Nulla accade per caso. Questa è una storia maledetta, dove tutto si tiene. E’ solo una coincidenza, se il super boss 74enne Raffaele Cutolo, da 54 anni dietro le sbarre di cui 34 anni trascorsi in isolamento e 23 in regime di 41 bis, ha deciso lo scorso 14 settembre di parlare ai consulenti della Commissione parlamentare d’indagine sull’affare Moro? Cosa ha raccontato il fondatore della Nuova camorra organizzata da indurre i commissari a mettere il sigillo della segretezza sui verbali? E perché solo adesso Cutolo sente il bisogno di parlare? C’entra qualcosa l’arresto a fine maggio – dopo 31 anni di latitanza – del suo ex braccio destro Pasquale Scotti, scovato a Recife in Brasile? Lo stesso Scotti – turbato per l’improvviso arresto – prima si chiude in un ferreo mutismo poi svela che la sua misteriosa fuga dall’ospedale civile di Caserta – avvenuta la notte di Natale del 1984 – dove era ricoverato in stato di detenzione – era stata concordata con i carabinieri. Misteri e segreti. In un libro in uscita “Il Camorrista fantasma- Le mille vite del superlatitante Pasquale Scotti ” edito da Iuppiter Edizioni, gli autori: il compianto Enzo Musella, Gaetano Pragliola, Gianmaria Roberti e Luigi De Stefano, quest’ultimo è il poliziotto che strinse le manette ai polsi di Scotti prima della inquietante fuga e trentennale latitanza, hanno ricostruito gli spostamenti dell’ex braccio destro di Cutolo.
C’è il ragionevole dubbio per sostenere che Scotti fosse un “arruolato dei servizi” e diventato un killer di Stato, le sue tracce figurano dal colpo di Stato in Tunisia, all’intrigo dell’omicidio del banchiere Roberto Calvi, un finto suicidio inscenato a Londra da un pugno di cutoliani. E sullo sfondo, le ombre della P2, del Vaticano, dei servizi deviati e della mafia. Quando tutti ormai credevano Pasquale Scotti morto e sepolto ecco dalle tenebre ricomparire con le false sembianze di Francisco Vitale Visconti, un tranquillo uomo d’affari brasiliano, l’ex braccio destro di Cutolo che ereditò il mandato a riscuotere le promesse della Dc per la liberazione dell’ex assessore Ciro Cirillo. Lo scorso 21 ottobre, il Supremo tribunal federal brasiliano, ha sancito l’estradizione di Pasquale Scotti in Italia. I giudici hanno deciso che non c’è persecuzione politica e quindi l’ex primula rossa dovrà far ritorno in Italia e scontare i tre ergastoli a cui è stato condannato in via difinitiva. Strana anche la circostanza, smentita con fermezza dal ministero della Giustiza, di uno scambio tra l’ex banchiere italo-brasiliano Henrique Pizzolato, condannato a 12 anni e 7 mesi di carcere nell’inchiesta “Mensalao”, da estradare dall’Italia al Brasile e di Scotti da ricondurre dal Brasile all’Italia. Ciò che incuriosisce però è un altro aspetto ancora più inquietante.
Pasquale Scotti potrebbe ritornare libero. Pare che il trattato bilaterale tra Brasile – Italia prescriva e detti dei tempi certi per l’estradizione dei cittadini stranieri. Il termine è fissato a 40 giorni dal pronunciamento del Supremo tribunal federal, arco di tempo, entro il quale il detenuto dev’essere preso in carico dall’autorià del paese d’origine. L’Italia non ha ancora attivato le procedure di estradizione e inviato i suoi rappresentanti. Un grave e inquietante ritardo che potrebbe consentire alla difesa di Pasquale Scotti di presentare un’istanza urgente di scarcerazione. E sembra che proprio quest’ultima sia la strada scelta dai legali dell’ex super latitante. E’ un mistero che s’infittisce. A chi fa paura Pasquale Scotti? Cosa potrebbe raccontare di così tanto compromettente? Quali segreti custodisce? E Cutolo continuerà a parlare del rapimento dello statista Aldo Moro? E Scotti cosa dirà sulla liberazione di Cirillo? Nulla accade casualmente in questa strana storia dove tutto davvero si tiene.