Sono iscritta al Partito democratico, ho qualche carica amministrativa nella mia città e sono pure una giornalista. Mi onoro di essere tra i blogger del Fatto quotidiano e la considero una gran cosa, la possibilità di poter scrivere su un sito che fa riferimento a una testata libera e che ha come unico obiettivo informare senza sotterfugi i propri lettori e chi si avvicina ad essa.
Detto questo credo che la corrente che fa capo al mio attuale segretario l’abbia fatta grossa. Indicare come nemico numero uno del nostro Partito il Fatto quotidiano è una leggerezza senza pari; prendersela così apertamente con un organo di stampa, poi, è un’azione inopportuna e che poco si confà con la funzione pubblica che un gruppo politico è chiamato a ricoprire.
Non mi si fraintenda. Chiunque ha il diritto di dissentire dalla linea editoriale di un giornale; chiunque ha il diritto di replicare a una notizia che considera non veritiera o mendace. Detto questo, però, tra gli strumenti che mette a disposizione persino la legislazione (diritto di rettifica e replica, querela per diffamazione e cose del genere) ed arrivare a una sorta di ‘editto Bulgaro’ in salsa contemporanea e in chiave da centro-sinistra, ce ne passa. E ce ne passa soprattutto in termini di opportunità relativamente alla quale, naturalmente, mi sento totalmente estranea.
Personalmente credo alla funzione socratica della scrittura pubblica. Credo che non ci sia nulla di male se un giornalista ha come fine principale quello di presentarsi come una sorta di ‘pungolo’ nei confronti del potere, che viene spinto in questo modo a fare sempre meglio e a diffidare di falsi obiettivi raggiunti o di soluzioni di compromesso che non piaceranno a nessuno.
Mi domando allora cosa stia succedendo al mio segretario. A quel Matteo Renzi che urlando ai quattro venti che sono soffiati nel weekend alla stazione Leopolda di Firenze, la sua sicurezza di avere in mano la vittoria, a me ricordava in realtà il Beppe Grillo recente del ‘vinciamonoi’ tour (poi approdato dove sappiamo, ovvero alle percentuali per nulla gratificanti delle Europee) o quella vecchia sicumera, di berlusconiana memoria, che credo possa essere definitivamente considerata fuori moda per il nostro Paese.
Bisogna stare attenti nel dichiarare su un palco che il Fatto Quotidiano sia il peggior giornale presente sulla piazza, perché spara un sacco di palle; quest’ultima constatazione potrebbe trasformarsi in un boomerang. Chi le spara più grosse? Qualcuno potrebbe domandarsi. Io faccio parte di una categoria di persone, gli omosessuali italiani, che attendono una legge sulle unioni civili promessa da più parti e in diverse occasioni… Ma mai arrivata!
Che constatazione dovremmo fare? Forse che chi c’ha garantito questa cosa oggi sia espressione della peggior politica, perché le spara troppo grosse? No! Personalmente a questo gioco non voglio starci. Io credo sia necessario rispettare il lavoro di ciascuno, a secondo delle proprie competenze e dei propri fini. Invito quindi il mio segretario e le persone che gli sono più vicine a riflettere rispetto a quello che la loro propaganda e pubblicistica fa trasparire. Esprimo la mia vicinanza ai lavoratori e ai giornalisti del Fatto Quotidiano e tiro dritta con la mia tessera di un Pd che continuo a sognare.