Una classifica di dieci titoli, i classici consigli della libreria per gli acquisti natalizi, riservata però a soli autori. Fuori dalla top ten le autrici. Motivo? Il direttore del punto vendita, ammette in un’intervista a Repubblica, non ama particolarmente i libri scritti da donne. Così si è scatenata la bufera intorno a Marco Bonassi, alla guida della Feltrinelli di piazza Ravegnana, nel pieno centro di Bologna. L’uomo è finito nel mirino di diversi scrittori, non solo donne, che poco hanno apprezzato le sue dichiarazioni, e le hanno definite “apertamente maschiliste” e discriminatorie. Una pioggia di reazioni in cui si è inserito anche il giallista Maurizio De Giovanni, annunciando di voler boicottare la Feltrinelli incriminata.
Per capire la vicenda però bisogna tornare indietro ai primi giorni di dicembre, quando sull’edizione bolognese di Repubblica appare un’intervista con i dieci titoli consigliati dal direttore della libreria, per il periodo natalizio. Cinquantadue anni, da cinque alla direzione della storica Feltrinelli bolognese, Bonassi elenca la sua personale classifica, “i libri importanti della sua vita”. Tra gli autori ci sono gli economisti Prem Shankar Jha, e John Kay, e il giornalista inglese, Tom Standage. Ma quando la cronista fa notare l’assenza di autrici, Bonassi risponde senza titubare: “Lo confesso, non ne leggo molte. E non volevo barare, né fare il politicamente corretto”.
La frase non passa inosservata nel mondo della letteratura. E tempo qualche giorno, alcune autrici e autori insorgono. Tra i primi a indignarsi c’è Grazia Verasani, scrittrice e autrice bolognese. “Bizzarre vanterie del mondo “culturale” di oggi: andare fieri delle proprie lacune” commenta su Facebook. “Non è un caso isolato. Il maschilismo, più o meno consapevole, è esposto alla luce del sole, come una tacca del proprio libero arbitrio. Forse la buona notizia è che non è più strisciante, ma indossato come una corazza”.
La polemica viene ripresa poi da Loredana Lipperini, scrittrice e voce di Radio3, e da Marilù Oliva, altra autrice bolognese, che decide di mettersi alla tastiera e stendere una lunga lettera aperta al direttore Bonassi, per manifestare “perplessità, contrarietà,e indignazione”. “Il climax è d’obbligo – spiega – e va di par passi con la lotta che, quotidianamente, stiamo portando avanti per infrangere certe obsolete barriere. Un giorno le abbattiamo, il giorno dopo qualcuno innalza muri ancora più alti. E il suo muro, mi creda, è notevole. Per la posizione che riveste, per il potere di diffusione della cultura che gestisce”. E poi continua: “Dal direttore di una libreria ci sia aspetta che si promuova la lettura in ogni senso: non la chiusura verso alcune categorie”. Ma a ribellarsi non sono solo donne. Nella discussione, infatti, interviene anche Maurizio De Giovanni, napoletano autore della serie sul commissario Ricciardi: “Prendo solennemente l’impegno personale di non presentare mai più nella mia vita un libro alla Feltrinelli di Bologna, finché il direttore sarà questo mentecatto”.