Nuovi guai all’orizzonte per Sepp Blatter. L’Fbi avrebbe infatti in mano un documento che dimostra come il presidente della Federcalcio mondiale è stato a conoscenza di una maxi-tangente da 100 milioni (in dollari), pagata agli inizi degli anni Novanta dalla International Sport and Leisure alla Fifa, per ottenere la gestione dei diritti commerciali e televisivi delle competizioni organizzate dalla Fifa durante il decennio. A rivelarlo, durante l’ultima puntata del programma della Bbc Panorama, è stato il giornalista investigativo Andrew Jennings, le cui inchieste sul ruolo dell’americano Chuck Blazer hanno spinto l’Fbi ad aprire l’inchiesta che negli ultimi mesi ha portato all’arresto o all’incriminazione di una trentina di massimi dirigenti del calcio mondiale. Il documento sarebbe una lettera, firmata dall’ex presidente della Fifa Joao Havelange, in cui si racconterebbe di questo pagamento da 100 milioni e di come Blatter, all’epoca suo delfino e successore designato, ne sia stato a conoscenza.
Il problema, per il caudillo del calcio mondiale, non sarebbe quindi avere intascato materialmente i soldi, destinati a Havelange e all’ex boss del calcio brasiliano Ricardo Teixeira (su cui oggi pendono una decina di imputazioni), ma essere a conoscenza della tangente e non averlo denunciato né alla Fifa né alle autorità svizzere, che sei anni fa aprirono un’inchiesta sui fatti. La lettera di Havelange cui si fa riferimento, è stata infatti consegnata dalla Svizzera alle autorità statunitensi nell’ambito della cooperazione tra le due inchieste parallele in atto. A complicare le cose, il fatto che la tangente da 100 milioni sia stata pagata dalla Isl, compagnia svizzera fallita nel 2001 e attraverso cui la Fifa, il Cio e la Iaaf, come appare dalle carte di numerose inchieste, facevano transitare i soldi sporchi. Avendo già annunciato di non candidarsi alle nuove presidenziali Fifa del 26 febbraio, per Blatter il primo redde rationem è fissato per il 16 dicembre, quando il comitato disciplinare della Fifa deciderà sulla proposta di radiazione a vita sua e del suo ex delfino Michael Platini.
E proprio del destino di Platini, accusato di avere ricevuto a febbraio del 2011 un pagamento di 2 milioni da Blatter per ipotetici lavori di consulenza svolti per la Fifa dieci anni prima (tra il 1999 e il 2001), si discute oggi alla Corte arbitrale dello sport, dove è stato presentato il ricorso del francese contro la sospensione di sei mesi. Nell’udienza preliminare odierna, gli avvocati di Platini presentano un memoriale di 23 pagine, già pubblicato dal francese Journal du Dimanche, in cui l’ex presidente della Uefa Lennart Johansson si dice a conoscenza di lavori svolti a pagamento da Platini per la Fifa nel periodo 1999-2001. Peccato che Antonio Matarrese, allora vice-presidente Uefa e seduto allo stesso tavolo di Johansson e Platini nella riunione in cui sarebbe sarebbe stato stilato questo verbale, abbia dichiarato “di non ricordare che fossero menzionati stipendi”. Per poi aggiungere che sarebbe stato comunque molto strano che un incarico Fifa sia stato discusso a una riunione Uefa. La sentenza del Cas sul ricorso alla sospensione – necessario per le speranze di Platini di candidarsi alla presidenza della Fifa, ma non decisivo dato che il 16 dicembre ci sarà il verdetto della commissione disciplinare sulla radiazione – dovrebbe arrivare venerdì pomeriggio.