“Alcuni clienti sono semplici avventurieri che vogliono avere una forte esperienza che li coinvolga sessualmente. Altri vengono perché si sentono come bloccati nella loro vita e si sentono di dover fare qualcosa della loro energia sessuale inespressa - ha raccontato Matthew, operante a New York City. La pratica del sexological bodyworkers è una professione a tutti gli effetti e riconosciuta. Mescola terapia psicanalitica, prestanza fisica e capacità di suscitare emozioni attraverso l’uso del proprio corpo, come una certa duttilità spirituale che abbraccia pratiche tantriche e yoga
Vuoi avere un orgasmo perché con tuo marito non ci riesci? Semplice, se ti trovi nella east coast statunitense basta mandare una mail a tantricbodyworknyc@gmail.com e ti risponderà Matthew, uno dei “sexological bodyworkers” che lavorano tra California, New York, Canada, e Australia. Nulla a che fare con l’ “american gigolò” alla Richard Gere, ma qualcosa di molto simile ad uno psicoterapeuta che dopo aver chiacchierato con la/il cliente, chiede di spogliarsi con lei/lui, toccarsi, baciarsi, e accoppiarsi nei modi che ritiene più consoni al raggiungimento del tuo piacere. Purtroppo il prezzo delle lunghe sessione di “educazione erotica” non si conoscono – pare alto -, ma nella lunga intervista che il bel misterioso Matthew, operante a New York City, ha rilasciato al sito web alternet.org ci sono parecchi dettagli su una professione ancora agli albori ma che potrebbe diventare da un momento all’altro virale anche in Europa, spodestando le esose ore dedicate alla psicoterapia senza addetti ai lavori che prorompono in uno ‘strip and fuck’.
I “sexological bodyworkers”, si legge in uno dei siti australiani dove si possono prenotare incontri anche di gruppo, sono educatori sessuali che aiutano single, coppie e gruppi ad imparare a dirigere il proprio sviluppo erotico, a conoscere il proprio corpo e la propria sessualità, lavorando sui problemi e i blocchi sessuali che si stanno vivendo. “Alcuni clienti sono semplici avventurieri che vogliono avere una forte esperienza che li coinvolga sessualmente. Altri vengono perché si sentono come bloccati nella loro vita e si sentono di dover fare qualcosa della loro energia sessuale inespressa. Altri non sono capaci di toccare, essere toccati o di chiedere di essere toccati. Altri ancora necessitano di un’esperienza di forte e fidata energia maschile che non implichi coinvolgimento mentale. Poi molti altri vengono perché hanno un trauma da cui si vogliono liberare”, spiega Matthew ad alternet.org. Le sue “pazienti” sono spesso donne o coppie, perché gli uomini in genere preferiscono un terapeuta gay, e vanno dalle giovani donne d’affari alle anziane signore ultrasettantenni che i mariti non “toccano” da decenni. Una di queste signore, ha raccontato il “terapeuta” sui generis, gli aveva chiesto di non toccarle il seno perché era una zona che per quella donna non era mai stata sensibile. Ad un certo punto, però, la signora ha cominciato a sentire l’impossibile, sfogando anni di indifferenza per il proprio corpo e il proprio seno. “Ha avuto un orgasmo mentre piangeva, per venti minuti, e pareva più un orgasmo di dolore che di piacere”.
La pratica del sexological bodyworkers è una professione a tutti gli effetti e riconosciuta. Mescola terapia psicanalitica, prestanza fisica e capacità di suscitare emozioni attraverso l’uso del proprio corpo, come una certa duttilità spirituale che abbraccia pratiche tantriche e yoga. Matthew, ad esempio, ha una regola d’oro che ognuno conosce prima d’iniziare: può essere toccato ovunque il paziente lo desideri. Così il terapeuta newyorchese si è ritrovato con donne che hanno cercato di picchiarlo, di mordergli la schiena o le labbra, di tirargli i capezzoli, perfino una persona affetta da SLA immobile sulla sua carrozzina (“per lei è stato vitale riuscire a provare una sensazione di desiderio e di fame sessuale attraverso i suoi canali più profondi”). I corsi di gruppo stanno cominciando a svilupparsi con grande velocità online, soprattutto in Australia. Molti di questi prevedono sedute intensive per diversi mesi, almeno una volta a settimana, anche per diventare a propria volta sexological bodyworkers. Tanto, come assicura Matthew, “può capitare di essere attratti o coinvolti da qualche cliente, ma non sto facendo questo lavoro per soddisfare me stesso. E’ pure spirito di servizio”.