Ambiente & Veleni

Consumo di suolo, in Italia cementati 21mila chilometri quadrati di territorio. Maglia nera a Monza e Brianza

Ogni giorno una superficie pari a 55 campi da calcio, quasi sette metri quadrati al secondo, viene coperta da cemento. I picchi massimi in Lombardia dove, nonostante la crisi immobiliare, dal 2007 al 2012 si sono persi 3mila ettari l'anno. A dirlo la quinta edizione del Rapporto sul Consumo di Suolo

Ogni giorno in Italia è cementificata una superficie di suolo pari a 55 campi da calcio, quasi sette metri quadrati al secondo. Un’emorragia con picchi massimi in Lombardia dove, nonostante la crisi immobiliare, dal 2007 al 2012 si sono persi 3mila ettari l’anno. A dirlo la quinta edizione del Rapporto sul Consumo di Suolo (leggi), realizzato dall’Istituto Nazionale di Urbanistica, Legambiente e Politecnico di Milano. Secondo il dossier, sono definitivamente coperti di cemento 21mila chilometri quadrati del nostro territorio, per un consumo di suolo passato dal 2,7% negli anni Cinquanta ad una stima del 7% per il 2014. Principali responsabili non sono gli edifici (30% del totale del suolo consumato) ma le infrastrutture di trasporto (41%). Parcheggi, cantieri, discariche, aree estrattive e serre permanenti rappresentano il restante 28,7%.

MAPPA: CONSUMO DI SUOLO – 2013

Monza e Brianza, consumato oltre il 35% del suolo
Sono in Lombardia i risultati peggiori sia a livello regionale che provinciale. La provincia di Monza e della Brianza, infatti, ha la percentuale più alta di suolo consumato rispetto al territorio amministrativo (35%). Seguono Napoli e Milano, con percentuali tra il 25 e il 30%, quindi Varese e Trieste, attorno al 20%. In termini assoluti, invece – ovvero calcolando gli ettari di suolo cementificato senza metterli a confronto con l’ampiezza dei confini cittadini – maglia nera a Roma e Torino, con 50mila ettari di territorio cementificato, contro i 40mila di Brescia e Milano.

GRAFICO: ANDAMENTO DEL CONSUMO DI SUOLO

E se sono lombarde le province più edificate dello stivale, sempre all’ombra della Madonnina si nasconde la capofila tra le Regioni con il più alto consumo di suolo. Nel 2013, infatti, anche se in oltre quindici Regioni è stato superato il 5% di suolo “consumato”, si conferma il triste primato di Lombardia e Veneto (attorno al 10%). Valori compresi tra 7 e 9%, invece, in Campania, Puglia, Emilia Romagna, Lazio e Piemonte.

MAPPA: CONSUMO DI SUOLO – 1956

Nel Napoletano i dieci comuni più cementificati
Passando alla rassegna comune per comune, è record per Casavatore, piccolo centro nel Napoletano di poco meno di 20mila abitanti, dove oltre l’85% del territorio è ormai edificato. Sempre in provincia di Napoli, nove dei dieci comuni con la cementificazione più selvaggia di tutto lo stivale. Dati alla mano, sono 45 i centri italiani dove il territorio è stato consumato con percentuali che superano il 50% della superficie amministrativa, per metà campani e per metà lombardi (con qualche eccezione emiliana, piemontese e siciliana). Rispetto agli ettari di superficie persa, i maggiori valori si registrano a Roma (quasi 30mila) e nei principali capoluoghi di provincia (tra gli altri Milano, Torino, Napoli, Venezia, Palermo e Ravenna, tutti con oltre 4mila ettari di suolo consumato). L’analisi del Centro di Ricerca sui Consumi di Suolo (leggi) ha messo in evidenza cifre elevate anche in alcune città che non sono capoluogo, come Vittoria e Marsala (in Sicilia, con oltre 3mila ettari), Modica, Fiumicino, Gela, Licata, Cerignola, Aprilia e Martina Franca.

GRAFICO: IL CONSUMO DI SUOLO IN ITALIA

Sempre più edifici e strade vicino alla costa
Cosa c’era su quei terreni prima che venissero ricoperti di cemento? Nella maggior parte dei casi l’Italia sta sacrificando aree agricole, che rappresentano quasi il 60% dei terreni edificati tra il 2008 e il 2013. Un quinto delle aree, invece, riguarda zone urbane mentre il 19% del consumo di suolo ha distrutto aree naturali. In generale, precisa il Rapporto sul Consumo di Suolo (leggi), edifici e strade tendono ad aumentare avvicinandosi alla costa. Ne sono un esempio Liguria e Marche, con oltre il 40% di suolo consumato entro i 300 metri dalla costa. Si “fermano” al 26% di territorio edificato (tra i 300 e i 1.000 metri dalla costa) Abruzzo, Emilia-Romagna e Campania.
Non sono risparmiate neppure le zone protette (colpiti oltre 34mila ettari) o quelle a pericolosità idraulica, che corrispondono al 9% del totale del territorio edificato italiano. Una media, a ben vedere, superiore rispetto a quella dell’intero territorio nazionale. E se in Liguria quasi un terzo del suolo consumato appartiene ad aree a pericolosità idraulica, il primato – in questo caso – spetta ai 100mila ettari a rischio dell’Emilia Romagna.

GRAFICO: PROVINCE PIU’ CEMENTIFICATE