Miriam e Rodrigue hanno dodici anni e vivono a Boda, nel sud della Repubblica Centrafricana. Per anni sono andati nella stessa scuola, per anni si sono incontrati tutti i giorni, in classe. Poi la guerra civile ha diviso le loro strade, ha reso straordinari i desideri ordinari di due bambini che avrebbero voluto solo giocare e correre per i campi e che invece sono diventati testimoni (nei casi peggiori vittime) di violenze inaudite.
Ma per fortuna la storia di Miriam e Rodrigue, a differenza di tante altre, è una storia a lieto fine: infatti hanno potuto riabbracciarsi grazie all’intervento di Intersos che ha riaperto e riabilitato le scuole a Boda per 4.000 bambini e ragazzi.
Intersos è un’organizzazione umanitaria che da vent’anni lavora nei contesti di emergenza, per portare soccorso alle popolazioni in pericolo, in balia di calamità naturali e di conflitti armati. Si parla tanto di giustizia e dignità della persona, ma in certe situazioni ogni diritto viene azzerato, ogni speranza annullata: il primo compito della solidarietà è quello di riportare le condizioni di vita a un minimo grado di accettabilità.
Gli operatori umanitari che prestano la loro opera per Intersos sono medici, infermieri, ingegneri, geometri, amministratori, sminatori, educatori, assistenti sociali, tutti professionisti che donano le loro competenze per cercare di portare aiuto concreto e supporto psicologico ai più deboli della terra. Grazie a loro arriva acqua, cibo, beni di prima necessità; vengono allestiti e gestiti campi profughi; sono ricostruite case, scuole, ambulatori e ospedali; vengono rimosse mine e ordigni esplosivi; sono indetti corsi di formazione e di prevenzione; viene favorita la crescita della società civile e dello sviluppo culturale.
Intersos ha operato e continua a operare in Africa (Angola, Burundi, Ciad, Congo , Eritrea, Etiopia, Kenya, Liberia, Mali, Mauritania, Mozambico, Somalia, Sudan, Ruanda, Sud Sudan); in America Centrale (El Salvador, Honduras, Nicaragua, Haiti); in Asia e Medio Oriente (Afghanistan, Giordania, Bangladesh, India, Indonesia, Iran, Iraq, Libano, Pakistan, Siria, Sri Lanka, Yemen); in Europa (Albania, Bosnia Herzegovina, Cecenia, Kosovo, Rep. Macedonia, Montenegro, Polonia, Serbia).
Infine, qualche numero: 5.000.000 di persone aiutate finora; 125 i progetti in corso e 1600 gli operatori umanitari sparsi in mezzo mondo. Se siete interessati a diventare volontario o dialogatore, oppure se desiderate sostenere le molteplici attività di questa organizzazione umanitaria andate sul loro sito. Troverete, oltre a indicazioni precise, anche tante edificanti storie di possibile rinascita. Perché gli altri siamo noi: e quando aiutiamo qualcuno a rialzarsi, ci sentiamo subito meglio.