Bergoglio ha voluto che non ci fossero solo quelle tradizionali delle quattro basiliche romane, ma anche una almeno in ogni santuario del mondo. Omelia contro la violenza: "Molteplici forme feriscono questa nostra umanità". Poi la condanna ai "devoti della dea tangente"
“Molteplici forme di violenza feriscono questa nostra umanità”. È la denuncia che Papa Francesco ha fatto subito dopo aver aperto la porta santa della Basilica di San Giovanni in Laterano e con essa simbolicamente anche quelle di tutte le cattedrali del mondo in un “Giubileo delle periferie” assolutamente inedito nella storia della Chiesa. Bergoglio, infatti, ha voluto che le porte sante non fossero solo quelle tradizionali delle quattro basiliche romane, San Pietro, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le mura, ma che ce ne fosse almeno una in ogni diocesi e santuario del mondo. Una decisione senza precedenti con porte sante aperte anche nel carcere romano di Rebibbia e alla Caritas della Stazione Termini e in ogni angolo del pianeta. Non a caso Bergoglio ha voluto aprire personalmente quella della cattedrale di Bangui durante il suo viaggio in Africa, in anticipo rispetto a quella della Basilica Vaticana.
Nella sua omelia il Papa ha sottolineato che “in un contesto storico di grandi soprusi e violenze, a opera soprattutto di uomini di potere, Dio fa sapere che lui stesso regnerà sul suo popolo, che non lo lascerà più in balia dell’arroganza dei suoi governanti, e che lo libererà da ogni angoscia. Oggi ci viene chiesto che ‘non ci lasciamo cadere le braccia’ a causa del dubbio, dell’impazienza o della sofferenza”. Francesco ha invitato i fedeli a “guardare al futuro con serenità. Il Signore ha revocato ogni condanna e ha deciso di vivere in mezzo a noi. Questa terza domenica di Avvento attira il nostro sguardo verso il Natale ormai vicino. Non possiamo lasciarci prendere dalla stanchezza; non ci è consentita nessuna forma di tristezza, anche se ne avremmo motivo per le tante preoccupazioni e per le molteplici forme di violenza che feriscono questa nostra umanità”.
“Abbiamo aperto – ha spiegato il Papa – la porta santa, qui e in tutte le cattedrali del mondo. Anche questo semplice segno è un invito alla gioia. Inizia il tempo del grande perdono. È il Giubileo della misericordia. È il momento per riscoprire la presenza di Dio e la sua tenerezza di padre”. Per Bergoglio l’Anno Santo è un invito “ad agire con giustizia e a guardare alle necessità di quanti sono nel bisogno”. Francesco, infatti, ha sottolineato che ai cristiani “viene chiesto un impegno più radicale. Davanti alla porta santa che siamo chiamati a varcare, ci viene chiesto di essere strumenti di misericordia, consapevoli che saremo giudicati su questo. Chi è stato battezzato sa di avere un impegno più grande. La fede in Cristo provoca a un cammino che dura per tutta la vita: quello di essere misericordiosi come il Padre. La gioia di attraversare la porta della misericordia si accompagna all’impegno di accogliere e testimoniare un amore che va oltre la giustizia, un amore che non conosce confini. È di questo infinito amore che siamo responsabili, nonostante le nostre contraddizioni”.
All’Angelus il Papa è tornato a condannare i “devoti della dea tangente“: “Agli esattori delle tasse Gesù dice di non esigere nulla di più della somma dovuta. Cosa significa? Non fare tangenti! Ai soldati domanda di non estorcere niente a nessuno”. Francesco ha poi ricordato che “in tutte le cattedrali del mondo, si apriranno le porte sante, perché il Giubileo della misericordia possa essere vissuto pienamente nelle Chiese particolari. Auspico che questo momento forte stimoli tanti a farsi strumenti della tenerezza di Dio. Come espressione delle opere di misericordia, saranno aperte anche le “porte della misericordia” nei luoghi di disagio e di emarginazione. A questo proposito, saluto i detenuti delle carceri di tutto il mondo, specialmente quelli del carcere di Padova, che oggi sono uniti a noi spiritualmente per questo momento di preghiera, e li ringrazio per il dono del concerto”.
Plauso del Papa all’accordo raggiunto al Vertice sul clima di Parigi: “Esorto la comunità internazionale a proseguire con sollecitudine il cammino intrapreso nel segno di una solidarietà che diventi sempre più fattiva”. Bergoglio ha rivolto anche un appello in vista della Conferenza ministeriale dell’Organizzazione Internazionale del Commercio che si terrà a Nairobi. “Mi rivolgo ai Paesi che vi parteciperanno, affinché le decisioni che saranno prese tengano conto dei bisogni dei poveri e delle persone più vulnerabili, come anche delle legittime aspirazioni dei Paesi meno sviluppati e del bene comune dell’intera famiglia umana”.