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In questi giorni esce, Bit Generation (La Canzonetta, 2015), un disco interessante per diversi motivi: uno perché il cantautore è un sociologo e docente universitario, Lello Savonardo, e due perché si tratta di un progetto culturale e cross-mediale, che apre un ponte tra generazioni. “Bit Generation – spiega Savonardo – rappresenta un’opera collettiva, realizzata con la partecipazione di altri artisti. Un disco di canzoni, che si esprime attraverso le emozioni, cercando anche di far riflettere, oltre che divertire.” Un album preceduto da un libro, Bit Generation. Culture giovanili, creatività e social media (Franco Angeli, 2013), che contiene i risultati di una ricerca sul rapporto tra universo giovanile e tecnologie digitali, e da un programma radiofonico di Radio Lab F2. Con alle spalle un disco, tanti concerti e collaborazioni, Lello Savonardo si muove in diversi ambiti della comunicazione. In questo senso, Bit Generation, rappresenta solo un’altra tappa della sua ricerca. Tra dub, rap, rock e canzone d’autore sono tanti e prestigiosi gli ospiti tra cui, Edoardo Bennato, che oltre a firmare il testo de, L’equilibrista, suona l’armonica in due brani. Poi Maurizio Capone, il dj Danilo Vigorito, che ha remixato la title track del disco, il cantautore Giovanni Block e il rapper e dj Gianluca Tripla Vitiello, ma la guest più singolare è sicuramente quella in, Always On, che si apre con versi pronunciati dal guru della comunicazione, Derrick de Kerckhove. Un brano che esprime insieme alla bella copertina di Alessandro Rak, il senso del progetto: raccontare la condizione esistenziale dell’uomo digitale, iperattivo, interattivo e “sempre connesso”.

Come nasce l’idea del disco?

Era da tempo che pensavo di realizzare un nuovo disco e nonostante i diversi impegni accademici e scientifici, non ho mai smesso di suonare con la mia SBand, compatibilmente con le mie altre attività. Poi dopo il successo inaspettato in Rete di un mio video, Mari o Monti Ska, realizzato quasi per gioco, con una webcam nel mio studio e pubblicato su YouTube, ho deciso che era arrivato il momento di realizzare un nuovo disco.

Sei ritornato al tuo vecchio amore per la musica. Un amore che in realtà non hai mai lasciato. Come è stato rientrare in studio?

Io sono un cantautore sui generis. Insegno “Teorie e Tecniche della comunicazione” e “Comunicazione e Culture giovanili” presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. I miei interessi scientifici sposano da sempre la mia passione per la musica. Il mio ritorno alla musica “attiva” è una sfida, ma anche un progetto culturale, che si esprime attraverso suoni, parole, ritmi ed emozioni. Entrare in studio è stato come ritornare a casa. Ma è molto più difficile scrivere canzoni, esprimere se stessi, denudarsi, esporsi attraverso le emozioni di una canzone, che scrivere saggi di sociologia, in cui devi necessariamente tendere all’oggettività.

Dove finisce il professore e quando inizia il cantautore?

Non mi sono mai sentito un “professore”, ma una persona curiosa, che si pone interrogativi e che non possiede verità da trasmettere, ma dubbi da condividere. Quello che comunico ai miei studenti è la curiosità di scoprire, indagare, comprendere i fenomeni sociali, attraversare i territori della conoscenza, osservando la realtà da diverse angolazioni e punti di vista. La musica ti permette di arrivare al centro delle emozioni, attraverso una profonda scoperta del sé e degli altri. Le mie due anime e passioni convivono in questa ricerca costante.

Qual è il futuro di questa generazione in cerca di identità?

Il singolo Bit Generation, come altri brani del disco, racconta il disorientamento, l’incertezza dei giovani, “selfie in cerca di un’identità”, ma anche il loro protagonismo, la loro predisposizione a “scendere in piazza se la gente muore”, perché “è una generazione che ha una sua visione, perché la libertà è partecipazione”, tanto per citare Gaber. Dobbiamo ascoltare le nuove generazioni, con i loro linguaggi e le loro speranze, perché è sulle loro gambe che si costruirà la società del futuro.

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