Polemica concitata tra il giornalista de Il Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi, e il sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti, durante Piazzapulita, su La7. Il tema dibattuto è il caso Banca Etruria, sul quale Scanzi osserva: “Il ministro Boschi è da un po’ di tempo che non si fa vedere ad Arezzo. Chissà perché. Dopo essere riuscita a far perdere il sindaco di centrosinistra, scegliendo una sorta di Playmobil che nessuno ha votato, adesso è coinvolta con la famiglia nella vicenda della Banca Etruria. Le colpe del governo Renzi? Innanzitutto c’è un problema di metodi e di toni. La prima reazione del premier in una intervista, si fa per dire, a Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera è stata del tipo: ‘Sì, però in fondo i risparmiatori lo sapevano’. In realtà non sapevano niente” – continua – “quindi bisogna avere molto rispetto nei confronti di persone che si sono fidate di banche di cui non si dovevano fidare. Finiamola col far passare questi poveri risparmiatori per speculatori. Certo, ora adesso sono diventati tutti esperti. Ma chi, quando fa un investimento, legge le 150 pagine in sanscrito bancario, che poi magari contengono delle regole che vengono cambiate in corsa?”. Scanzi cita l’articolo di Giorgio Meletti su Il Fatto Quotidiano e analizza dettagliatamente la vicenda: “Il problema è dello Stato che non ha vigilato abbastanza. Devo dire che Zanetti ha un grande merito: è uno dei pochi del governo che in questi giorni ci mette la faccia. Ogni volta che succede qualcosa di sgradevole, guarda caso, Renzi manda in tv gli altri: non dico i pesci piccoli, ma non certo nomi grossi del Pd. Lui deve associare se stesso alle cose belle”. E aggiunge: “Trovo aberrante che, mentre la città di Arezzo è scesa in piazza, il ministro Boschi, che è aretina, sia andata alla presentazione del libro di Vespa. Lo trovo un messaggio orrendo”. “Siamo al limite della fissazione”, insorge Zanetti. La polemica diventa rovente quando la firma de Il Fatto Quotidiano muove critiche sulla narrazione renziana, dove tutto è bello e funziona bene. “Sono solo 2mila i nuovi assunti a tempo indeterminato col Jobs Act, dal 1 gennaio 2015 ad oggi” – afferma Scanzi – “E quanto sono costati? Ben 3 miliardi di sgravi fiscali. Non mi sembra un gran trionfo. I 10 miliardi dovuti agli 80 euro dati ogni anno per prendere voti sono serviti a far vincere Renzi, ma non certo a smuovere l’economia. Questo governo, oltre a non essere nuovo, risponde innanzitutto alle banche, a Confindustria e, quando gli conviene, all’Europa. E se vuoi rilanciare il Paese, combatti l’evasione fiscale”. Zanetti si infuria quando Scanzi si sofferma sull’aumento del tetto del contante e sulla soglia di punibilità del reato di evasione fiscale. E sbotta: “Ma vergognatevi!”. “Si vergogni lei”, ribatte Scanzi