Dopo il via libera alla sanatoria sui finanziamenti pubblici ai partiti, approvata in tempi record da Camera e Senato, l’Ufficio di presidenza di Montecitorio ha approvato la ripartizione dei soldi per il 2015. All’unanimità dei presenti, l’ufficio ha sbloccato l’erogazione di 10 milioni di euro per il rimborso delle spese dei partiti e il cofinanziamento 2014, 2015 e 2016 (ultimo anno in cui verranno erogate le risorse, come previsto dalla legge sull’abolizione del finanziamento pubblico). I soldi saranno ripartiti tra tutti i partiti presenti in Parlamento tranne M5s, che non ne ha fatto richiesta. Ancora sub judice Mpa e Udc. I deputati M5s Luigi Di Maio e Riccardo Fraccaro hanno abbandonato la riunione, dopo aver auspicato il rinvio della votazione, e hanno chiesto di attendere il giudizio dell’avvocatura della Camera sulla legge Boccadutri. Ma la richiesta è stata respinta.
Di Maio, membro del direttorio M5S, ha detto che il MoVimento diffiderà la Camera, che entro 48 ore erogherà i soldi ai partiti che ne hanno fatto richiesta. “È assurdo e umiliante – ha detto Di Maio – ratificare una legge che elude i controlli sui partiti”. La legge è appunto quella a firma Sergio Boccadutri (Pd), che ha permesso ai partiti di accedere a rimborsi pur mancando la relazione della Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici. La Commissione – prevista dalla legge Letta – non è riuscita a concludere le verifiche sui bilanci del 2013 e del 2014 per mancanza di personale e di strumenti di lavoro.
Tra la fine di luglio e l’inizio di agosto gli uffici di presidenza di Camera e Senato hanno quindi bloccato l’erogazione di parte del finanziamento pubblico prevista per i partiti in quello stesso periodo. Si è così arrivati alla legge Boccadutri, che tra le altre cose affronta la questione della carenza di personale della Commissione. Durante l’esame alla Camera è stato accolto un emendamento della deputata del Pd Teresa Piccione che si occupava dei problemi della Commissione di garanzia. L’emendamento ha risolto il problema dei finanziamenti bloccati: “Le modalità per l’effettuazione della verifica di conformità – si legge – si applicano con riferimento ai rendiconti dei partiti politici relativi agli esercizi successivi al 2014”.