simbolo per tutta la città, un punto di riferimento che va oltre il mondo del calcio. Ad ogni rete segnata dai suoi beniamini è solito tagliare con una motosega un tronco di legno, mandando poi in delirio i tifosi. Scarpe e pantaloni da lavoro, elmetto in testa e barba lunga, questa la divisa della mascotte taglialegna. Già, perché una delle caratteristiche di Portland è che la maggioranza degli uomini ha la barba, visto che le origini di questa tendenza nascono proprio dalla figura del boscaiolo, un uomo duro e puro che non può perdere tempo a tagliarsi la barba, impegnato a segare alberi enormi. “Stars and Stripes” è l’inno nazionale degli Stati Uniti d’America, che ieri ha conosciuto il nome del nuovo campione; una squadra che di stelle non ne ha.

Nella MLS di Giovinco a Toronto, Pirlo, Lampard e Villa a New York e di Kakà a Orlando, a trionfare è stata la squadra di Portland che a ottobre aveva seriamente rischiato di non qualificarsi nemmeno per i play off. Una realtà multietnica seppur costruita con un budget basso e priva di grandi nomi almeno sulla carta. Eppure nel calcio, nulla è già scritto e i Timbers domenica hanno impiegato solamente un tempo per archiviare la pratica Columbus, miglior squadra della Regular Season ad Est. Inutile il gol praticamente allo scadere, i Crew di Federico Higuain (fratello di Gonzalo) sono stati la seconda squadra nella storia a perdere il titolo tra le mura amiche. Si tratta così del primo trionfo per i boscaioli Timbers, la squadra del popolo, la più pura espressione dei suoi abitanti, che entra così nella storia per la gioia dei suoi tifosi, l’indispensabile dodicesimo uomo in campo.