Un incrociatore portamissili e un’unità della guardia costiera dell’Fsb sono intervenute per deviare un'imbarcazione che ostacolava un rimorchiatore della compagnia petrolifera Chernomorneftegaz
Prima l’abbattimento del caccia russo al confine con la Siria, poi la nave di Mosca che esplode colpi di avvertimento contro un peschereccio turco per evitare una collisione nell’Egeo. Oggi la tensione tra il Cremlino e Ankara prosegue nel Mar Nero, dove un incrociatore portamissili della flotta russa e un’unità della guardia costiera dei servizi di sicurezza dell’Fsb sono intervenute per fare cambiare rotta a una nave mercantile turca che ostacolava un rimorchiatore della compagnia Chernomorneftegaz. Trasferiva alcune piattaforme (del valore di 354 milioni di dollari) da un giacimento di gas al largo di Odessa ad acque territoriali russe. Il mercantile con bandiera turca non avrebbe risposto alle chiamate e ai segnali ed è quindi stato costretto a cambiare rotta dall’intervento delle unità di Mosca. Ad annunciarlo è stata la stessa compagnia, spiegando che le piattaforme sono arrivate a destinazione in sicurezza.
Russia-Turchia, “massima crisi nella storia” – Per l’ambasciatore russo ad Ankara, Andrey Karlov, le relazioni diplomatiche tra i due paesi stanno vivendo la loro “massima crisi nella storia”. Una storia che, prosegue, “si divide in due periodi: prima del 24 novembre e dopo il 24 novembre”. Il giorno dell’abbattimento del caccia russo rappresenta quindi uno spartiacque e Karlov sottolinea che la priorità per il Cremlino sono le scuse di Ankara per l’abbattimento del caccia al confine con la Siria. “Finché queste nostre aspettative non saranno soddisfatte – ha affermato in un’intervista al quotidiano russo Cumhuriyet – la altre dichiarazioni fatte dalla Turchia non porteranno ad alcun risultato”.
Secondo Karlov, le recenti affermazioni delle autorità turche sul fatto che sarà abbattuto qualunque aereo violi di nuovo lo spazio aereo nazionale e sulle “provocazioni” della nave militare russa passata di recente per il Bosforo non fanno pensare che Ankara sia seriamente intenzionata a risolvere la questione con il dialogo. Karlov ha quindi smentito le accuse della Turchia, secondo cui la Russia è impegnata in una “pulizia etnica” in Siria, nelle zone in cui risiede la minoranza turkmena. E ha smentito anche che il suo paese fornisca armi ai curdi, pur precisando che, al contrario della Turchia, non considera il Partito dell’Unione democratica (Pyd), organizzazione curda attiva nel nord della Siria, come un gruppo terroristico.
Nave militare russa passa nel Bosforo – Intanto la nave militare russa Caesar Kunikov è ripassata senza incidenti attraverso lo stretto del Bosforo, diretta verso il mar Nero (foto). Questo dieci giorni dopo che il suo passaggio in direzione contraria della nave aveva provocato nuove tensioni tra Ankara e Mosca per la presenza a bordo di almeno un soldato con in spalla un lanciamissili terra-aria, apparentemente pronto all’uso. Lo hanno mostrato i media turchi, spiegando che ieri la nave aveva già attraversato i Dardanelli proveniente dal Mediterraneo. La Turchia aveva definito il suo passaggio all’andata una “provocazione”, mentre la Russia aveva replicato sostenendo che non aveva violato alcuna norma della convenzione di Montreux.