Ore di scontri, 16 arresti e 11 feriti tra le forze dell’ordine. Sette condannati per direttissima a tre anni e un mese di detenzione e sono stati trasferiti nel carcere di Poggioreale. La vigilia di Napoli–Legia Varsavia, ultima gara del girone di qualificazione d’Europa League, è stata all’insegna della violenza. Per tutta la notte gli ultras partenopei e quelli polacchi si sono fronteggiati. La rivalità tra le due tifoserie è antica, in passato quella polacca è stata gemellata con quella della Juventus, “nemica” storica dei supporter napoletani.
La prima scintilla è scoppiata già nel tardo pomeriggio di mercoledì 9 dicembre, vicino all’aeroporto di Capodichino. L’intervento delle volanti ha portato all’arresto di 7 napoletani e 2 bulgari, probabilmente provenienti di Plovdiv, ultras “gemellati” con i napoletani. In tarda serata il secondo scontro nella zona di piazza Garibaldi, con l’arresto di 7 tifosi polacchi e la denuncia in stato di libertà di altri 3. Inoltre ben 65 tifosi del Legia Varsavia sono stati fermati e portati in Questura per l’identificazione con fotosegnalamento. Solo in un caso è stata trovata un’arma, un coltello con una lama di lunghezza superiore a quella consentita dalla legge, in possesso di un polacco.
Alcuni ultras provenienti da Varsavia si sono resi protagonisti di un altro episodio tra via Galileo Ferraris e via Marina, quando hanno aggredito 4 ragazzi napoletani a bordo di un’auto che nulla avevano a che fare con le due tifoserie. I quattro sono stati costretti a scendere dall’auto che è stata incendiata. Uno dei giovani napoletani è stato picchiato e ha riportato varie ferite.
Complessivamente sono 9 i feriti del reparto mobile della Polizia di Stato, tutti con contusioni varie non gravi, inoltre sono stati feriti un poliziotto del Commissariato San Paolo e un carabiniere. Tra le due tifoserie risultano feriti 3 tifosi polacchi, il primo negli scontri a Capodichino e i restanti due nell’episodio avvenuto nei pressi di piazza Garibaldi.