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Sasha Grey, pornostar pentita? Via dal web immagini hot e sui social cita D’Annunzio e Pasolini (FOTO)

L’interprete di 321 film porno, da qualche tempo, su Facebook posta foto alle mostre e in libreria. Nel frattempo su Google tutte le immagini più scandalose stanno scomparendo dalle prime posizioni. Ecco come un'ex-attrice hard prova a ripulire la propria reputazione online

di Davide Turrini
Sasha Grey, pornostar pentita? Via dal web immagini hot e sui social cita D’Annunzio e Pasolini (FOTO)


Citazioni dai film di Jean Luc Godard, libri in ricordo di Pier Paolo Pasolini, foto di letture appassionate dell’ultimo Slavoj Zizek, i versi di Gabriele D’Annunzio (“grande come poeta non nelle scelte politiche”). Questi sono solo alcuni tasselli della nuova immagine parecchio impegnata dell’ex pornostar Sasha Grey apparsi sulla sua pagina Facebook, e che oramai fanno andare in visibilio i suoi numerosissimi fan senza scoprirsi più nemmeno un avambraccio. L’interprete di 321 film porno in nemmeno cinque anni di carriera, dopo aver abbandonato senza ripudiarlo il set dell’hard statunitense nel 2011, ha iniziato un nuovo percorso artistico che oramai tutti conoscono, come dj, musicista, scrittrice e attrice di film non più porno. The Girlfriend Experience di Steven Soderbergh nel 2009 quando ancora frequentava i set hard; un divertentissimo gore low budget, Smash Cut, sempre nel 2009; I melt with you nel 2011, film passato al Sundance e diretto da un regista di thriller come Mark Pellington; infine, Open Windows (2014) per la regia di Nacho Vigalondo dove ha diviso il set con Elijah Wood/Frodo nell’interpretare un’attrice che viene spiata segretamente online da un suo ammiratore.

Dj set in giro per il mondo da diversi anni e due libri dati alle stampe, tra cui quel The Juliette Society (in Italia edito da Rizzoli) un romanzo con molti momenti dedicati al sesso e che va detto, non è affatto male. Un’opera che conserva, soprattutto, una marea di riferimento cinematografici “colti”. Godard, ma anche Bunuel, Welles e Hitchcock, dovuti non solo al fatto che la protagonista è una studentessa di cinema (che si invaghisce del suo prof), ma perché dietro ad ogni scelta artistica di Sasha Grey, al secolo Marina Ann Hantzis, classe 1988, sembra esserci un raffinato ragionamento commerciale che mescola il pop elegante che fa intravedere tracce del passato porno, e autentiche perle da nicchia engagé, come forse solo negli anni settanta si poteva concepire.

Basta scorrere le pagine social della bella Sasha, quelle degli ultimi mesi per intenderci, e le sorprese sono davvero tante. Il suo stupore davanti ai quadri del MOCA (Museum of Contemporary Art di Los Angeles), la gita in barca a Capri modello Il disprezzo immortalata da Instagram, l’istantanea della copertina dello straordinario La Lunga strada di sabbia (Contrasto) di Pasolini per ricordarne la morte, ma anche foto con il suo doberman tra cui una di un’autoironia sottile da far concorrenza ai migliori stand up comedian con il cane che le appoggia il lungo muso tra le gambe (coperte) e lei che scrive “Nothing strange. At all”.

Questo straordinario riposizionamento culturale dell’ex diva del porno che sembra lentamente cancellare il suo passato, oltre alla naturale spontaneità della ragazza (che ricordiamo usava firmare i suoi comunicati “Lotta continua SG”), ha portato il sito web The Hustle a pubblicare un’interessante inchiesta intitolata: “Come Sasha Grey ha rimosso migliaia di c. dalle ricerche su di lei in Internet”. Il sottotitolo è ancora più eloquente: “Cosa può fare una start-up per migliorare la reputazione online di una ex pornostar”.

L’articolo spiega per filo e per segno il fatto che cercando Sasha Grey su Google sono sempre meno le immagini che la ritraggono su qualche set porno o completamente nuda, mentre sono sempre di più gli scatti che la vedono protagonista di nottate in discoteca con cuffie e piatti per far girare i dischi, in casa con il cane, ultravestita ai party più esclusivi.

“Le ricerche dimostrano che il 91% delle persone che cercano pagine a tema su Google non vanno mai oltre la prima”, spiega nell’articolo il CEO di Reputation.com, Michael Fertik. “Il primo passo è affermare il proprio nome come se ne stessi rinnovando la proprietà. Quindi creare subito un account su Twitter, uno su Facebook, uno su Instagram, un dominio, e un blog. Il trucco non è sempre il contenuto che si desidera nascondere – in questo caso, i c. – da Internet. Si tratta invece di spingere verso il basso quel contenuto in modo che non compaia nelle prime pagine dei risultati di ricerca. Per fare questo basta inondare il web di nuove notizie sul soggetto in causa”.

Fertik con la sua start up ha “ripulito” parecchi personaggi del mondo dell’industria e dello spettacolo Usa, chiedendo dai 3 ai 15mila dollari di compenso, a seconda della gravità dei casi. Nulla però può confermare che l’affascinante Sasha abbia richiesto questi servigi, anche se i passi descritti sembrano gli stessi, proprio come l’autore dell’articolo specifica: “Non abbiamo le prove che Sasha abbia usato esperti di reputazione online. Vogliamo anche dire che noi appoggiamo pienamente le persone che scelgono di reinventarsi una vita e non le stigmatizziamo. Questa storia non è destinata a creare disagio per Sasha Grey, ma per illustrare la potenza dei servizi di “reputazione online” e di come possono alterare la propria identità digitale”.

E se la memoria infinita del web “dimenticherà” gradualmente, ma inesorabilmente del tutto, la carriera di Sasha Grey pre 2011, e lo diciamo senza malizia alcuna e con il massimo dell’oggettività da cultori della materia, sarebbe un vero peccato.

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