Dal crac del Banco Ambrosiano, fino al depistaggio sulle indagini per la strage della stazione di Bologna, passando per Tangentopoli. Sono questi alcuni dei misteri italiani in cui l’ex venerabile della loggia P2 Licio Gelli, morto a 96 anni, indagato o condannato. Anche se il suo nome spunta in quasi tutte le pagine nere della Repubblica: il mancato golpe Borghese, il caso Moro, l’omicidio del giornalista Mino Pecorelli, fino ad arrivare ai giorni nostri. Gelli, infatti, è stato ascoltato come persona informata sui fatti dai pm che indagano sulla trattativa Stato-mafia. A livello processuale, invece, il caso P2 è finito praticamente in niente, se si esclude la condanna a otto mesi per possesso di documenti riservati del Sid e del Sismi.
Strage di Bologna – Gelli viene assolto definitivamente dall’accusa di associazione eversiva per l’attentato del 2 agosto dell’80 in cui sono morirono 85 persone (200 feriti). L’ex capo della loggia coperta nel 1994 è stato condannato per calunnia (10 anni) al processo d’appello-bis. Nell’ambito del dibattimento fu protagonista anche della misteriosa rinuncia all’incarico da parte di uno dei legali di parte civile Roberto Montorzi che abbandonò il collegio dopo due incontri con Gelli a villa Wanda.
Banco Ambrosiano – Al processo di primo grado a Milano, Gelli è stato condannato a 18 anni di reclusione per il ruolo avuto nella bancarotta dall’istituto di Roberto Calvi (tessera n.519 della P2). Il suo nome è da sempre anche al centro delle indagini sulla morte del banchiere Nel processo di secondo grado la pena venne ridotta a 12 anni. Il 6 maggio 1998 Gelli, che doveva scontare la condanna divenuta definitiva, fugge da villa Wanda e si rende irreperibile. Il 10 settembre viene fermato e arrestato a Cannes. Gelli entrò anche nell’inchiesta sull’omicidio del banchiere, ma il procedimento venne archiviato il 30 maggio 2009.
Conto “protezione” – Il 29 luglio 1994 Gelli è stato condannato a Milano a sei anni e mezzo, in primo grado, per la vicenda del conto 633369 di Silvano Larini all’Ubs di Lugano, del quale fu trovata traccia nel 1981 a Castiglion Fibocchi con riferimenti a soldi destinati al Psi di Bettino Craxi e Claudio Martelli. La pena fu ridotta a 5 anni e 9 mesi in appello. La Cassazione decise l’annullamento della condanna per Gelli per improcedibilità dell’azione penale, essendo stata la sua posizione definita nel processo per il crac del Banco Ambrosiano.
Attentati ai treni in Toscana – Gelli venne accusato di aver finanziato le organizzazioni eversive neofasciste per gli attentati degli anni Settanta, Gelli è stato prima condannato a 8 anni e poi dichiarato non processabile.
Mafia-politica-affari – Il gran maestro della P2 era uno dei 126 imputati al processo a Palmi sui presunti collegamenti tra mondo politico e imprenditoriale e organizzazioni mafiose. Secondo l’accusa, si sarebbe adoperato per “aggiustare” un processo in Cassazione a due presunti mafiosi di Taranto. Venne assolto il 3 marzo 1995 dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Nel 1998 è chiamato in causa dal procuratore capo di Palermo Giancarlo Caselli nell’inchiesta ‘Sistemi criminalì poi archiviata nel 2000.
Inchiesta operazioni finanziarie – Tra il 1993 ed il 1994, Gelli è stato al centro dell’attenzione dei magistrati di Arezzo e Roma per una serie di operazioni finanziarie miliardarie che avrebbe disposto in varie banche. Le indagini sono legate in particolare al fallimento della holding Cgf del gruppo Cerruti. Un ruolo di primo piano nelle vicende è rivestito dall’ex vicepresidente del Csm Ugo Zilletti.
Legami con la Camorra – La Dda di Napoli ha indagato sui rapporti tra Gelli ed alcuni esponenti della camorra.
Inchiesta Cheque to Cheque – Gelli venne iscritto nel registro degli indagati, insieme al figlio Maurizio, nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla procura di Torre Annunziata (Napoli) in relazione ad un presunto traffico internazionale di armi e valuta. Una trentina le persone arrestate. L’inchiesta venne poi trasferita a Milano.
Caso Brenneke – Le presunte rivelazioni fatte al Tg1 dal sedicente ex agente della Cia Richard Brenneke sui rapporti tra servizi segreti Usa e P2, duramente smentite da Gelli, estate del 1990 provocarono tensioni e polemiche, anche per il coinvolgimento dell’allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga.
Fallimento di Nepi – Il 10 giugno 1997 la procura di Roma emette 9 ordini di arresto per il fallimento della holding Di Nepi e di numerose società legate al gruppo. Per Gelli scatta l’obbligo di dimora ad Arezzo. Il 18 aprile 2005 venne condannato a 2 anni e 3 mesi di reclusione per associazione a delinquere e bancarotta insieme ad altre 9 persone.