Lo ha stabilito a maggioranza il collegio arbitrale di Milano. Un incarico di consulenza da 50 milioni assegnato alla società era citato tra gli esempi di cattiva gestione nella sentenza del tribunale di Roma che ha condannato gli ex vertici del vettore aereo per il crac
La società di consulenza McKinsey dovrà pagare 11,8 milioni di euro alla vecchia Alitalia, in amministrazione straordinaria, a titolo di risarcimento per “inadempienza contrattuale parziale”. Lo ha stabilito, a maggioranza, il collegio arbitrale di Milano, e la sentenza è riportata nella relazione semestrale al 30 giugno 2015 redatta dei commissari della ex compagnia aerea, da cui nel 2008 è stata scorporata la Compagnia aerea italiana rilevata dalla cordata di Colaninno & soci. Secondo l’agenzia Radiocor, che riporta la notizia, l’importo del risarcimento è pari a tutti i compensi ricevuti da Mc Kinsey dal febbraio al dicembre 2006: precisamente 9,846 milioni, meno il 20% di Iva, più interessi e spese legali.
Nel settembre scorso la sesta sezione penale del Tribunale di Roma ha condannato gli ex vertici Giancarlo Cimoli, Francesco Mengozzi, Gabriele Spazzadeschi e Pierluigi Ceschia per il crac della vecchia Alitalia, citando come esempio di cattiva gestione anche una consulenza da 50 milioni di euro a McKinsey. Gli ex manager dovranno risarcire 355 milioni alle parti civili, tra cui si è costituita anche la Alitalia in amministrazione straordinaria, che parallelamente ha intentato un’ulteriore azione civile di responsabilità nei confronti di Cimoli e dell’ex membro del comitato esecutivo della compagnia Bruno Steve. Il 30 luglio 2015, come emerge dalla relazione semestrale, il Tribunale di Roma ha condannato i due al pagamento in solido a favore dei commissari straordinari di quasi 704mila euro per la “illegittimità dell’emolumento variabile corrisposto” a Cimoli.
Il documento riferisce infine che, sulla base di una relazione contabile di Ernst & Young e all’esito dei crediti recuperati finora, i commissari straordinari hanno “intenzione di procedere prudenzialmente alla svalutazione di un ammontare di crediti pari a 77,24 milioni su un totale di 86,20 milioni”.