Dopo due settimane di polemiche e dopo che il consigliere comunale fedelissimo di Grillo era stato definito "il candidato sindaco naturale", il vicepresidente della Camera e leader del direttorio nel salotto di Bruno Vespa fa dietrofront: "Dieci giorni di tempo per liste alternative". Mistero sui nomi già presentati per il consiglio comunale: c'è anche il giornalista sospeso dall'ordine nel 2013 per il caso delle interviste a pagamento
A sorpresa si riaprono i giochi per la candidatura a sindaco nel Movimento 5 Stelle di Bologna. Dopo due settimane di polemiche per la mancanza di primarie e per l’investitura di Massimo Bugani, è stato Luigi Di Maio ad annunciare ufficialmente il passo indietro. Lo ha fatto dal salotto di Bruno Vespa, a Porta a Porta: “Bugani è il candidato sindaco con una propria lista, ma fino al 20 dicembre ci sarà tempo di presentarne di alternative”. Intanto, nella squadra degli aspiranti consiglieri spunta anche una vecchia conoscenza del M5S di Bologna: Dario Pattacini, giornalista già candidato Idv e coinvolto nella vicenda delle interviste a pagamento (che valse all’ex consigliere regionale Defranceschi la condanna della Corte dei Conti e la diffida di Grillo).
Con il nuovo termine per la presentazione delle candidature, il Movimento 5 stelle prova quindi a placare la bufera, che da giorni agita le acque in Emilia. Il caso si era aperto a metà novembre, con un post sul blog di Beppe Grillo, in cui Bugani, consigliere comunale a Bologna, veniva confermato aspirante sindaco, in corsa alle amministrative del 2016. Dopo qualche giorno, però, erano comparse le prime contestazioni, con un attivista ed ex collaboratore alla Camera, Lorenzo Andraghetti, pronto a sfidare l’aspirante sindaco alle primarie e un appello firmato da 90 iscritti ed eletti, per chiedere di passare dal voto della base, sia per la lista sia per il candidato sindaco.
La partita però sembrava chiusa e la linea decisa. Tanto che era stato lo stesso Di Maio, in visita venerdì 4 dicembre a Firenze e poi a Imola, a blindare Bugani, definendolo “candidato naturale”. Gli aveva fatto eco, qualche giorno dopo, Roberto Fico sul Corriere della Sera: “Polemiche assurde: Bugani ha dichiarato più volte pubblicamente le sue intenzioni e ha tenuto riunioni settimanali, parlando anche del programma. Nessuno si è mai fatto avanti”. Poi però, giorno dopo giorno, i malumori e i dubbi sulla strategia scelta a Bologna, diversa da quella adottata a Milano, a Torino, e a Roma, invece che placarsi si erano moltiplicati, con le critiche di alcuni parlamentari ed eurodeputati e la comparsa di un’altra concorrente, la psicologa Maria Grazia Gattari.
Fino alla svolta di oggi. “Tutti si possono candidare” ha assicurato il vicepresidente della Camera, facendo anche un endorsement a favore di Bugani. “È già stato consigliere per 5 anni e conosce la macchina, è ovvio che mi dà più certezze”. Dunque, tutto da rifare. “Ogni giorno”, ha commentato l’interessato, “sbuca uno che si fa un po’ di pubblicità e che si dice pronto a fare il sindaco. Siamo stanchi di essere preso in giro. Vediamo le carte. Si organizzino come vogliono (avevano avuto sei mesi per farlo) e ci sfidino”.
Ma le polemiche non sono finite. Perché dalla lista di aspiranti consiglieri, mancherebbero alcuni nomi. E tra questi anche quello di Dario Pattacini, ex conduttore televisivo, sospeso dall’Ordine dei giornalisti nel 2013 per la vicenda delle interviste a pagamento. Era lui che faceva da tramite tra i consiglieri regionali, all’epoca Andrea Defranceschi, e le concessionarie. Pattacini non compare nell’elenco reso pubblico in un comunicato su Facebook dal candidato sindaco, ma in quello online, visibile sulla pagina ufficiale del Movimento 5 stelle. A scovarlo è stato lo sfidante Andraghetti, che ora accusa: “Ecco che rispunta l’impresentabile Pattacini. Il vero motivo per cui Bugani non ha tirato fuori tutti i nomi era che non voleva avere lo scandalo di aver candidato il suo amico, già al centro delle polemiche nella campagna elettorale per le regionali”. Ma il consigliere comunale difende la sua scelta. “Ha la fedina penale pulita, non è mai stato indagato per quella storia. Basta fango. E comunque i nomi sicuri sono quelli messi nel comunicato”.