Matricola Inail 45662, liquidato a mezzo posta, raccomandata: “Lei sarà collocato a riposo il primo giorno del mese successivo”. Da 100 giorni è a casa, ha tolto il disturbo Livio Giuliani, decano biomatematico e fisico tra i più esperti sull’interazione dell’elettrosmog sul sistema umano, padre dello standard precauzionale dei livelli di attenzione a 6 V/m nel Decreto Gasparri (1998), poi nella Legge Quadro (2001) sul limite di esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici a radiofrequenza e microonde. All’italiana, si sente raggirato: “Col Decreto Sviluppo bis di Monti, dal 2012 siamo esposti per diverse ore al giorno sui 20 V/m, un calcolo previsionale composto nella media più bassa calcolata sulle ore notturne”, coi cellulari in modalità dormiente. E allora? Senta Giuliani, ma i provvedimenti renziani, “Strategia Banda Ultralarga” e “Crescita Digitale”, porterebbero le emissioni fino a 61 V/m… “Peggio! Il governo espone gli italiani al rischio di ammalarsi! Questo sta facendo Renzi: non possono dire di non saperlo!”. Sì, ma 61 V/m è il limite di legge in altri paesi d’Europa: “Ma la sicurezza Ue si basa sugli studi dell’Icnirp, un’organizzazione professionale privata” che considera solo gli effetti termici, provati su manichini colmi di gel. Un po’ come avviene nella comunità scientifica: si indagano e dimostrano i rischi oncologici dei Cem sull’uomo legati alla vecchia tecnologia Etacs (1 utente per 1 onda) e Gsm (8 utenti per 1 onda, fino a 21 Mbit/s) quando sul mercato impazza l’Lte di 4G (42 megabit per secondo!). Vabbè…
L’ex dirigente di ricerca, ex capo del ‘Laboratorio di Inquinamento Ambientale da Radiazioni e Ultrasuoni’ dell’ex Ispsel, mi ricorda il nesso di probabilità giuridico tra onde elettromagnetiche e tumori provato in Cassazione (2012) e quando gli chiedo aggiornamenti sull’appello/diffida in difesa della salute pubblica firmato (con lui) a febbraio da una nutrita task forze di medici, biologi, ingegneri e ricercatori, è laconico: “Nessuna risposta, ma è normale”. Ah, beh! Scusi Giuliani, ma come la mettiamo con l’ipercomunicazione digitale di massa, con le reti senza fili ubiquitarie? Il brodo elettromagnetico che ci avvolge da tempo. La materia è controversa… “E’ una truffa culturale! – dice lui che per decenni ha fatto consulenze tecniche per Ministeri, Comuni, Regioni, Asl e tribunali di ogni zona d’Italia – La Banda Ultralarga è una grossa balla: pretende di fare male quello che si può fare bene con fibra ottica, cavo e microcelle da 0,6 V/m, il limite adottato nel 2003 a Salisburgo nel convegno scientifico dell’Icems (la no profit di cui è portavoce), un limite di precauzione confluito nell’Assemblea Plenaria del Consiglio d’Europa (2011)”, quando Giuliani fu nominato ‘Top Scientist’ del bioelettromagnetismo.
Curriculum di prima fascia: gruppi di lavoro internazionali di profilo tra Oms-Ue, ma pure lavoro ‘sporco’ in prima linea col Noe dei Carabinieri per smantellare il far west delle antenne selvagge a Grottaferrata (“irradiavano i cittadini a 100 V/m!”), la bocciatura dei varchi magnetici per controllo e rilevazione presenze dei dipendenti in 4 Ministeri (“pericolosi, 125 kHz, onde lunghe!”) e nel Referendum (2003) per l’abrogazione dell’art. 1056 Codice Civile (“servitù coattiva di elettrodotto, prendemmo oltre il 25%, oltre un milione di voti più di Renzi alle europee!”). Poi la parabola discendente, parallela al disinteresse politico/istituzionale sui pericoli da elettrosmog, una sorta di tacita deregulation inversamente proporzionale all’esplosione del business del ‘Mobile’ e degli investimenti da capogiro delle compagnie telefoniche.
Crolla tutto, guarda caso: l’assorbimento dell’Ispsel nell’Inail (2010) (“un bavaglio burocratico, confuse l’organo deputato alla prevenzione danni con chi li paga!”), lo snobismo della Regione Sicilia sul parere sul Muos, il dimezzamento del personale assegnato fino alla chiusura del battagliero laboratorio, annessa una ricerca unica al mondo (e già finanziata!) col progetto da oltre 1milione € e il vanto in equipe di Luc Montagnier (Nobel per la medicina 2008: scoprì il virus dell’Aids!). Avrebbe curato l’infarto con terapia rigenerativa del tessuto del miocardio, mica roba da poco: differenziamento di cellule staminali cardiache autologhe per mezzo di un differenziatore magnetico. Affossato, secondo Giuliani, nella palude da nostrani cavilli burocratici, tanto per cambiare: “Siamo stati sabotati!”. Ah… sì? E da chi? “Il progetto dimostra gli effetti non termici ma a livello biologico, in ambiente non clinico, dei campi elettromagnetici. Capisce la portata rivoluzionaria?”. A nulla valsero le interrogazioni parlamentari per sbloccare i fondi, persino l’intervento dell’ex presidente Napolitano fu vano, compreso un articolo di denuncia su Il Sole 24 Ore costatogli due provvedimenti disciplinari e l’onta di uno sbandierato licenziamento al crepuscolo lavorativo (“riscriverei l’articolo domattina: gli italiani devono sapere!”). Già: brevetto inerte e basse frequenze di onde pulsate vendute dagli americani negli apparecchi elettromedicali (“costo noleggio annuo 250.000 $”). Il bi-pensiero di Orwell: “ci sono verità che valgono solo localmente”. Mesta parabola all’italian-Tafazzi style….
Fuori organico, il neo-pensionato Livio Giuliani non molla. E se il Wi-Fi a scuola pare conti una giovane vittima tra gli studenti inglesi, l’idea di quello aereo lanciata da Facebook-Google&C. solleva dubbi: “Wi-Fi dallo spazio? L’upload significherebbe 200 V/m sulla testa, sul cervello di chi è in conversazione. Vuol dirmi che non è pericoloso?”. Sto zitto. Infine l’oncologo francese Dominique Belpomme – dopo aver individuato i biomarkers diagnostici per l’Mcs e l’Elettrosensibilità – con altri scienziati si fa portavoce di una campagna che ne richiede il riconoscimento all’Oms nella classificazione internazionale delle malattie. Trait d’union, la chiusura del cerchio.