Nello sportello della Federconsumatori Arezzo, che ha la sua sede nei locali della Cgil della città toscana, nei giorni scorsi si sono presentate più di mille persone raggirate dai funzionari della Banca Etruria. Alcune di loro hanno voluto raccontare la loro esperienza durante la trasmissione “L’apriscatole” in onda sull’emittente regionale toscana Italia 7. Al netto della disperazione per avere perso tutti i propri risparmi, quello che emerge maggiormente è il tradimento di un rapporto di fiducia fra il cittadino e la sua banca. Sì, perché molti di loro vengono da piccoli borghi di provincia dove l’Etruria è l’unico sportello presente. Gente che aveva aperto il suo conto anche 50 anni fa e aveva un rapporto quasi familiare con il personale dell’istituto. “Sono poco scolarizzati, per lo più ex agricoltori o operai in pensione. Non avevano nessuna consapevolezza dei titoli che stavano sottoscrivendo”, spiega Pietro Ferrari, presidente di Federconsumatori Arezzo che ha presentato un esposto in procura per chiedere giustizia dei raggiri subito dai correntisti. Non solo obbligazionisti truffati, ma anche azionisti ricattati. “Io ai tempi ero un artigiano – racconta un pensionato – e per farmi aprire delle linee di credito mi obbligavano a comprare delle azioni della Banca Etruria”
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