In palio uno dei 7 posti di capo ufficio stampa, caposervizio o fotocinereporter con mansioni di caporedattore. Sarà sufficiente inviare la propria candidatura, ma non verrà stilata alcuna graduatoria: a scegliere sarà il presidente Mario Oliverio. "Potrà scegliere chi vuole - protesta Carlo Parisi, segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa - con buona pace della trasparenza, della professionalità, della meritocrazia"
Nessun concorso pubblico ma una “manifestazione di interesse” che servirà solo a stilare un elenco di professionisti da cui poi il governatore della Calabria Mario Oliverio selezionerà i componenti dell’ufficio stampa della Giunta Regionale. Una scelta insindacabile i cui criteri non saranno i requisiti dei candidati, ma la loro capacità ad attuare “gli indirizzi politici” del Pd. È questa la nuova frontiera del giornalismo istituzionale. La Federazione Nazionale Stampa Italiana è sul piede di guerra e già parla di giornalisti “a scelta”.
Mario Oliverio come Giuseppe Scopelliti. Probabilmente anche peggio, visto che l’attuale governatore della Calabria non ha dovuto fare neanche la fatica di firmare le delibere con cui la Regione ha stabilito che l’ufficio stampa deve essere composto da “massimo sette giornalisti” e un “fotocinereporter”.
Uno stratagemma che aveva già architettato Scopelliti (ex Pdl, ex Ncd e oggi “Azione Nazionale”) e che era stato già bocciato dalla Corte dei Conti dopo una pesantissima relazione ispettiva del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato del ministero dell’Economia. Una bocciatura con la quale si contestava “l’illegittimo conferimento di incarico e l’indebita erogazione di compensi”. Ecco perché pochi mesi fa, a luglio, la Regione di Oliverio chiese ufficialmente ai giornalisti che hanno lavorato nell’ufficio stampa della Giunta Scopelliti di restituire gli stipendi percepiti nei periodi di lavoro prestati alle dipendenze dell’amministrazione regionale.
Quei giornalisti (nel frattempo andati a casa dopo le dimissioni dell’ex presidente e in seguito alla condanna di quest’ultimo nel processo “Fallara”) ricevettero una lettera raccomandata firmata dall’allora dirigente generale reggente della Regione Calabria Luigi Bulotta. Lo stesso che, diventato oggi dirigente del settore “Risorse umane”, ha firmato assieme al nuovo dirigente generale Giuseppe Bianco il provvedimento con cui si consentirà ad Oliverio (e al Pd) di fare come il suo predecessore e di godere di un ufficio stampa “personale” pagato con i soldi dei calabresi.
Il tutto non attraverso un concorso pubblico, ma grazie a una “manifestazione di interesse”. E siccome il contratto dei due giornalisti (pagati uno 67mila euro l’anno e l’altro 57mila) del fotografo (41mila euro) sta per scadere, occorre fare presto. Ecco quindi che dal 3 dicembre, quando è stato pubblicato l’avviso sul sito della Regione, chi vuole inviare la domanda potrà farlo entro 10 giorni per sperare di conquistare uno dei 7 posti di capo ufficio stampa, di caposervizio o fotocinereporter con mansioni di caporedattore.
“Qualifiche e funzioni che – secondo il segretario generale aggiunto della Fnsi Carlo Parisi – sono lapalissianamente chiare a tutti tranne, evidentemente, agli estensori della manifestazione di interesse”. In sostanza: o si ha un contratto di collaborazione o si è caporedattore di un ufficio stampa che prevede un lavoro da dipendente e quindi subordinato.
“È una scelta assurda, – aggiunge Parisi, che è anche segretario regionale del sindacato dei giornalisti – quella di affidare mansioni di lavoro subordinato con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, ovvero autonoma, che esporrebbe la Regione Calabria al fondatissimo rischio di notevoli esborsi derivanti dalla scontata azione ispettiva per la regolarizzazione delle posizioni contrattuali”.
Il sindacato Fnsi aveva già sostenuto la stessa vertenza con la precedente amministrazione Scopelliti. E si appresta a farlo anche con Oliverio: “La Giunta Regionale – ribadisce infatti Parisi – non sembra per nulla intenzionata a cambiare registro in materia di selezione del personale, ovvero di bandire finalmente concorsi pubblici che assicurino ai tanti giornalisti disoccupati e precari una seria opportunità di lavoro”.
Dopo il danno la beffa. C’erano tre candidati “interni” (cioé già dipendenti regionali e quindi a costo zero) che avevano i requisiti e che hanno presentato istanza per essere trasferiti nell’ufficio stampa della Giunta. Purtroppo però “non hanno ottenuto il prescritto nulla-osta dai dirigenti dei dipartimenti di appartenenza”. Scongiurato, quindi, il rischio di ritrovarsi con giornalisti “non allineati”. A pensar male si fa peccato ma in Calabria le cattive abitudini non hanno colore politico e le modalità di assunzione degli amici del centrodestra sono buone anche per quelli del centrosinistra.
Un gruppo di lavoro, di cui non si conoscono i componenti, si occuperà della “verifica dei requisiti di ammissibilità” delle domande. Ma si tratta solo un elenco che, però, non darà “luogo alla formazione di alcuna graduatoria”. Onere questo che spetterà al “Presidente della Giunta Regionale”, il quale “individuerà i soggetti a cui affidare l’incarico, mediante decisione orientata agli obiettivi di carattere strategico richiesti all’Ufficio Stampa, nell’ambito dei processi di pianificazione e di indirizzo politico determinati dagli organi di Governo”.
In altre parole, anche se un candidato ha tutti i requisiti per essere selezionato, il suo futuro dipende dalla convinzione di Oliverio che sia la persona giusta per cantare le gesta della sua giunta. Gli amici degli amici, quindi, saranno favoriti rispetto a chi intende fare informazione, seppur istituzionale, chiara e professionale nell’ufficio stampa della Regione Calabria.
“Insomma, – conclude Parisi – Oliverio avrà la facoltà di scegliere tranquillamente chi vuole, con buona pace della trasparenza, della professionalità, della meritocrazia, dell’opportunità di offrire a tutti la possibilità di conquistarsi con merito un posto di lavoro lautamente retribuito”.