Accolta la richiesta del consigliere di Forza Italia Zanettin. Il capo della Procura di Arezzo coordina le indagini sui titoli truffa e ha un incarico tecnico al Dipartimento affari giuridici della presidenza del consiglio, risalente all'era Letta
Il Csm apre un fascicolo sul procuratore di Arezzo Roberto Rossi, alla guida dell’ufficio che sta conducendo l’inchiesta sulla Banca Etruria e, allo stesso tempo, consulente del governo per gli affari giuridici. Il Comitato di presidenza ha accolto la richiesta presentata dal laico di Forza Italia Pierantonio Zanettin. La pratica è stata affidata alla Prima Commissione. Relatore sarà Piergiorgio Morosini, togato di Area.
Zanettin aveva chiesto di verificare se vi fossero profili di incompatibilità legati al fatto che Rossi – che come procuratore si occupa del coordinamento delle inchieste del suo ufficio – svolge un incarico di consulenza per il governo. Governo in cui fra l’altro siede Maria Elena Boschi, figlia di Pier Luigi, vicepresidente dell’Istituto finito al centro del caso titoli truffa. Boschi senior, comunque, non è indagato.
Rossi è consulente del Governo dal 2013, quando era premier Enrico Letta, per un incarico tecnico, affidato solo a magistrati, al Dipartimento che si occupa degli affari giuridici e legislativi (Dagl). Lo stesso procuratore sta ricevendo denunce dei clienti e delle Associazioni consumatori e deve definire i vari filoni di inchiesta su Banca Etruria e del Lazio, istituto commissariato già nel febbraio scorso.
“E’ un incarico meramente tecnico, e non politico”, ha spiegato il procuratore Rossi ai giornalisti. “L’incarico scadrà alla fine di quest’anno come scadenza naturale”, aggiunge Rossi. Che precisa: “Si tratta di una consulenza esterna svincolata dai governi che si susseguono”.
Il consigliere Zanettin sottolinea però che Rossi lavora “alle dirette dipendenze della dottoressa Antonella Manzione (molto vicina al premier Matteo renzi, ndr), capo del dipartimento affari giuridici e legislativi della presidenza del Consiglio”. Zanettin chiede per questo al Comitato di “valutare se sussistano profili di incompatibilità, sotto il profilo dell’appannamento dell’immagine di terzietà e imparzialità, tra l’incarico extragiudiziario assegnato al magistrato e la funzione requirente da lui svolta, anche e soprattutto in relazione alla funzione di coordinamento delle indagini svolte dall’Ufficio”.