Il comitato ristretto ha approvato il provvedimento da cui dovrà partire (per la seconda volta) la discussione in commissione. Ma è saltato il comma 2 all'articolo 4. Il dem Sanna: "Forza Italia sulla parte non patrimoniale ha una posizione molto prudente, riaffronteremo tema". Il grillino Toninelli: "Relatore è l'avvocato di Berlusconi, colui che dovrebbe uscirne con le ossa rotte. In un Paese normale sarebbe impensabile"
Un anno dopo c’è finalmente un nuovo testo, ma è più debole di quello di partenza. Pd e Fi hanno consegnato il provvedimento base (il secondo) per la legge sul conflitto di interessi: approvato dal comitato ristretto, lo firmano il democratico Francesco Sanna e l’avvocato di Silvio Berlusconi Francesco Paolo Sisto e ora inizierà (per la seconda volta) l’iter in commissione Affari costituzionali nella speranza di arrivare prima o poi in Aula. Stando però alla bozza che l’agenzia Public Policy ha potuto leggere, è scomparso il comma 2 all’articolo 4 che riguardava i conflitti non patrimoniali. Questo significa che non sarà più considerato conflitto di interessi l’interferenza “tra un interesse pubblico e un interesse pubblico o privato tale da influenzare l’esercizio obiettivo, indipendente o imparziale di funzioni pubbliche, anche in assenza di uno specifico vantaggio economicamente rilevante”. Sarà quindi considerato il conflitto “in tutti i casi in cui il titolare di una carica di governo sia titolare di un interesse economico privato tale da condizionare l’esercizio delle funzioni pubbliche ad esso attribuite o da alterare le regole di mercato relative alla libera concorrenza”.
Nel comitato ristretto non hanno votato Sel e M5S. “Il conflitto d’interessi del Pd”, ha commentato il deputato grillino Toninelli, “lo scrive l’avvocato di Berlusconi, ovvero il legale di colui che dovrebbe uscirne con le ossa rotte. In un Paese normale sarebbe impensabile. Daremo battaglia in commissione per migliorare questo provvedimento”. Il democratico Sanna invece si è giustificato: “Siamo di fronte a un testo base e come relatore ho voluto semplificarlo al massimo per uscire rapidamente dal comitato ristretto. La parte relativa al cosiddetto conflitto di interessi non patrimoniale infatti è causa di complicazioni sul piano delle sanzioni. Senza contare che Forza Italia ha notoriamente una posizione molto prudente su questo punto”.
È la seconda volta, in questa legislatura, che la commissione Affari costituzionali della Camera adotta un testo base sul conflitto di interessi. La prima volta circa un anno fa, ad ottobre 2014, quando il relatore era solo l’allora presidente di commissione Sisto. Il testo riuscì ad arrivare in aula a dicembre per essere rinviato in commissione a causa della bocciatura della Bilancio. Da allora le proposte di legge sono in comitato ristretto.